La nostra recensione di Jungle Cruise, la nuova avventura tratta dall’omonima attrazione dei parchi Disney: Emily Blunt e Dwayne Johnson esplorano il Rio delle Amazzoni senza risparmiarsi, per un sano divertimento all’insegna del motto “l’unione fa la forza”
L’antico albero dalle straordinarie proprietà curative
La botanica Lily Houghton (Emily Blunt) parte con il fratello MacGregor (Jack Whitehall) alla volta della foresta amazzonica dopo aver rubato una preziosa punta di freccia a una società di geografi. Il suo unico scopo è quello di cercare un antico albero dalle straordinarie proprietà curative. Giunta sul posto, la giovane decide di affittare un’imbarcazione dal marinaio Frank Wolff (Dwayne Johnson), un piccolo truffatore spiantato tanto ironico quanto coraggioso. Comincia così un’avventura che li porterà a confrontarsi con i pericoli del Rio delle Amazzoni, con le popolazioni indigene della giungla e con i fantasmi di un’antica spedizione di conquistadores risvegliati dal principe tedesco Joachim (Jesse Plemons), deciso a tutto pur di impossessarsi dei petali del leggendario albero per perseguire scopi molto meno nobili rispetto a quelli di Lily.
Emily Blunt e Dwayne Johnson
La coppia di protagonisti di certo non delude. Entrambi riescono a calarsi nei panni di questi due avventurieri, destinati a scontrarsi ma anche ad apprezzarsi e, inevitabilmente, a compensarsi. La Blunt non ha paura di sporcarsi le mani – letteralmente – e veste i panni della tenace Lily Houghton, una donna coraggiosa e piena di ideali che indossa senza alcuna remora i suoi amati pantaloni (insoliti in una “donzella” visto che la pellicola è ambientata nel 1916). Un plauso va poi al suo partner Johnson, bravo nel distaccarsi dal suo passato da wrestler tutto muscoli per ritagliarsi un proprio spazio nel cinema. Quella che mette in campo è una prova attoriale a tutti gli effetti, efficace nel suo essere così profondamente scanzonata.
Dopo I pirati dei Caraibi
Orfani de I pirati dei Caraibi, il pubblico sembra destinato ad apprezzare Jungle Cruise e la divertente avventura che propone. Rispetto al celebre predecessore, i punti in comune non mancano. Prima di tutto, entrambi nascono da un’apprezzata (e affollata) attrazione Disney. In secondo luogo, tutti e due propongono creature spaventose e mutevoli, costrette a pagare le conseguenze di incantesimi e maledizioni. Il confine tra buoni e cattivi è delineato in maniera piuttosto netta, ma alcuni capovolgimenti di fronte sono destinati decisamente a divertire una platea più che variegata. Unica pecca: gli imprevisti risultano piuttosto prevedibili, tra iscrizioni antiche e cartine geografiche da interpretare (nello stile del più classico Indiana Jones), tribù indigene ostili, rapide del fiume, serpenti minacciosi e spiriti maledetti.
Tra commedia e avventura
Diretto da Jaume Collet-Serra, Jungle Cruise propone un’avventura divertente e coinvolgente, dalle interessanti tonalità seppia, che valorizzano i paesaggi dell’Amazzonia e risultano credibili anche dal punto di vista temporale (i primi del ‘900,appunto). Le due ore piene di film attraversano diversi registri, tra cui spiccano inevitabilmente la commedia e l’avventura. Trattandosi di un film Disney, è di certo prevedibile l’arrivo del consueto insegnamento di fondo: l’unione fa la forza. Stavolta, tuttavia, la forzatura e la reiterazione del “motto” appaiono molto meno drastici rispetto ad altri titoli (quali ad esempio Raya e l’ultimo drago). Un bene, perché in questo modo la leggerezza della trama non viene minimamente intaccata. Divertenti anche i due personaggi interpretati da Jesse Plemons – credibilissimo cattivo – e Jack Whitehall – cui spetta il compito di portare avanti (sempre con i giusti toni) i diritti della comunità LGBT.
Jungle Cruise, distribuito da Walt Disney Pictures, arriva nelle sale il 28 luglio e in streaming su Disney+ con Accesso VIP dal 30 luglio. Nel cast anche Édgar Ramírez, Paul Giamatti, Andy Nyman e Veronica Falcón.