La nostra recensione de La persona peggiore del mondo, brillante tragicommedia norvegese sulla caotica vita di una volubile giovane interpretata da Renate Reinsve, premiata come miglior attrice a Cannes
Al regista norvegese Joachim Trier bastano quattordici tessere per comporre un mosaico generazionale di una tenerezza rivelatrice, autentico e geniale. La prova di ciò è La persona peggiore del mondo, film che danza con una sensualità educata tra il dramma romantico destrutturato e il coming of age dal sapore di commedia. Protagonista indiscussa di questa toccante danza è la scoppiettante Renate Reinsve, insignita del premio come miglior attrice al Festival di Cannes 2021, dove la pellicola è stata presentata.
L’imprevedibile Julie
Diviso in dodici capitoli, più un prologo ed un epilogo (le quattordici tessere di cui prima) il film è racconto della caotica vita di Julie (Renate Reinsveen), giovane donna volubile e contraddittoria, tanto impegnata a vivere appieno la propria esistenza da fuggire da ogni situazione che la limita o non la soddisfa abbastanza. La sua imprevedibilità viene messa a dura prova quando si innamora del fumettista Aksel (Anders Danielsen Lie), più grande di lei e desideroso di stabilità. Il destino però riserva per Julie ancora tante sorprese che prenderanno le sembianze dell’aitante Eidvin (Herbert Nordrum).
Trovare se stessi
Julie è una donna alla costante ricerca di ciò che possa soddisfarla al meglio. Non c’è becero edonismo nella volubilità della protagonista, anzi si manifesta in lei un’ansia di vita genuina. Il film infatti, attraverso una scrittura brillante e trovate geniali, rende manifesto come l’oggetto della quête della nostra eroina, solo apparentemente irresoluta, è sé stessa. La protagonista cerca la migliore manifestazione di Julie. Per non ritrovarsi ad essere ‘la persona peggiore del mondo’ è pronta a mettere in discussione tutto, anche le relazioni più importanti della sua vita, siano esse familiari o amorose.
È nata una stella
La persona peggiore del mondo probabilmente non esisterebbe senza la sua interprete principale. Parola del regista, che dice di aver scritto il film per Renate Reinsve, al suo primo ruolo da protagonista. Una scommessa vinta a mani basse. Se Julie resta credibile e coerente in tutte le sue evoluzioni grande merito va dato alla strepitosa interpretazione della sua attrice. Reinsve è un talento puro, accoglie il suo personaggio e lo rende proprio con una maturità sorprendente, donandole sensualità, gentilezza e una profonda maturità. È impossibile non empatizzare con Julie: lo spettatore è catturato dalla capacità dell’attrice di mettere a fuoco ogni sentimento e ogni nuova sensazione che prova la protagonista con un’ecletticità emozionante. La chimica che Reisnve costruisce con i suoi due comprimari principali, Danielsen Lie e Nordrum, tra l’altro, non fa che amplificare la riuscita della sua interpretazione.
Un film brillante
La persona peggiore del mondo si fa beffe del moralismo e riflette con estrema efficacia sull’influenza che il giudizio altrui può avere nella crescita di ogni individuo. Con altrettanta maestria volteggia tra temi che vanno dall’inesorabilità del cambiamento e dello scorrere del tempo alla libertà di espressione in ambito artistico, fino all’impegno ecologico e civile. Il ritratto di una giovane donna controcorrente permette al film di farsi veicolo di un femminismo arguto e propositivo. Al contempo la pellicola mostra la sua vocazione di mappa generazionale quando indaga le ansie ed i desideri dei Millennials che Julie esperisce in prima persona. Destrutturando inoltre il genere di riferimento, quello della commedia romantica, il film si trasforma in una tragicommedia emozionante dall’umorismo brillante, capace di arrivare a qualunque tipo di pubblico. E pensare che il giorno prima di ricevere la telefonata in cui il regista le ha proposto il ruolo di Julie, Renate Reinsve aveva deciso di darsi alla falegnameria…
La persona peggiore del mondo. Regia di Joachim Trier. Con Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum, Maria Grazia Di Meo, Hans Olav Brenner, Silje Storstein, Marianne Krogh e Vidar Sandem. Uscita al cinema 18 novembre 2021, distribuzione Teodora Film.