Inigo ci presenta il singolo L’estate del ’96 e il suo progetto

Inigo
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Vi presentiamo la nostra intervista a Inigo che ci racconta il suo nuovo singolo L’estate del ’96 e il suo progetto artistico

Ciao Inigo. Come procede il tuo percorso? Diciamo che ne hai fatta di strada. 

Ciao ragazzi e grazie per lo spazio innanzitutto, il percorso procede canzone dopo canzone, il mio primo disco da solista “Terzo disco d’esordio” è uscito nel 2018, c’è stato un tour lungo quasi 3 anni tra anteprima e post e poi da Dicembre 2019 ad oggi ho tirato fuori altre 6 canzoni. 

Qual è stato il momento più difficile nella tua carriera? 

Di sicuro per me come per molti miei colleghi questi anni pandemici sono stati difficili, personalmente dovevano rappresentare un nuovo inizio e invece si è fermato tutto improvvisamente soprattutto dal punto dei vista dei concerti, questa cosa ha rallentato anche il flusso delle uscite discografiche e ha posto un grande punto interrogativo sul futuro.  

Come ti approcci alla scrittura dei tuoi brani e soprattutto in che momento della tua vita è nato il brano appena uscito “L’estate del 96”? 

Mi approccio in maniera naturale, mi hanno sempre suscitato una certa ilarità quelli che dicono “mi chiudo in studio a scrivere il nuovo disco”, per quanto da un lato è vero che la creatività va stimolata credo anche che le cose migliori sia nella vita che nell’arte ti piovano addosso e devi solo essere bravo a riconoscerle. “L’estate del ‘96” nello specifico l’ho scritta qualche anno fa pensando a quell’estate e alla mia adolescenza, è stata la cosa più naturale del mondo. 

Quali sono i tuoi pregi e difetti come artista? E quali invece come persona? 

Io credo che artista e persona, a meno che non si finga in uno dei due ambiti, siano la stessa cosa e i pregi e difetti sono comuni ad entrambe le sfere. Il mio pregio, per quanto a volte possa sembrare un difetto, credo sia la testardaggine, non a caso dopo anni sono ancora qui nonostante non abbia mai vinto un disco di platino; il difetto invece credo sia un po’ l’indolenza, ho bisogno di stimoli continui per stare al passo coi tempi, se vengono a mancare finisco per estraniarmi dalle cose, vedi i social che per quanto fondamentali siano in questo ambito dopo un po’ mi stancano e ne resto fuori per lunghi periodi. 

Nonostante tu sia un cantautore abbiamo sentito i tuoi pezzi e si percepisce una certa versatilità. Quale pensi sia il tuo punto di forza? 

Credo che il mio punto di forza sia quello di non essere mai stato prigioniero di un “genere musicale” o di una tendenza momentanea, questa cosa artisticamente parlando mi ha lasciato tutta la libertà del mondo ma allo stesso tempo credo mi abbia creato dei problemi perché vista da fuori questa cosa può rappresentare la mancanza di appartenenza ad una “scena” specifica, ma a me di questo non è mai importato nulla, mi sono sempre sentito come un cane sciolto e per me le canzoni al massimo si possono dividere tra belle e brutte.

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