Continua Italian Movie Award con nuovi importanti ospiti come Edoardo Leo e Nicola Maccanico, e con una riflessione sul cinema italiano, su come si prospetta il futuro per i giovani che vogliono intraprendere questo coraggioso percorso.
Personaggi importanti e pratica cinematografica
Il sesto giorno, venerdì 3 agosto, sotto la direzione di Carlo Fumo e la conduzione di Luca Abete, Italian Movie Award ha visto un’alternanza sul palco di grandi ospiti: l’attore e regista Edoardo Leo, l’amministratore delegato di Vision Distribution Nicola Maccanico, il Professor Antonio Giordano, alla guida di Sbarro Health Research Organization di Philadelphia, nonché Presidente Onorario del Festival dal 2014. L’ultimo giorno di Italian Movie Master i ragazzi concludono alla grande la settimana di lezioni trasformando la teoria in pratica, e cimentandosi nelle riprese di un cortometraggio da loro stessi scritto e interpretato. La sede del Comune di Pompei ha fatto da location alle varie scene del film e gli studenti, come in un vero e proprio set, si sono divisi i ruoli e i compiti di una troupe cinematografica, girando il corto con serietà e passione, sotto l’attenta direzione di Riccardo De Santis di Panatronics e la supervisione delle responsabili dell’Italian Movie Master: Diletta D’Errico e Federica Di Lallo.
Une religione diversa
«Ognuno di noi può fondare una religione, è sufficiente compilare un modulo», esordisce Edoardo Leo introducendo il film Io c’è di Alessandro Aronadio, di cui è protagonista. «Ne abbiamo inventata una comoda, che non prevedesse comandamenti, ma suggerimenti. Non desiderare la donna d’altri diventa Sarebbe meglio se non desiderassi la donna d’altri. Siamo più accomodanti». Prosegue: «Il tema della religione è difficile da affrontare, serviva una sceneggiatura originale. Io c’è è provocatorio nei confronti di tutte le confessioni, ma riconosce loro un merito e le rispetta. È decisamente più irriverente, invece, nei confronti dei ciarlatani». Io c’è, Tonno spiaggiato e Il Tuttofare sono tre titoli presenti al festival, distribuiti nelle sale italiane da Vision Distribution.
Moderate ambizioni
La parola passa a Nicola Maccanico: «Essere qui a Pompei con Edoardo, che stimo come attore e autore, ha un valore doppio. Vision Distribution nasce un anno fa, con l’uscita estiva di Monolith e con precisi presupposti e obiettivi: il cinema italiano ha delle difficoltà ed è troppo spesso uguale a se stesso, nasciamo con l’idea di trovare film diversi, di correre dei rischi e di sperimentare temi e nuove modalità di proposta per un pubblico ampio. Come un gatto in tangenziale è la dimostrazione che Vision è in grado di essere vincente sul mercato. «Tuttavia, sono film come Sono tornato di Luca Miniero e Io c’è che rappresentano ancora meglio ciò che Vision vuole essere. Sono ben scritti e intelligenti, affrontano temi complicati senza prestare il fianco a facili strumentalizzazioni».
Vicini ad un obiettivo
Prosegue poi Nicola Maccanico: «Vision (nata dall’unione di Cattleya, Indiana, Lucisano Mediagroup, Palomar, Wildside e Sky) è merito di un visionario, il Presidente Andrea Scrosati. Io sono il pazzo che ha creduto nel progetto, ma è più facile esserlo quando hai un broadcaster pay come Sky e cinque produttori indipendenti di questo calibro. Vision non distribuirà mai più di 10/15 titoli l’anno, per poter seguire al meglio ogni singolo progetto». Aggiunge poi: «Gli OTT e tutte le piattaforme digitali sono il presente, non il futuro. Dovrebbero essere alleati del cinema in sala, non in concorrenza. È inutile cercare di regolare un mondo che non lo può essere per natura, bisognerebbe invece portare in sala film che possano generare un’attesa maggiore. Meno scommesse, ma più grandi. Un esempio. Frank Matano, che ha numeri incredibili sul web e più modesti in sala, pur apprezzato, è la rappresentazione fisica del percorso ancora da fare».
