La nostra recensione di Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta, opera seconda di Gianluca Jodice con Mélanie Laurent e Guillaume Canet: non un dramma storico, ma un minuzioso studio sulla caduta del potere e dello status quo attraverso uno dei suoi simboli
Dopo D’Annunzio Gianluca Jodice torna alla Francia di fine ‘700 con Le Déluge – Gli ultimi giorni di Marian Antonietta, raccontando però ancora una volta gli eventi che segnano la fine di un’era, quindi di uno status quo e quindi di un potere che fin lì gli ha permesso di prosperare. Ad interpretare l’ultima Regina di Francia è la sempre magnetica Mélanie Laurent, mentre Guillaume Canet si fa invecchiare per entrare nei panni di re Luigi XVI proprio nei giorni in cui Parigi è presa d’assalto dalle folle di manifestanti. Jodice rifugge il dramma storico, concentrandosi invece sul diluvio del titolo e cioè la caduta inarrestabile della monarchia.
Prigionieri dorati
Quando si parla Maria Antonietta (Mélanie Laurent) e Luigi XVI (Guillaume Canet) vengono subito alla mente merletti, alte parrucche, vestiti sgargianti, Versailles oppure la ghigliottina. Tra questi due estremi, c’è un tempo che nessuno ha mai raccontato: i pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figli vennero incarcerati in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Un tempo breve e condensato, dove tutte le maschere caddero: quella dei due reali come figure pubbliche e private e quelle della Storia che voltò definitivamente pagina.
Dei, uomini, morti
Sono tre i capitoli che scandiscono gli atti, e in un certo senso anche i cambiamenti, di Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta. Nel primo – chiamato appunto Dei – vediamo i reali interpretati con grande efficacia sia da un invecchiato Guillaume Canet che da una dolente e intensa Mélanie Laurent continuare la propria vita come nulla fosse, incuranti più che inconsapevoli della grande rivoluzione che si respirava nell’aria e nelle strade di Parigi, fuori dai magnifici palazzi del potere. Nel secondo – Uomini – li vediamo finalmente spogliarsi della propria regalità e del proprio privilegio per cercare di entrare a patti con la Storia. Nel terzo – Morti – vediamo l’Apocalisse compiersi, ineffabile e spietata.
Ma se in molto cinema del passato il racconto della vita (o meglio della fine) di Maria Antonietta e di suo marito incrociavano la tragedia solo attraverso la farsa e lo sberleffo, Jodice invece va fino in fondo a questa discesa graduale negli inferi personale prima ancora che politica, umana prima ancora che istituzionale. Ancora una volta il fetore della Morte è vicinissimo nel cinema del regista napoletano, e in qualche modo tutti i suoi personaggi sono condannati a percepirlo, a temerlo ma anche ad abbracciarlo. L’ultimo re e l’ultima regina di Francia per diritto divino, figure accostabili al mito più che alla storiografia, in Le Déluge acquistano umanità e complessità di fronte alla fine, loro e quella di un’epoca intera.
La fine di tutto
Una fine che viene evidenziata dalla voluta e ricercata veridicità storica sia nella scrittura (dello stesso Jodice assieme a Filippo Gravino), che nella messinscena tutta a partire dalla fotografia sempre più tetra e funerea di Daniele Ciprì man mano che si arriva all’atto conclusivo, passando per le scenografie di Tonino Zera o il montaggio di Giuseppe Trepiccione. Una rappresentazione lontana dal folklore o dall’afflato pop, quasi teatrale nella sua composizione e nella struttura, volta a rimarcare come la Storia sia un contenitore di lezioni morali prima ancora che di avvenimenti, una grande scatola nera da cui possiamo cercare le informazioni che ci servono per capire perché certi disastri sono avvenuti.
E se il titolo si rifà ad un celebre apoftegma dello stesso Luigi XVI (après moi, le déluge), mai verificato storiograficamente peraltro, è proprio perché quel diluvio rappresenta il sangue che sgorga dai corpi giustiziati dell’Ancien Régime e allo stesso tempo l’acqua della modernità che rompe gli argini e ci fa entrare nella contemporaneità. Solo che questo atto di così forte e violenta spaccatura Jodice ha il coraggio di mostrarlo senza retorica e soprattutto senza pericolose celebrazioni, come a metterci di nuovo in guardia dai rischi delle Rivoluzioni portate avanti solo dalla rabbia del populismo e dall’errata convinzione che ogni cambiamento totale sia di per sé salubre o positivo.
Le Déluge diventa il testamento di un potere che si è autofagocitato nel tentativo di non venire soppresso, ma che nulla ha potuto di fronte alla propria cecità. Un monito per coloro che quel potere lo esercitano al giorno d’oggi, ma anche per coloro che vorrebbero rovesciare lo status quo solo perché spinti dalla furia cieca dell’insoddisfazione.
TITOLO | Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta |
REGIA | Gianluca Jodice |
ATTORI | Guillaume Canet, Mélanie Laurent, Aurore Broutin, Hugo Dillon, Tom Hudson, Roxane Duran, Anouk Darwin Homewood, Vidal Arzoni, Fabrizio Rongione, Jérôme Chappatte |
USCITA | 21 novembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Bim Distribuzione |
Tre stelle e mezza