La recensione de La stranezza, il film di Roberto Andò candidato a 14 David di Donatello: una storia in cui teatro e cinema si sostengono a vicenda con Toni Servillo, Ficarra e Picone
La stranezza
1920. Luigi Pirandello (Toni Servillo) torna nella sua Sicilia per il funerale della sua amata balia e si imbatte in due teatranti amatoriali, Nofrio (Valentino Picone) e Bastiano (Salvo Ficarra), che di mestiere fanno i becchini. Lo scrittore è ossessionato da un’idea strana e ancora indefinita, la creazione di una nuova commedia, ma allo stesso tempo non riesce ad essere indifferente al fascino singolare dei due. Per questo ne spia le prove e assiste alla prima della loro nuova farsa, facendo sua ogni minima parola e ogni minimo gesto di quella comunità dolente dalla quale sembra insieme divertito e turbato. L’anno successivo, a Roma, si tiene la prima della pièce Sei personaggi in cerca d’autore. In platea ci sono anche Nofrio e Bastiano, inconsapevoli che ciò che li aspetta è un finale assolutamente imprevedibile.
Alla ricerca dell’ispirazione
Luigi Pirandello sente una “stranezza” fin da quando è bambino: ancora non lo sa ma si tratta della preziosa – ma anche tanto agognata – ispirazione. Mai avrebbe pensato, però, che l’incontro con due cassamortari / attori lo avrebbe travolto così nel profondo. Questo spunto narrativo dà il via ad una conoscenza destinata a cambiare per sempre la vita di tutti e tre i personaggi chiamati in ballo. Se Pirandello riuscirà infatti a creare la sua celebre pièce Sei personaggi in cerca d’autore, i due ignari commediografi troveranno la conferma di quella freschezza che rappresenta il loro talento naturale.
L’incontro tra Ficarra, Picone e Toni Servillo
Ficarra e Picone si buttano in questa storia con l’ironia e la semplicità che li contraddistingue. Nofrio e Bastiano sembrano cuciti addosso ai due comici siciliani e questo li aiuta ad offrire al pubblico un’interpretazione non solo convincente ma soprattutto ispirata che, non a caso, è valsa loro la candidatura ai David di Donatello come Migliori attori protagonisti (qui tutte le nomination, 14 in tutto per La stranezza). Toni Servillo lavora invece per sottrazione, abbraccia il rigore del suo personaggio e propone una recitazione elegante seppur innegabilmente impostata. L’incontro tra stili così diversi non guasta affatto: al contrario, diventa sinonimo di ricchezza.
Fascino sofisticato ma autentico
Roberto Andò realizza un film che si fa notare, caratterizzato da un ottimo cast e da una storia che valeva la pena di essere raccontata. La stranezza, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella Sezione Grand Public, riesce infatti a far incontrare teatro e cinema con eleganza senza rinunciare a qualche sana risata. Alcuni passaggi risultano meno scorrevoli, ma basta un pizzico di pazienza per andare avanti e godersi lo spettacolo. I personaggi secondari risultano infatti ben scritti (gustosissimi gli attori della compagnia teatrale con la quale si trovano a fare i conti Sebastiano Vella e Onofrio Principato), mentre il fascino del dialetto siciliano riesce a garantire autenticità senza appesantire lo spettatore.
La stranezza, distribuito da Medusa Film, è arrivato nelle sale italiane il 27 ottobre 2022. Diretto da Roberto Andò, il cast è formato da Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma, Aurora Quattrocchi, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Filippo Luna, Tuccio Musumeci, Luigi Lo Cascio, Renato Carpentieri, Paolo Briguglia, Tiziana Lodato, Brando Improta, Angelo Del Romano, Sara Mennella e Marta Lìmoli.