John Wick 4, recensione: Keanu Reeves contro tutti nella resa dei conti (forse) finale

John Wick 4 - Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)
John Wick 4 - Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)

La recensione di John Wick 4, quarto e forse ultimo capitolo della serie action con Keanu Reeves iniziata ben 9 anni fa: tra Osaka, Berlino e Parigi la lotta contro la Gran Tavola avrà fine ma ne scorrerà di sangue

Sopravvissuto per un pelo agli eventi di Parabellum, il John Wick di Keanu Reeves è chiamato ad un’ultima missione per liberarsi dalla stretta della Gran Tavola e magari riuscire anche a distruggerla una volta per tutte. John Wick 4 è un frullatore ad immersione di ben 169 minuti che mette assieme tutte le caratteristiche stilistiche, la resa visiva e i temi dei film precedenti per una corsa a perdifiato probabilmente adrenalinica per alcuni e stancante per altri. Voi da che parte starete?

È arrivata la fine?

John Wick (Keanu Reeves) è miracolosamente sopravvissuto agli eventi di Parabellum e ora si trova ad avere anche i suoi vecchi amici come Winston (Ian McShane) contro, mentre l’unica alleanza che potrebbe tenerlo in vita è quella con il Bowery King (Laurence Fishburne). Quando però John commette l’errore di uccidere il Reggente, l’unico uomo più alto in grado della Gran Tavola stessa, il sadico e spietato Marchese De Gramont (Bill Skarsgård) assolda sotto ricatto un pericoloso assassino privo della vista di nome Caine (Donnie Yen) per trovare John e ucciderlo, senza sapere che Caine e John sono vecchi amici. Nel frattempo un altro cacciatore che si fa chiamare signor Nessuno (Shamier Anderson) decide di unirsi alla festa, e partecipare ad una caccia su scala globale dove né i proiettili e né il sangue scarseggeranno.

John Wick 4 - Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)
John Wick 4 – Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)

Il trionfo dell’ipercinetismo

Già a partire dal primo film ormai datato 2014 si era intravista la possibilità che la saga di John Wick potesse prendere il posto di quelli che negli anni ’80 e ’90 erano gli action movie di arti marziali muscolari e pompati portati al successo dai vari Chuck Norris e Jean-Claude Van Damme, con più di un richiamo al cinema di Bruce Lee. Quello che però John Wick aggiungeva era un aggiornamento sia in termini puramente visivi e di messa in scena che narrativi, perché la fotografia ultra patinata e le inquadrature ben studiate e curate si accompagnavano ad un racconto quasi dolente e tragico che parlava di perdita, di solitudine e di redenzione. Certo, non siamo mai stati dalle parti di Cechov o Shakespeare, ma rispetto ad altri eroi d’azione John Wick ha sempre avuto dalla sua una costruzione del personaggio che lavora in sottrazione, e che quindi si oppone in maniera anche interessante all’accumulo di sparatorie, scazzottate, inseguimenti e violenza che invece lo vedono protagonista. John Wick 4 è quindi il vero e proprio trionfo di questo modello ipercinetico, con una macchina da presa vorticante e inarrestabile che lo segue e lo insegue tra inseguimenti nel deserto del Marocco (ricostruito in Giordania), lotte alla lama di katana ad Osaka, sparatorie sotto l’Arco di Trionfo a Parigi e un duello finale all’alba che ricorda per certi versi i western di Leone e Ford.

John Wick 4 - Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)
John Wick 4 – Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)

L’inferno di John Wick

Il film si apre con una citazione tra le più famose dell’Inferno di Dante, tratta dal terzo canto, ed è la frase che si legge sulle porte che conducono all’interno dell’Inferno stesso. In un certo senso la parabola di John Wick 4 è una vera e propria discesa agli inferi all’interno di una notte quasi senza fine, e forse non è un caso che il duello finale si svolga proprio all’alba mentre il resto del film sia ammantato dall’oscurità. La parabola di John arriva quindi a compimento al termine di una pellicola lunga e, per alcuni versi, anche sfiancante che mette costantemente alla prova i sensi dello spettatore e la sua pazienza, ma capace anche di ricompensarlo con almeno un paio di sequenze da manuale, tra cui è impossibile non citare il lungo terzo atto parigino. Ma sono soprattutto l’uomo e il marito  ad uscire fuori in questo John Wick 4, perché tutto il film non è altro che un omaggio e un meritato send-off al personaggio che Reeves ha portato in scena per quasi dieci anni. Un personaggio che parla poco e che fa del dolore fisico ma soprattutto emotivo il suo marchio di fabbrica, un uomo che non è mai riuscito davvero a scappare dalla sua identità di assassino ma che vorrebbe soltanto trovare un po’ di quella redenzione che gli permetta di non finire per sempre dannato, e con essa la pace. Ma, come per Dante, per trovare la strada che conduce al riveder le stelle l’inferno lo devi attraversare tutto pallottola dopo pallottola, tradimento dopo tradimento, colpo dopo colpo.

John Wick 4 - Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)
John Wick 4 – Keanu Reeves (foto Lionsgate Films)

Un vero e proprio tour de force 

John Wick 4 è quindi un quarto (e possibilmente ultimo) capitolo densissimo di personaggi,  sottotrame, location sparse per il mondo e soluzioni visive che lasciano ben poco fiato allo spettatore, nonostante un primo atto che parte più in sordina fino all’arrivo ad Osaka e un secondo atto meno calibrato che nei precedenti episodi. Le quasi due ore e cinquanta minuti di visione reggono quindi piuttosto bene sia pacing che ritmo narrativi, però la sensazione è che in fase di montaggio avrebbero potuto essere sforbiciate un po’ poiché alcune soluzioni tendono un po’ troppo a ripetersi e alcuni personaggi non sembrano essere così indispensabili dal punto di vista funzionale, cosiccome risulta ridondante e francamente anche parecchio scontata la scena dopo i titoli di coda che nulla aggiunge né tantomeno sconvolge rispetto a ciò che si è visto prima. Il regista Chad Stahelski, ormai veterano della serie, procede quindi per addizione e non per scarto, va letteralmente all in chiudendo tutte le linee narrative rimaste in sospeso e facendo tabula rasa di tutti i conflitti esterni e ambientali. Il John Wick di Reeves si ritrova quindi ancora una volta predatore tra i predatori e utilizza il corpo come tempio del suo dolore e della sua sfrenata ricerca di libertà, mentre intorno a lui la carneficina si compie e le strade si riempiono di sangue. Una danza di morte che, almeno per ora, giunge al termine e che proietta John Wick e il suo interprete in un futuro incerto, ma non per questo meno stimolante. Lo fa con il botto questo John Wick 4, un film imperfetto, fluviale e aggressivo ma anche libero nella luce dell’alba. Quella di Parigi, sulla sommità di Montmartre.

John Wick 4. Regia di Chad Stahelski con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Donnie Yen, Ian McShane, Bill Skarsgård, Shamier Anderson e Lance Reddick, in uscita nelle sale il 23 marzo distribuito da 01 Distribution.

VOTO:

Quattro stelle

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