La recensione de Le sorelle Macaluso, film diretto da Emma Dante e tratto dal suo omonimo spettacolo teatrale: una pellicola nostalgica, brillante nella prima parte ma che si perde con l’avanzare dei minuti
Le sorelle Macaluso
Cinque sorelle – Maria (Eleonora De Luca e Simona Malato), Pinuccia (Anita Pomario, Donatella Finocchiaro e Ileana Rigano), Lia (Susanna Piraino, Serena Barone e Maria Rosaria Alati), Katia (Alissa Maria Orlando, Laura Giordani e Rosalba Bologna) e Antonella Macaluso (Viola Pusatieri) – vivono, senza i genitori, in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Nelle loro vite, per quanto precarie, non mancano i sogni e le aspirazioni tipici delle ragazze della loro età. Pur essendo molto legate, la morte improvvisa di una di loro sconvolge ogni equilibrio. Ad accomunarle, tuttavia, resta la loro casa: lì risiedono i ricordi più intimi di ciascuna di loro.
Dal teatro al cinema
Le sorelle Macaluso è tratto dall’omonimo lavoro teatrale di Emma Dante, regista della pellicola. Lo spettacolo nel 2014 era riuscito a conquistare il premio UBU per la Miglior regia e per il Miglior spettacolo. Il passaggio dal palcoscenico alla pellicola è sempre arduo ed anche la brillante Emma Dante deve pagare il dazio. L’artista d’altronde non fa nulla per cancellare l’origine teatrale della sua storia. Semmai, è vero l’esatto contrario: il suo intento sembra quello di azzerare le distanze strutturali tra cinema e teatro. La scommessa appare vinta soprattutto nella prima metà del film. È lì infatti, che la storia appare più centrata, dotata della giusta forza ma anche di adeguati spunti simbolici. Tutto ciò, tuttavia, tende a perdersi con l’avanzare dei minuti.
Musica italiana
Ben calibrata la musica, che valorizza brani della tradizione italiana quali Meravigliosa creatura di Gianna Nannini, Inverno interpretata da Franco Battiato e Sognare sognare di Gerardina Trovato. Le note si posizionano sulla stessa lunghezza d’onda dei sentimenti e riescono a far trasparire gioia, nostalgia, appartenenza e molto altro. La musica è un importante mezzo comunicativo cui la storia riesce ad attingere con naturalezza: “(I brani) raccontano quello che lo spettatore sta vivendo. Nelle parole delle canzoni c’è una parte di sceneggiatura”, ha ammesso la regista senza mezzi termini.
La casa
A livello scenografico, la casa in cui vivono le cinque sorelle (che erano addirittura sette nella pièce teatrale) è a tutti gli effetti un co-protagonista. Lì hanno avuto luogo gli episodi che più hanno caratterizzato la vita di Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella. Per loro quelle mura sono imprescindibili e irrinunciabili. Chiedere loro di abbandonarle – come fa ad esempio il marito di Katia, interpretato da Sandro Maria Campagna – equivarrebbe a far morire una parte essenziale della loro anima. Ad Emma Dante va il plauso di essere riuscita a far passare questo messaggio senza puntare su una claustrofobia esasperata. Una delicatezza che dimostra la grande comunicabilità di un’artista della sua caratura.
Le sorelle Macaluso, presentato in anteprima alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, è distribuito da Teodora Film. Tra i vari riconoscimenti, la pellicola è stata candidata ai David di Donatello 2021 come Miglior film, Miglior regia, Miglior fotografia, Miglior costumista, Miglior truccatore e Miglior acconciatore.