Jampa Capolongo ci presenta il suo nuovo singolo Non vale di meno

Jampa Capolongo
Jampa Capolongo

Jampa Capolongo ci racconta del suo nuovo singolo Non vale di meno, del suo approccio alla scrittura, del suo rapporto con la Toscana e molto altro

Non vale di meno parte dalla domanda Chi non si è mai sentito solo?

Non necessariamente. Quella è certamente una delle domande che potremmo porci.
Direi che la riflessione invece potrebbe vertere anche su quanto valore abita dentro noi e
che spesso sfochiamo o addirittura non cerchiamo perché siamo abbagliati da altro.

Tu come combatti la solitudine e che rapporto hai con essa?

Non ho paura della solitudine, piuttosto la vedo come un’opportunità. È una fase che va
attraversata, recepita come l’occasione per ascoltarsi e per comprendersi meglio. Per me
è sempre stata una parte necessaria innestata nella normalità. Non si può stare sempre
con qualcuno, non possiamo sempre fare qualcosa. È straordinario anche dedicarsi del
tempo personale, di qualità. Se riusciamo a far questo la solitudine diventa una splendida
alleata.

La Toscana è la tua casa, cosa ti affascina della regione e pensi sia quella giusta per fare musica?

La Toscana e’ una splendida casa. È una regione straordinaria che vive di natura, cibo
sano e persone schiette. Amo Firenze, anche se mi manca un po’ il mare. Per fare
musica…non credo che ci sia un posto migliore di un altro. Nella fase creativa intendo.
Semmai il discorso andrebbe ampliato sulle opportunità di suonarla dal vivo, di viverla nel
contesto sociale. Qui credo si potrebbe fare molto di più. Si potrebbero creare più spazi di
interscambio culturale, più luoghi nei quali ascoltare, condividere e vivere la musica nella
sua pienezza. Se dovessi consigliare una cosa alla politica, consiglierei di investire su
questo perché non farlo sarebbe come regredire di un livello culturale.

Hai scritto musica per il cinema, che tipo di esperienza è stata?

Una delle esperienze più belle della mia vita musicale. Ho imparato che la musica può non
governare da sola ma anzi, può essere persino al servizio di qualcosa d’altro, nel caso dei
film- ovviamente- le immagini. La musica può essere accento, punteggiatura, pausa e
climax emozionale. Una vera narrazione parallela. A livello professionale ho imparato a
contaminare la musica classica alla musica elettronica ad esempio, o anche a
“maneggiare” il suono dal punto di vista del missaggio e della sua spazialità.

Qual è il tuo approccio con la scrittura e da cosa è nata l’esigenza?

Pensa che nell’album che uscirà c’è un brano che si intitola L’urgenza di scrivere. E credo che risponda a pieno a questa domanda. La mia è proprio una urgenza emotiva. Scrivo perché amo raccontare, mi piacciono le storie delle persone, quelle della vita. Attraverso il racconto musicale per me si compie una magia, quella di tramandare attraverso un punto di vista, Ed ognuno, ascoltando o leggendo un racconto, ha la possibilità di riviverlo o addirittura di immedesimarcisi dentro.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Vorrei scrivere anche per altri artisti per mettere un vestito nuovo ai miei racconti e sentirli
vibrare attraverso un’altra voce e dentro un’altra anima artistica. Per quanto riguarda il mio progetto invece, usciranno altri due brani nei prossimi mesi e poi l’intero album
previsto al momento per la primavera 23. Mi piacerebbe strutturare una serie di date live
nei club.

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