Knockout, recensione del divertente e profondo film di Niki Iliev

Knockout

Knockout di Niki Iliev fonde con estrema efficacia romanticismo e comicità. Un uomo e una donna emarginati e assurdi trovano nella loro instabile unione sentimenti che vanno oltre qualsiasi convenzione: emozioni pure e genuine che rendono le persone tutte uguali e tutte diverse, tutte esseri umani.

Incontri dolcemente assurdi

In Knockout Aron è un ex pugile, psicologicamente instabile, che per vivere canta in un locale notturno insieme a Bobby. Incontra Jana, sorella di Bobby, che ha dei comportamenti strani simili a quelli di Aron. Tra loro si instaura uno strano rapporto, per certi versi assurdo, per altri molto dolce e sicuramente imprevedibile: sono entrambi pronti a esplodere da un momento all’altro. Bobby vorrebbe utilizzare questa situazione a proprio vantaggio: convincere Aron a tornare sul ring per combattere contro di lui smettendo di essere, così, sempre pieno di debiti. Questo obiettivo si rivela più difficile del previsto e lo stesso Bobby inizia a domandarsi se sia la cosa giusta da fare anche per loro due, oltre che per se stesso.

Ritrovarsi e riconoscersi

Aron non guarda le persone negli occhi, Jana non riesce a stare in mezzo alla gente, Aron si dimentica tutto ciò che dice e fa, se qualcuno tenta di parlare con Jana lei riesce solo a scappare via, ma qualcosa scatta tra i due: sembra che si riconoscano come emarginati, tenuti a distanza e soli nel loro mondo. Jana è abituata ad essere sempre nel suo ambiente  protetto, con suo fratello Bobby e la giornata scandita da strani momenti in cui si chiude in se stessa. Lei e Aron stravolgono le loro abitudini l’uno per l’altra, incoraggiati da Bobby e da chiunque voglia trarre vantaggio da questa unione, senza pensare che potrebbero andarci di mezzo due persone fragili e indifese, appunto due esseri umani come tutti gli altri.

Aron e Jana
Gari Dourdan e Sanya Borisova-Ilieva in una scena del film

Uguaglianza

Aron e Jana vengono usati e sfruttati da tutti anche se questo nel film viene lasciato trapelare in modo sottile, ad esempio dal senso di colpa finale di Bobby. Il tema centrale del lungometraggio di Niki Iliev è infatti perfettamente incarnato dal personaggio del fratello di Jana: la diversità non può far altro che arricchire, anziché generare paura, e le persone devono avere gli stessi diritti (soprattutto la libera scelta), perché gli altri vanno accettati e non allontanati. Aron e Jana sono puri e sinceri: sembrano sforzarsi di non fare nulla mai solo per se stessi, ma sempre per altre persone. Provano a cambiare comportamenti con cui hanno sempre cercato di affrontare la vita per aiutare gli altri e per accettare quel sentimento di amore e connessione che sentono l’uno per l’altro.

Sensazioni sottili

Il film è divertente e genuino, molto dolce e con un forte messaggio: si parla di diversità e accettazione. Le due ottime performance attoriali (Gary Dourdan e Sanya Borisova-Ilieva) che interpretano rispettivamente Aron e Jana rendono il film ancora più poetico e tenero. Tuttavia a volte il ritmo cala, soprattutto nella confusione che si crea su chi sia il vero protagonista della storia, quando ad esempio i personaggi parlano al pubblico raccontando le loro vicende. Il tormento e i sensi di colpa di Bobby arrivano troppo tardi e il legame tra Aron e Jana sembra poi concludersi troppo velocemente, nonostante sia, senza dubbio, la parte più interessante e riuscita del film.

Knockout, diretto da Niki Iliev, con Gari Dourdan, Sanya Borisova-Ilieva, Orlin Pavlov, Bashar Rahal, Diana Lyubenova, James Tumminia è stato presentato alla Festa del Cinema Bulgaro 2018.

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