La nostra recensione di Immaculate – La prescelta, horror a sfondo religioso diretto da Michael Mohan con protagonista la lanciatissima Sydney Sweeney e con la nostra Benedetta Porcaroli: un film non scevro di buone idee e d’atmosfera, ma troppo opaco nel risultato
A pochi mesi da The First Omen arriva Immaculate – La prescelta, a dimostrazione del fatto che horror e religione saranno sempre due mondi destinati a contaminarsi a vicenda. In questo caso il motivo d’interesse principale è rappresentato dalla sempre più lanciata Sydney Sweeney e dalla nostra Benedetta Porcaroli, curiosamente già Maria di Nazareth in Vangelo secondo Maria, oltre che dalla presenza dell’Álvaro Morte de La casa di carta. Purtroppo il film diretto da Michael Mohan non riesce a capitalizzare le pur interessanti idee alla base del concept, rifugiandosi troppo spesso in jumpscare abusati e prevedibili, nonostante un finale d’effetto che farà certamente discutere e che provocherà di certo qualche polemica regalando finalmente un brivido.
Un oscuro convento
Cecilia (Sydney Sweeney) è una giovane suora americana profondamente religiosa, che viene chiamata per trasferirsi in un convento remoto nella splendida campagna italiana. Quello che sembra un caloroso benvenuto si trasforma rapidamente in un incubo, quando Cecilia scopre che il convento nasconde segreti oscuri e orrori innominabili. Tra le antiche mura si celano forze maligne che minacciano di trascinarla nell’abisso della follia, mentre tutte le figure intorno a Cecilia cominciano a morire in circostanze terribili.
L’orrore della religione
Che Sydney Sweeney abbia un carisma e una capacità camaleontica di adattamento ai ruoli mostruosa non lo scopriamo certo adesso, anzi. Già a scorrere il suo corposo curriculum ci si rende conto dei tanti mondi e dei tanti panni abitati dall’attrice statunitense, non da ultimi i ruoli in serie Tv iconiche come Euphoria o The Handmaid’s Tale, ma la curiosità di vederla nel suo primo horror da protagonista assoluta era tanta. Diciamolo subito: lei è la cosa migliore del film, senza dubbio, tanto da farci rimpiangere di non averla inserita in un progetto migliore.
Perché purtroppo Immaculate – La prescelta è un film di ottime potenzialità inespresse, e di tanti troppi rimpianti. Non disponendo di un concept particolarmente originale (il cui elemento d’interesse sta nel ribaltamento della premessa diegetica di film come il già citato The Omen), il film di Michael Mohan cerca allora di puntare tutto sul carisma della propria protagonista, immergendola in un incubo a metà tra Polanski e Rob Zombie in cui è la materia spirituale a inquietare più che quella ematica. Solo che a differenza degli autori e dei film citati qui è (forse) il figlio di Dio ad essere partorito, non del demonio, ma l’orrore dell’estremismo religioso rimane immutato nella sua insensata violenza ideologica e non solo.
E allora via a tutto il campionario di genere: apparizioni improvvise dal buio, sottofondo musicale extra-diegetico uscito direttamente dagli horror italiani anni ’70, jumpscare multipli e ripetuti fino a due o tre sequenze di body-horror purissimo e viscerale. L’inferno privato e pubblico nasce quindi dal luogo paradisiaco in cui Cecilia e gli altri religiosi e religiose sono confinati, ma è un luogo corrotto dalla furia cieca di un dogmatismo che dà tutto per scontato, che non si pone domande, che è in pieno contrasto col mondo esterno.
Il potere femminile
La “Maria” protagonista di Immaculate – La prescelta assomiglia curiosamente a quella del film di Paolo Zucca, con il quale non condivide solo una delle interpreti. È una figura cristologica quella di Cecilia, ma a differenza del Salvatore lei la croce che le hanno imposto non ha nessuna intenzione di portarla. È il 2024 dopotutto, le donne portano con sé i traumi (Cecilia rischiò di morire annegata in un lago ghiacciato da bambina), ma anche la ferrea determinazione di non arrendersi di fronte ad un destino già segnato, di essere madri per scelta e non per costrizione.
L’ultima (forte) sequenza d’altronde lavora su un piano metaforico così evidente che è impossibile prenderla banalmente come un atto orribile e innaturale, bensì pigia sull’acceleratore del female empowerment, rovesciando l’atto dogmatico dell’obbedienza e della castità per farsi carico di una rinascita. Tra abbondanza ematica con tanto di morti splatter e una tensione che però purtroppo latita, rimane un film le cui promesse vengono mantenute solo in piccola parte mentre la colonnina della paura e della tensione faticano a salire. Peggio di un’occasione persa, un’occasione sprecata.
TITOLO | Immaculate – La prescelta |
REGIA | Michael Mohan |
ATTORI | Sydney Sweeney, Álvaro Morte, Simona Tabasco, Benedetta Porcaroli, Giorgio Colangeli, Dora Romano, Giampiero Judica, Betti Pedrazzi |
USCITA | 11 luglio 2024 |
DISTRIBUZIONE | Adler Entertainment |
Due stelle e mezza