Un invito a credere nei propri sogni
Edoardo Leo, rivolgendosi ai ragazzi, ricorda con intelligente ironia che dietro ogni successo c’è un grande lavoro e molta preparazione. «Festeggio 25 anni di gavetta, dove ho sviluppato un’abitudine al fallimento. Il successo è arrivato solo negli ultimi 6/7 anni. Agli inizi scrissi anche un falso curriculum, idea che mi è stata poi rubata dai nostri politici, che millantava un diploma alla Scuola di Teatro La Scaletta di Roma. Ho convissuto per anni con un grande senso di colpa. Ora, sul sito della Scuola si legge: tra i nostri attori di maggior successo, Edoardo Leo». Il futuro, Maccanico, lo dipinge così: «È negli occhi dei giovani. È nella continuità il senso della vita. Per questo sono felice di essere qui». E prosegue: «I punti di aggregazione sono fondamentali, il tema non è l’esclusività, ma la condivisione. Le arene estive lo permettono, ma il cinema d’estate soffre forse perché le infrastrutture tradizionali, le sale, non sono così accoglienti e non ci sono sufficienti arene per un pubblico che sarebbe ben felice di andare a vedere un film anche in questa stagione. Le rendite di posizione di chi fa cinema per 12 mesi l’anno penalizzano chi potrebbe farlo per 1 o 2 mesi».
Un cinema indefinito
Mentre sulla continua diatriba se americani e italiani abbiano gli stessi gusti Maccanico risponde: «Le differenze sono molte. Pensiamo ai trailer. In America ti raccontano tutto il film. Il pubblico non si fida del prodotto e lo convinci solo raccontandoglielo. In Italia, se il trailer svela troppo, il pubblico ha la sensazione di aver già visto il film e perde interesse. In America nascono film che guardano più che al gusto europeo a quello dell’Oriente, per ragioni economiche. Da una parte, le cinematografie indipendenti si rivolgono alle serie tv, dall’altra i blockbuster tendono sempre più al mercato cinese. Noi europei siamo nel mezzo, in una fetta di mercato tutta da conquistare».
Ispirazioni, copie o spunti
Tra i prossimi progetti di Leo, un nuovo film. «Sono ora in fase di scrittura, lo farò con Lucisano e Vision». Lo ritroveremo a Sanremo? «Il Dopo Festival (il più visto nella storia di Sanremo) è esattamente quello che come spettatore avrei voluto vedere da casa. Non credo di poterlo rifare, ma, a onor del vero, non me l’ha richiesto nessuno». Alla domanda sull’attore che lo ha ispirato risponde con «Nino Manfredi, ma non parlerei di ispirazione. L’ho studiato in modo maniacale a tal punto che a volte mi sembra di copiarlo. Dopo aver visto Smetto quando voglio, Erminia Manfredi, moglie di Nino, mi ha scritto che in qualche momento glielo ricordavo. Conserverò queste parole per tutta la vita».
Omaggi e nobili fini
Non poteva mancare da Edoardo Leo in terra campana un ricordo di Pino Daniele e della serata omaggio Pino è: «Ho cantato per anni le sue canzoni senza conoscerne il significato, ma capendo tutto, come succedeva a mia madre con i Beatles e i Rolling Stones. Per comprendere Pino Daniele devi avere un’anima napoletana, ma per averla non è necessario essere di Napoli». Edoardo Leo e Nicola Maccanico hanno ricevuto il Premio Italian Movie Award dal Professor Antonio Giordano di S.H.R.O., partner di Italian Movie Award, esempio di come la visione del cinema e il suo futuro, come la realtà virtuale, possano essere applicati alla ricerca scientifica, per combattere alcuni tipi di tumore e malattie quali l’Alzheimer, e come possano contribuire realmente al progresso della scienza.
Sabato 4 agosto alle ore 21:00, Italian movie arena (ingresso gratuito) è stato consegnato il Premio all’attore ospite Alessandro Borghi, al termine un incontro e domande con gli studenti dell’Italian Movie Master. Ore 22:00 proiezione del film Napoli Velata (drammatico) di Ferzan Ozpetek con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Peppe Barra, Biagio Forestieri.