La nostra recensione de La cena perfetta, dramedy culinaria di Davide Minnella, con Salvatore Esposito camorrista impacciato e Greta Scarano brillante chef in una gustosa fiaba sentimentale sulle seconde possibilità
Bastasse una pasta e patate gourmet o un empanada croccante per porre fine ai conflitti e far sgorgare il buono anche dall’animo apparentemente più marcio, al mondo non esisterebbero altro che pace e convivialità. Ha un che di catartico, dunque, vedere il cuore di un mafioso sciogliersi di fronte una pastiera buona come quella della nonna ne La cena perfetta, dramedy culinaria di Davide Minnella. Salvatore Esposito, il Genny Savastano di Gomorra – La serie, (che ha anche collaborato alla sceneggiatura) torna a vestire i panni di un camorrista in una fiaba sentimentale tanto inverosimile quanto gustosamente coinvolgente.

Sotto il segno del Picchio Blu
Carmine (Salvatore Esposito) è stato cresciuto dalla nonna e dal boss della camorra Pasquale Pizzuto (Gianfranco Gallo), cui il padre del protagonista aveva salvato la vita sacrificandosi. Secondo il boss, però, Carmine non ha la tempra del criminale e lo spedisce a Roma perché gestisca un ristorante di facciata attraverso cui riciclare denaro. Qui il ragazzo incontra Consuelo (Greta Scarano), una giovane e dirompente chef, precedente proprietaria del ristorante, in cerca di riscatto. Tra battibecchi e ammiccamenti i due riapriranno le porte del Picchio Blu, un ristorante intenzionato a guadagnare una stella Michelin. Il passato di Carmine, però, tornerà ad infestarlo.

Cucina, amore e malavita
La cena perfetta è un bizzarro minestrone capace di tenere insieme una zuccherosa storia d’amore nata tra i fornelli e tinte crime da mafia movie con coerenza. Se da un lato si cerca di evitare una deriva da soap opera attraverso l’interessante caratterizzazione dei personaggi, dall’altra si edulcora molto la drammaticità del contesto mafioso senza mai scadere in una problematica idealizzazione. Fulcro della narrazione è una riflessione sul riscatto e sulle seconde possibilità. Carmine è stordito dalle idee inculcategli da Pasquale, ai cui occhi cerca di mostrarsi impavido ed efficiente; il suo animo gentile ed altruista cozza però con l’ambiente criminoso in cui è cresciuto. Consuelo, d’altra parte, rinnega le sue origini argentine e si ritrova vittima di autopunitivo circolo vizioso che le impedisce di manifestare al meglio le sue doti di cuoca. Il Picchio Blu diventa, per entrambi, una zona franca in cui imparare a conoscersi, ritrovarsi e prendere in mano le redini delle loro esistenze.

Un piatto gustoso
Salvatore Esposito, punta di diamante de La cena perfetta, infonde al suo Carmine una tenerezza che scalda il cuore: è impossibile non fare il tifo sin dalla prima scena per questo gigante gentile desideroso di trovare la propria strada. Risulta, invece, molto più difficile empatizzare con il personaggio di Consuelo, non solo per l’asprezza del carattere della ragazza, dovuta a traumi pregressi, ma anche per un’interpretazione di Greta Scarano forse troppo caricata. Irresistibile al contrario è la spalla comica interpretata da Gianluca Fru, così come particolarmente convincente è anche il boss della camorra di Gianfranco Gallo. A livello registico Minnella opta per un’estetica molto mainstream punteggiata da guizzi leziosi che non vanno ad inficiare troppo sulla fluidità della messa in scena. Lodevole risulta, inoltre, la cura nella presentazione delle pietanze, affidata alla chef stellata Cristina Bowerman che si concede anche un simpatico cameo. La ciliegina sulla torta di una ricetta gustosa.
La cena perfetta. Regia di Davide Minnella. Con Salvatore Esposito, Greta Scarano, Gianluca Fru, Gianfranco Gallo, Antonella Attili e Antonio Grosso. Al cinema dal 26 aprile, distribuito da Vision Distribution.
3 stelle