Kinds of Kindness, conferenza con Lanthimos e il cast: “Il cinema parte dal corpo”

La conferenza stampa di Kinds of Kindness dal Festival di Cannes, dov’è stato presentato in concorso, col regista Yorgos Lanthimos e tutto il cast, a partire da Emma Stone e Jesse Plemons: “Il mio cinema è osservare la vita, che è oscura e dannosa, ridicola e imbarazzante”

Era uno de film più attesi di Cannes 2024 Kinds of Kindness (qui la nostra recensione in anteprima) e ha già fatto parlare di sé, specialmente per l’alto tasso di violenza, le scene di sesso esplicite e una certa morbosità dello sguardo del regista Yorgos Lanthimos. Con questo film torna ad un cinema delle sue origini e ritrova perfino il suo vecchio sceneggiatore nominato all’Oscar Efthymis Filippou, ma il cast e le ambizioni rimangono di livello assoluto: Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe e Margaret Qualley sono i quattro protagonisti, chiamati ad interpretare di volta in volta personaggi differenti.

La storia, o meglio le storie, fanno convergere tre veri e propri segmenti narrativi in un unico film. Nel primo Plemons è un uomo che fa di tutto pur di ritornare nelle grazie del proprio dispotico capo (Dafoe) e di sua moglie (Qualley), finché non scoprirà che una donna (Stone) sta prendendo possesso della sua vita e del suo lavoro. Nel secondo un poliziotto (Plemons) comincerà a sospettare che la propria moglie (Stone), dispersa in mare e appena tornata a casa, sia un’impostora. Infine, nel terzo episodio, troviamo la vicenda surreale di due appartenenti ad un culto religioso (Plemons e Stone), che vengono incaricati di trovare il prescelto in grado di far resuscitare i morti con il solo tocco.

“Kinds of Kindness è nato nella mia testa molto prima che cominciassi a lavorare a Poor Things (Povere creature), e ci ho lavorato durante le riprese di quel film. Una volta terminate le riprese mi sono detto di non aspettare, di sfruttare il momento e così ho chiamato Emma e lei mi ha seguito. Erano anni che volevo realizzarlo, perché questo è il cinema che voglio fare: un cinema che parta dal corpo e da coloro che lo abitano, un cinema che mi permetta di osservare la vita che è oscura, dannosa, ma anche ridicola e imbarazzante. Ho lavorato quindi sul corpo, sul suo linguaggio ed è il corpo la chiave per leggere tra le righe di questo film.” ha dichiarato Yorgos Lanthimos in apertura.

Protagonista femminile è invece Emma Stone, ormai musa del cineasta greco per il quale nutre una forte ammirazione artistica. “Yorgos mi capisce, mi legge dentro, l’ho amato sin da quando vidi Dogtooth molti anni fa. Come ha già detto anche lui in questo film il corpo è una componente fondamentale e noi non siamo soliti affrontare in maniera intellettuale i film che realizziamo assieme. Così come era avvenuto in Poor Things, anche in Kinds of Kindness ho imparato man mano a relazionarmi con il personaggio attraverso come si muove e cosa fa. Non sono quel tipo di attrice che accetta i film dicendo ‘Voglio davvero girarlo per via del suo messaggio’, per me parte tutto dal personaggio.”

“Se il personaggio mi attrae, se lo trovo interessante come in questo caso allora parto da lì. Il mondo in fondo è un posto interessante, e io voglio esplorarlo sia come attrice che come donna.” E, a proposito del sottotesto femminista presente in Poor Things, “Sono una femminista, nel senso che non importa se dietro ci sia o meno dell’attivismo, per me è una cosa sensata. Sono una femminista e amo lavorare con Yorgos Lanthimos!”. Willem Dafoe è invece alla sua seconda collaborazione con il regista greco, di cui si professa grande estimatore: “Ti fornisce sempre un ottimo punto di partenza, ti applichi, cerchi di immergerti nelle parole e le azioni del personaggio, lui (Lanthimos) ti guarda e non sempre è chiaro quello che lui vuole e che tu vuoi, ma fa parte del processo ed è bello per questo. È concreto.”

Jesse Plemons è invece il protagonista maschile di tutti e tre segmenti, ed è alla sua prima collaborazione con Lanthimos. “La mia esperienza è stata quella di un processo lento e graduale, ha tutto a che vedere con la fiducia e in questo le prove sul personaggio hanno aiutato. Ho superato il tentativo di intellettualizzare tutto quello che leggevo, mi sono fatto prendere dalle storie e dai personaggi che man mano mi sono penetrati dentro senza che io glielo chiedessi. Anche dopo aver letto la sceneggiatura più volte tutto questo mondo mi è letteralmente entrato in testa senza che io lo comprendessi necessariamente, e credo che in questo caso io mi sia più che altro affidato al mio istinto.”