La nostra recensione de Il treno dei bambini di Cristiana Comencini con Serena Rossi, Barbara Ronchi e Christian Cervone: ridare l’infanzia ai bambini del dopoguerra, per una struggente pagina della storia italiana
Il nuovo film di Cristina Comencini è il commovente racconto di un’Italia in difficoltà che dimostra di saper collaborare. Alla povertà del Mezzogiorno risponde un Nord più agiato che non si tira indietro quando c’è da tendere la mano. Presentato in anteprima alla 19ª Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, nel cast Serena Rossi, Barbara Ronchi, Christian Cervone e la partecipazione di Stefano Accorsi.
I treni della felicità
1946. Amerigo (Christian Cervone da bambino, Stefano Accorsi da adulto) ha otto anni e non si è mai allontanato da Napoli e da sua madre Antonietta (Serena Rossi). Il suo mondo, fatto di strada e povertà, però sta per cambiare. A bordo di uno dei “treni della felicità” passerà l’inverno al nord, dove una giovane donna, Derna (Barbara Ronchi), lo accoglierà e si prenderà cura di lui. Accanto a lei Amerigo acquista una consapevolezza che lo porta ad una scelta dolorosa che cambierà per sempre la sua vita. Gli serviranno molti anni per scoprire la verità: chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare.
Un’Italia che sapeva aiutarsi
Tratto dal bestseller di Viola Ardone, Il treno dei bambini è un film struggente che racconta un difficile capitolo della storia italiana. La pellicola, scritta dalla stessa Comencini in collaborazione con Furio Andreotti, Giulia Calenda, Camille Dugay, da un lato riesce infatti ad attraversare la miseria mentre dall’altra mostra la generosità del dopoguerra. Man mano che la vicenda va avanti si è portati con scetticismo ad aspettare il momento in cui le aspettative dei bambini verranno deluse, ma quel momento per fortuna non arriva e mostra un Paese in difficoltà che dimostra di saper collaborare. Alla povertà del Mezzogiorno risponde un Nord più agiato che non si tira indietro quando c’è da tendere la mano.
Serena Rossi e Barbara Ronchi
È così che Amerigo si trova diviso tra due madri: quella biologica e quella “del Nord”. La frase chiave “chi ti ama non ti trattiene, ma ti lascia andare” commuove per il significato che nasconde ma anche per la delicatezza di un racconto che fa entrare il pubblico nelle sue pieghe più intime. Serena Rossi e Barbara Ronchi rappresentano con profonda umanità due facce della stessa medaglia.
Non ci sono cattivi ma solo persone più sfortunate di altre. Queste due splendide interpreti appaiono fragili, umane, e riportano alla mente donne forti come le nostre nonne o bisnonne. Pur essendo destinate a non incontrarsi mai, ad unirle è l’amore per lo scugnizzo Amerigo, interpretato con simpatia ed intensità dal giovanissimo Christian Cervone.
Al servizio della storia
La regia della candidata all’Oscar Cristina Comencini è composta, per nulla invasiva, e si limita a mostrare i fatti nel modo più autentico possibile. La scelta appare assolutamente sensata, vista la potenza della storia che si sviluppa sullo schermo. Non servono orpelli o esercizi di stile per sottolineare l’eloquenza di una vicenda dall’impatto inevitabile, che rende finalmente giustizia al cinema italiano proponendo una pellicola credibile sotto ogni aspetto, ben recitata, ben strutturata, priva di elementi di disturbo e capace di colpire dritta al cuore.
TITOLO | Il treno dei bambini |
REGIA | Cristina Comencini |
ATTORI | Serena Rossi, Barbara Ronchi, Christian Cervone, Stefano Accorsi, Francesco Di Leva, Antonia Truppo, Monica Nappo, Dora Romano |
USCITA | 4 dicembre |
DISTRIBUZIONE | Netflix |
4 stelle