La recensione de La regina degli scacchi, una serie tv da vedere tutto d’un fiato: una storia che appassiona, girata con eleganza, che colpisce anche (e soprattutto) per Anya Taylor-Joy e i suoi meravigliosi abiti
The Queen’s Gambit
La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit nel titolo originale) racconta la storia di Elisabeth Harmon (Anya Taylor-Joy) dagli 8 ai 22 anni. Rimasta orfana dopo la morte della madre, la bambina è costretta a passare la sua infanzia in un orfanotrofio. È lì che scopre gli scacchi grazie alle lezioni impartitegli di nascosto dal custode, il signor Shaibel (Bill Camp), ed è sempre lì che comincia la sua dipendenza dai tranquillanti. Adottata da Alma Wheatley (Marielle Heller) e da suo marito Lexington, è costretta a lasciare la sua amica Jolene (Moses Ingram) e a trasferirsi in Kentucky. Da bambina prodigio a campionessa degli scacchi, il passo è breve.
Beth comincia a farsi notare nei tornei più piccoli per poi vincere contro avversari accreditati quali Harry Beltik (Harry Melling), Benny Watts (Thomas Brodie-Sangster) e il suo grande amore non corrisposto Townes (Jacob Fortune-Lloyd). Insieme alla popolarità, tuttavia, cresce anche la dipendenza da droghe e alcol. Ma ad attenderla c’è la sfida più grande: battere in Russia il celebre maestro Borgov (Marcin Dorociński).
Il fascino degli scacchi
Tratto dall’omonimo romanzo del 1983 di Walter Tevis, La regina degli scacchi accende le luci della ribalta su un’attività elitaria come gli scacchi. Il gioco non è certamente per tutti, visto che i campioni posseggono quasi sempre capacità specifiche nell’analisi, nella memoria, nella strategia e, perché no, anche nella matematica e nella statistica. Se a primo impatto gli scacchi possono apparire affascinanti ma anche molto seriosi, questa serie tv che ha sbancato prima negli States e poi in tutto il mondo, riesce a restituirne unicamente il fascino.
Linguaggio tecnico ma abiti glamour
L’utilizzo di un linguaggio piuttosto tecnico non appesantisce minimamente la narrazione. Al contrario, la regina degli scacchi riesce a parlare a tutti, ad appassionare e a tenere incollati alla poltrona. Tutto questo senza trascurare il realismo e una certa veridicità, tanto da portare la Comunità Internazionale degli Scacchi a esprimere un profondo apprezzamento per il lavoro fatto dal regista e ideatore Scott Frank (in collaborazione con Allan Scott). Affascinanti poi i costumi. Questi, oltre a rispecchiare un periodo iconico come gli anni ’50-’60, rappresentano forse l’unico vezzo meramente femminile della protagonista. Beth ama indossare vestiti alla moda e si concede il lusso di apparire giovane e bella: un punto per il femminismo, ma anche per il pubblico che non potrà non ammirare i suoi incantevoli look.
Anya Taylor-Joy, star nascente
Saltano subito all’occhio il fascino magnetico e la bravura di Anya Taylor-Joy, vera rivelazione della Hollywood più recente. Dopo Emma e The New Mutans, la giovane attrice statunitense si conferma magnetica e particolarissima, perfetta quando interpreta personaggi pieni di sfumature che non possono essere incasellati precisamente tra i buoni o tra i cattivi. Accanto a lei un cast folto, che mette in scena personaggi mai piatti (merito anche della buona penna di Walter Tevis), fondamentali per farsi portavoce non solo del mondo degli scacchi ma anche testimoni di un’epoca ricca di contraddizioni e cambiamenti. Il risultato è sorprendente: una serie tv da non perdere.
La regina degli scacchi è disponibile su Netflix dal 23 ottobre 2020.