Io sono tuo padre, recensione del dramma di guerra con Omar Sy

Io sono tuo padre - Omar Sy (foto Marie Clemence David)
Io sono tuo padre - Omar Sy (foto Marie Clemence David)

La recensione di Io sono tuo padre, dramma di guerra di Mathieu Vadepied con Omar Sy: una storia austera ma con un cuore, che racconta la trincea ma anche un padre che vuole proteggere suo figlio

La Grande Guerra vista dalle colonie francesi

1917, Prima Guerra Mondiale. Il senegalese Bakary Diallo (Omar Sy) si arruola nell’esercito francese per raggiungere Thierno (Alassane Diong), il figlio diciassettenne reclutato contro la sua volontà. Inviati al fronte, padre e figlio dovranno affrontare insieme la guerra senza far scoprire agli altri il loro legame di sangue. Animato dall’ardore del suo capitano (Jonas Bloquet) che, con il desiderio di mettersi in luce, vuole condurlo nel cuore della battaglia, Thierno dovrà emanciparsi e diventare un uomo. Ma Bakary farà di tutto per evitare che suo figlio combatta e per riportarlo a casa sano e salvo.

Dalla guerra al rapporto padre-figlio

In Io sono tuo padre Omar Sy risulta convincente in un ruolo drammatico, confermando quella natura poliedrica già mostrata in titoli quali Famiglia all’improvviso o nell’acclamata serie tv Netflix Lupin. Stavolta il ruolo risulta ancora più serioso e composto, eppure l’attore lo affronta con semplicità e un grande cuore. Tale atteggiamento risulta perfetto per mostrare tutte le difficoltà del rapporto padre-figlio in un contesto duro come quello della guerra. Quando la promozione ricevuta dal giovane Thierno lo avvicina al conflitto allontanandolo al tempo stesso dal genitore, la situazione diventa ancora più complessa. È così che, dalla trincea, si atterra sul tema della crescita e dell’emancipazione.

Io sono tuo padre - Omar Sy e Alassane Diong (foto Marie Clemence David)
Io sono tuo padre – Omar Sy e Alassane Diong (foto Marie Clemence David)

Omaggio al milite ignoto

Mathieu Vadepied scrive e dirige Io sono tuo padre dopo una lunga incubazione, portando a compimento quello che da lui stesso è stato definito “il progetto di una vita”. “Abbiamo cercato di raccontare una storia di un padre e un figlio, di esseri umani, con tutte le loro emozioni e i problemi, molti dei quali sono gli stessi di oggi: rapporti con l’autorità, dominazione, rivolta, ambizione. Lo scopo è riuscire a trasformare la visione che abbiamo della nostra società. Il film vuole creare curiosità. Arrivare, spero, a coloro che sono intrappolati nelle paure”, ha dichiarato. Lo spunto di partenza nasce dal milite ignoto: e se quelle spoglie, custodite simbolicamente a Parigi sotto l’Arco di Trionfo, appartenessero ad un soldato proveniente dalle colonie francesi in Africa?

Io sono tuo padre - Omar Sy e Alassane Diong (foto Marie Clemence David)
Io sono tuo padre – Omar Sy e Alassane Diong (foto Marie Clemence David)

Austerità, per un pubblico âgé

La prevalenza di ambienti bui e colori scuri conferisce gravità alla pellicola, rendendo gli spazi angusti e particolarmente polverosi. Vadepied porta lo spettatore dritto in trincea, lì dove il confine tra bene male non esiste più e dove una medaglia al valore è il massimo che si possa ottenere. Io sono tuo padre si aggiunge agli innumerevoli film di guerra prodotti negli anni dalla cinematografia mondiale ma riesce a ritagliarsi il suo piccolo spazio puntando su una profonda umanità. Il difetto maggiore della pellicola resta tuttavia la sua eccessiva austerità, la quale allontana inevitabilmente il pubblico più giovane. In una storia di padri e figli, questi ultimi faticheranno ad essere raggiunti da un linguaggio fin troppo rigido e da una struttura che più classica non si può. Il gusto dolce amaro del finale, che ovviamente qui non si vuole spoilerare, allevia il peso della pellicola ma non può di certo risollevarne completamente le sorti.

Io sono tuo padre. Regia di Mathieu Vadepied, con Omar Sy, Alassane Diong e Jonas Bloquet, distribuito da Altre Storie con Minerva Pictures a partire dal 24 agosto 2023.

VOTO:
3 stelle

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