La porta rossa 2 è, come sempre, l’appuntamento settimanale con l’ansia e la suspense, si sa. Ma quest’ultima puntata ha riservato tantissime novità e molti chiarimenti, pur mantenendo sempre una trama densa e complessa.
La scoperta della Fenice
Indubbiamente una puntata ricca di sorprese quella che ieri sera ha tenuto incollati oltre due milioni e mezzo di telespettatori. Tante le novità che hanno investito come un uragano i nostri protagonisti.
Mancano soltanto due giorni al 28 giugno, data in cui, nella visione di Cagliostro (a cui dà voce e corpo Lino Guanciale), verrà rapita sua figlia; il tempo sta finendo ed il commissario cerca di trovare una risposta ai tanti dubbi che lo tormentano, a cominciare dalla Fenice, l’associazione colpevole di essersi occupata di traffici illeciti e della morte di numerosi bambini. È ormai chiaro che a far parte di questa sorta di setta siano i Silvestrin (interpretati da Luciano Virgilio e Alessandro Averone), don Giulio (Massimo Palazzini) e Patrizia Durante (Pia Lanciotti): ma chi è il capo? Grazie anche all’aiuto della mamma di Vanessa, il fantasma di Cagliostro scopre l’identità di questa persona, che si rivela essere il Procuratore Vittorio Alessi (Roberto Citran), persona deputata alla difesa di Anna Mayer (Gabriella Pession) e Antonio Piras (Ettore Bassi) nel processo contro Stefano Rambelli (Antonio Gerardi). Ma non solo: Alessi risulterebbe anche implicato nella falsificazione della perizia calligrafica in merito alla lettera scritta da Piras poco prima di togliersi la vita (suicidio tra l’altro ancora da definire) e nell’omicidio della giornalista Lucia Bugatti (Raffaella Rea), sorella di un ex membro della Fenice e colpevole di essere al corrente di troppe informazioni in merito alla setta.
Anna Mayer, stanca di fuggire dalla polizia e consapevole dell’accusa pendente sul suo capo, si costituisce, ma accusa Alessi di un complotto eseguito alle sue spalle e di cui Piras sarebbe stato forse a conoscenza. A dare una mano nella risoluzione delle indagini sono Stella e Paoletto (rispettivamente Elena Radonicich e Gaetano Bruno), i quali, anche senza il permesso di Jamonte (Fortunato Cerlino), decidono di portare avanti le inchieste e di trovare la chiave di lettura di tutte queste morti sospette. È anche grazie a loro che verranno fatte nuove e sensazionali scoperte, tra cui la vera identità di Leonardo Cagliostro, loro collega e amico.
I colpi di scena non finiscono mai
Quante volte può morire il commissario Cagliostro? Ne La porta rossa 2 a quanto pare tante. La prima volta sicuramente nell’agguato in cui ha perso la vita; la seconda quando Rambelli è riuscito a farla franca ed a uscire dalla prigione, ma non solo. La vita di Leonardo Cagliostro è sempre stata difficile e piena di tormenti. Cresciuto in un orfanotrofio a Trieste senza la possibilità di conoscere i genitori biologici, il commissario ha sempre contato sulla figura del suo superiore, Stefano Rambelli, colui che poi l’ha ammazzato. Nella puntata di ieri, però, Cagliostro ha finalmente scoperto di essere il figlio di Jonas Sala (Andrea Bosca) e Silvia Pes (Antonia Liskova), un figlio nato a seguito del coma del padre e portato in orfanotrofio direttamente da Rambelli. Una scoperta che travolge emotivamente Leonardo e che lo devia dagli altri pensieri che in quel momento lo tormentano: chi ha ucciso Rambelli? Chi ha ricattato tutti i membri della Fenice? Chi rapirà sua figlia?
Pare proprio che per dare una risposta a tutte queste domande si debba aspettare mercoledì prossimo. Intanto al pubblico restano ben impresse le immagini dell’incontro tra il fantasma di Rambelli e quello di Cagliostro, ma soprattutto la fragilità del commissario che ancora una volta dimostra la sua totale umanità anche nella sua dimensione eterea.
Ancora una volta un cast all’altezza delle aspettative
Superlative anche in questa puntata le interpretazioni di Andrea Bosca e dell’amico e collega Lino Guanciale. Un’infinità di espressioni, una durezza nello sguardo che ha saputo colmare il vuoto dei dialoghi. Non sono serviti gesti o parole per spiegare il dolore e la disperazione di due uomini a cui è stato tolto tutto, i figli, la vita, il futuro, la possibilità di essere padri. Due uomini così apparentemente diversi e così incredibilmente vicini, due vite spezzate in modi differenti dalla stessa persona e con una voglia di riscatto innata. Attori capaci e in grado di far emozionare il pubblico.
Una trama estremamente densa di eventi
Tanti, forse troppi eventi da raccontare in poco tempo. La porta rossa 2 si sta sempre più rivelando densa si eventi: lo spettatore non può perdere nemmeno un attimo della puntata perché potrebbe non ritrovare più il filo logico della narrazione. Benché la sceneggiatura ed il cast siano assolutamente all’altezza delle aspettative, la trama non permette cali di attenzione e lascia ben poco spazio al relax tipico di una serata davanti alla TV. L’ultima puntata darà una risposta a tanti dubbi ed interrogativi e metterà lo spettatore alla luce di troppe domande che ancora aleggiano su questa seconda stagione.