Il secondo episodio di American Crime Story: L’assassinio di Gianni Versace ci racconta la follia di Andrew Cunanan e delle sue azioni nei giorni precedenti l’omicidio di Gianni Versace. Ma ci sono anche diversi eventi riguardanti Gianni, la sua vita privata e la sua storia d’amore con Antonio d’Amico. Eventi che ci vengono narrati sulla base del libro scritto da Maureen Orth e delle teorie della giornalista.
American Crime Story: L’assassinio di Gianni Versace, la serie tv che ha esordito la scorsa settimana nel mondo, raccogliendo consensi da parte di pubblico ma anche molte critiche. Nel primo episodio abbiamo lasciato la famiglia Versace nel pieno del dramma che li ha colpiti nel 1997.
Caccia all’uomo
In questo secondo episodio, Ryan Murphy ci fa salire su un’altalena temporale. Passiamo così dal post-mortem al periodo in cui lo stilista italiano si confrontava con le persone a lui più care: la sorella Donatella ed il compagno Antonio. Entrambi sono legati a lui in maniera profonda e forse proprio per questo tra loro si viene a creare un muro di gelosia. Lei non condivide le abitudini del cognato, non lo reputa all’altezza del suo amato fratello e si sente quasi esclusa dalla sfera affettiva di Gianni. Lui, dal canto suo, non è certo un santo ma sembra finalmente in grado di riconoscere la rarità del sentimento che lo lega allo stilista.

La follia di Andrew Cunanan
Come già era emerso nella prima puntata della serie, infatti, è Darren Criss il vero protagonista della serie, incentrata più sulla mente malata e perversa di Cunanan piuttosto che sulla vita di Gianni Versace. Le sue strategie, le sue bugie, lo rendono infatti un personaggio quasi horror, con dei caratteri resi ancora più spaventosi dal contrasto con colori e luci allegri e sgargianti di cui si circonda.
Un bugiardo patologico, invidioso, egocentrico e dilaniato da un senso di superiorità che aveva bisogno di alimentare con le sue bugie, Cunanan sembrava impegnarsi a fondo perché tutti i cliché relativi al mondo che frequentava venissero rafforzati dal suo operato. Convinto di essere una potenziale star, ostacolato solo dalla sfortuna, Cunanan era noto per non prendersi mai la responsabilità delle proprie azioni.

L’atmosfera ricreata nella serie
Come già detto la serie è ispirata al libro scritto da Maureen Orth, quindi tutto ciò che succede nella serie, restano di fatto una teoria della Orth. Come, del resto, numerosi aspetti del comportamento di Cunanan. Ci sono le testimonianze, certo. Come quella di Ronnie (interpretato dal Max Greenfield di New Girl), ma la documentazione di un fatto è ben altra cosa. Quello che invece vuole ricreare la serie servendosi della Musica come strumento per ricostruire l’atmosfera dell’America di quegli anni.
L’omicidio di Gianni Versace vuole ricordare attraverso i flashback e i frammenti di immagini le tematiche fondamentali degli anni ’90. Per esempio con la discussione fra Gianni e Donatella sull’eccessiva magrezza delle modelle, si riapre un tema che emerse prepotentemente proprio durante quel periodo, coinvolgendo il mondo della moda e l’opinione pubblica. Oppure vuole raccontarci di come l’omosessualità venisse vista con disprezzo, e come l’immaginario collettivo la associasse immancabilmente a una vita sregolata e riprovevole. L’episodio vuole immergerci in un clima in cui la discriminazione, i pregiudizi e il ricatto morale impedivano, di fatto, alle persone di vivere apertamente la loro vita.
American Crime Story, anche stavolta, si conferma come uno show originale e ben scritto, capacissimo di raccontare una storia vera, ma con tutte le caratteristiche del thriller.
Qui troverete le recensioni di tutti gli episodi di American Crime Story: L’assassinio di Gianni Versace.