Lo Spiraglio FilmFestival 2021: tutti i vincitori dell’XI edizione

Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, 15/17 aprile
Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale - 15/17 aprile 2021

Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, tutti i premi dell’XI edizione: premio Lo Spiraglio 2021 a Claudio Santamaria, miglior lungometraggio Non far rumore di Alessandra Rossi e Mario Maellaro

Si è svolta online, in visione gratuita sulla piattaforma MyMovies.it, dal 15 al 18 aprile 2021, l’undicesima edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, organizzato da ASL Roma 1 e Roma Capitale al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e con la media partnership di Italia Magazine. Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale ha proposto, grazie al direttore artistico Franco Montini e al direttore scientifico Federico Russo, 8 lungometraggi e 18 corti in concorso, con uno sguardo panoramico, rispettoso, coraggioso e attento a un pubblico sempre più sensibile alle problematiche della salute mentale. Il festival ha insignito, durante la serata finale, il Premio LO SPIRAGLIO Fondazione Roma Solidale Onlus – che ogni anno viene assegnato ad un cineasta che si sia particolarmente distinto nell’impegno sui temi della salute mentale – all’attore Claudio Santamaria.

Claudio Santamaria
Claudio Santamaria

Questi i Premi Finali e le rispettive motivazioni, assegnati dalla Giuria composta da Ester De Bustamante, Laura Luchetti, Mauro Mancini, Andrea Narracci e Lidia Ravera.


Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre”

di 1.000 euro al miglior lungometraggio

NON FAR RUMORE di Alessandra Rossi e Mario Maellaro

Con un taglio da inchiesta giornalistica, ma non priva di empatia e partecipazione umana, il film porta alla luce una storia poco nota di umiliazioni e sofferenze di cui gli emigranti italiani in Svizzera sono stati vittime. Il racconto dimostra come certe ferite non si siano mai rimarginate e insieme denuncia le responsabilità politiche e morali di due stati.

 

Menzione lungometraggi

COME STANNO I RAGAZZI di Alessandro Tosatto e Andrea Battistuzzi

Un lungometraggio di inchiesta sullo stato dei servizi di neuropsichiatria infantile italiani, sull’emergenza giovani e su come si presentano, raccontati dagli stessi ragazzi che li vivono, i disturbi psichici nell’adolescenza. Un documento forte e chiaro dove si alternano le voci dei medici e quelle dei pazienti, da cui emerge forte la necessità di rafforzare la rete dei servizi con un’ottica preventiva e di intervento precoce.

 

Premio “Fausto Antonucci”

di 1.000 euro al miglior cortometraggio
JOY di Nour Gharbi

Un piccolo film su una storia vera che diventa testimonianza e simbolo di dolore ma anche di possibilità di cura e riscatto. Il presente e il passato di Joy scorrono tra la vita quotidiana e il ricordo, i traumi, il viaggio, la clandestinità, la malattia mentale. Un ritratto forte che scuote e fa pensare.

 

Menzione cortometraggi

HO TUTTO IL TEMPO CHE VUOI di Francesco Falaschi

Una educatrice cerca di scuotere dall’isolamento sociale in cui si è autorecluso un ragazzo. Affrontando un fenomeno sempre più diffuso, noto come hikikomori, il film mostra con grande competenza le fragilità, le contraddizioni, la rabbia repressa, che non riesce ad esplodere, di chi è vittima e di chi cura. Il tutto immerso in un appassionante crescendo drammatico, anche grazie alle convincenti interpretazioni di Cecilia Dazzi e Luigi Fedele.

Premio SAMIFO

(alla prima edizione, al film che meglio ritrae e racconta aspetti legati all’emigrazione, alla transculturalità e alla diversità)
I BORGHESI DI CALAS, L’ULTIMA FRONTIERA di Jesús Armesto

La giuria ha deciso di premiare il film-doc “I borghesi di Calais” per la capacità di raccontare la vita dei migranti attraverso un fatto storico e per le scelte filmiche in senso stretto. Il film risulta ben strutturato e con una regia attenta e dettagliata; presenta, inoltre, un’ottima sceneggiatura, una fotografia ben articolata e delle interviste che forniscono una visione ampia della drammatica situazione e che aiutano lo spettatore a cogliere la complessità della realtà dei migranti. L’alternanza di scene in bianco e nero e a colori è giustificata perché il film sviluppa tre temi con tre ritmi: le interviste in bianco e nero appartengono a volontari, avvocati, artisti, immersi nel mondo dei rifugiati e ai rifugiati stessi che tentano di oltrepassare la rete che dà accesso all’Eurotunnel, mentre il colore appartiene alla parola di una donna che mette in relazione, poeticamente, la fragilità degli esseri umani migranti, da i primi sapiens che arrivarono in Europa dall´Etiopia circa 100.000 anni fa, senza frontiere e senza documenti, fino ad oggi.

 

Menzione speciale della Giuria

PAPER BOAT di Luca Esposito

La giuria ha voluto segnalare questo corto per la sua intensità, la sua capacità comunicativa e per il linguaggio simbolico con cui si sviluppa la narrazione filmica. Nei setti minuti del suo svolgimento racconta la tragedia delle morti in mare dei migranti, coinvolge lo spettatore favorendone l’identificazione con le vittime, si rivolge direttamente ai ragazzi coinvolgendoli con un linguaggio e con delle sonorità, che appartengono a loro. La camera fissa e l’uso intenso del primo piano aumentano la suggestività e la drammaticità del racconto, non dimenticando quella speranza che appartiene al cuore umano.

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