Torna Letizya con Cielo, una ballata indie pop che racconta cosa succede dopo la fine di una relazione, tra mare mosso e porte chiuse, tra prigioni interiori e cuori rotti
Dopo il successo del precedente singolo Mostri, inserito in ben quattro playlist editoriali, torna Letizya con Cielo, una ballata indie pop che racconta cosa succede dopo la fine di una relazione, tra mare mosso e porte chiuse, tra prigioni interiori e cuori rotti, dove andare ai concerti rappresenta un balsamo per l’anima e l’acqua gelida sul viso il primo step per guardarsi allo specchio e capire che si può ricominciare. E se si prova per un attimo a chiudere gli occhi, all’ascolto di questo brano sembra proprio di essere proiettati in un live con l’arrangiamento studiato per battere le mani nel ritornello e accendere le torce dei cellulari per creare un’atmosfera intima e di condivisione.
Un arpeggio di chitarra elettrica introduce la prima strofa che mette in primo piano il testo, con il bianco e il nero dei giorni trascorsi dalla protagonista che si mischiano al grigio dell’autostrada e il blu del cielo che distrae come gli occhi di chi ci ha fatto innamorare e poi ha giocato con i nostri sentimenti. Sentirsi fuori posto è una sensazione comune, specialmente durante l’adolescenza, e molto frequenti sono le sbandate per una persona che si incontra. Letizya continua a descrivere la sua generazione con vicende quotidiane e una scrittura personale fatta di immagini semplici e cinematografiche che ci fanno immaginare scenari in cui poterci rispecchiare.
La produzione, sempre affidata alle mani di Davide Gobello, chitarrista, tra gli altri, di Fabrizio Moro, Loredana Bertè e Pierdavide Carone, contribuisce a rendere sempre più delineata l’identità artistica di questa giovane cantautrice. La copertina è realizzata, come per i due singoli precedenti, da Giorgia Malizia che ha proseguito l’immaginario visivo minimal, con il contrasto tra il titolo e l’immagine di una strada, a simboleggiare i passi da compiere per maturare e superare la delusione amorosa ancora cocente.
«Cielo è un’altra pagina del mio percorso musicale, l’ho scritta perché ho sentito il bisogno di lanciare un messaggio: ricordarci di non evitare mai i propri sentimenti, anche se non sono ricambiati, perché solo lanciando il cuore oltre l’ostacolo si ritrova sempre la strada di casa. Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti».
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