L’uomo sul treno – The Commuter, quarta collaborazione tra Jaume Collet-Serra e Liam Neeson è un thriller adrenalinico e claustrofobico, con protagonista un uomo comune in una corsa contro il tempo
Un giorno particolare
L’uomo sul treno è Michael (Liam Neeson), un ex poliziotto ora impiegato per una società di assicurazioni. Marito fedele e padre di un figlio adolescente, è ormai sulla soglia della sessantina. La sua vita è scandita da ritmi piuttosto regolari: sveglia, colazione e tragitto in treno per recarsi a lavoro. Da dieci anni infatti Michael prende lo stesso treno per cinque giorni la settimana, sia all’andata che a ritorno. Un giorno come un altro però viene licenziato senza preavviso. Con due mutui sulle spalle ed un figlio da mandare al college, Michael riflette su come dare la notizia alla moglie. Salito sul treno del ritorno viene avvicinato da una affascinante donna (Vera Farmiga) che gli propone un affare: trovare per lei una persona a bordo dello stesso treno prima dell’ultima fermata, in cambio una cospicua ricompensa in denaro. Prima che possa rendersene conto Michael si ritrova in una situazione molto pericolosa, dove a rischio non è soltanto la sua vita, ma anche quella della sua famiglia e di moltissime altre persone.
Un uomo ordinario in una situazione straordinaria
L’uomo sul treno segna la quarta collaborazione tra il regista Jaume Collet Serra e Liam Neeson. I due avevano già lavorato insieme nel 2011 in Unknown- Senza identità, nel 2014 in Non Stop e poi nel 2015 in Run all night- Una notte per sopravvivere. Questa volta Neeson non interpreta un action-hero, ma una persona comune, la cui arma segreta è la conoscenza del treno e dei suoi abituali passeggeri. La vita che conduce Michael è quanto di più ordinario si possa immaginare. La sequenza iniziale immerge pienamente lo spettatore nella sua routine. Lo scorrere dei giorni è mostrato attraverso un lavoro di montaggio teso a restituire la ciclicità dei gesti del protagonista, che vanno dalla colazione ai viaggi in treno per recarsi a lavoro e tornare a casa. L’intento è, secondo il regista, quello di dare il senso di quanto il treno sia parte integrante della vita di Michael. D’altronde è proprio per la sua esperienza di pendolare, oltre che per il suo fiuto da ex poliziotto, che l’uomo verrà scelto dalla misteriosa Joanna per portare a termine la missione.

Un film con qualche limite
Il film scorre veloce, lega lo spettatore allo schermo. L’occhio della macchina da presa non si discosta mai dal protagonista, tenendo alto il livello di suspense e richiamando atmosfere a metà tra Assassinio sullOrient Express (classico romanzo di Agatha Christie recentemente riportato sul grande schermo da Kenneth Branagh) e le pellicole di Alfred Hitchcock. Nello specifico sembra strizzare l’occhio a L’altro uomo, dove una persona normale viene avvicinata in treno da una misteriosa figura che attraverso una proposta tenta di metterne alla prova la moralità. Ne L’uomo sul treno, però, l’azione si fa man mano più esplosiva e rocambolesca, così da disintegrare l’idea di un protagonista comune ed ordinario attentamente ricostruita nella sequenza iniziale. Liam Neeson torna quindi a vestire i panni di un super-uomo che di ordinario non ha proprio nulla. Tra combattimenti all’ultimo sangue e nervi saldi oltre ogni immaginazione, Michael si ritrova in una situazione intricata oltre i limiti del verosimile. La cospirazione cresce ad ogni fermata del treno, rivelandosi di proporzioni sempre più ampie, ma il risultato è che la tensione viene smorzata in favore di una incredulità crescente.
La morale in un film di genere
L’uomo sul treno, pone un semplice quanto terrificante quesito allo spettatore: porteresti a termine un compito che potrebbe avere conseguenze negative su di una persona sconosciuta in cambio d un notevole vantaggio economico? Questa è la domanda che viene posta a Michael nello stesso giorno in cui ha perso il lavoro. Forse uno spunto narrativo non particolarmente originale (basti ricordare The Box), ma comunque sempre attuale ed interessante. Un peccato quindi che la questione perda progressivamente importanza nel corso dell’azione per lasciare spazio a complotti e combattimenti di ogni genere. La tentazione di cui Michael è vittima viene immediatamente messa da parte, vanificando così quello che poteva essere uno degli spunti più interessanti del film. Il tessuto narrativo, tra colpi di scena e teorie complottiste si ingigantisce a dismisura, in modo tale da giustificare la repentina trasformazione di Michael, da ordinario uomo d’affari a eroe d’azione.

Liam Neeson: eroe inossidabile
Jaume Collet-Serra riesce a valorizzare pienamente le caratteristiche peculiari dell’attore ormai sinonimo di action-movie. I primi piani sul volto spigoloso solcato da profonde rughe di preoccupazione e le gocce di sudore sulle tempie, favoriscono un rapporto di immedesimazione tra lo spettatore ed il protagonista. L’interpretazione di Liam Neeson è intensa ed appassionata. Il suo fisico statuario non è invulnerabile, cade infatti sotto i colpi sferrati dai nemici nei combattimenti corpo a corpo, ma è sempre in grado di rialzarsi. Gli avvenimenti si susseguono in modo frenetico e lo spettatore si ritrova in un vortice di colpi di scena in tempo reale, che viviamo in contemporanea con il protagonista. In conclusione Jaume Collet-Serra firma una pellicola ben girata con la sicurezza di chi non è nuovo al genere. Veloce, rumoroso ed esplosivo, L’uomo sul treno è potenzialmente in grado di incontrare i gusti di buona parte di pubblico, purché si chiuda un occhio sulla scarsa verosimiglianza di alcuni passaggi e su qualche falla nello script.
L’uomo sul treno – The Commuter, diretto da Jaume Collet-Serra con Liam Neeson, Vera Farmiga, Patrick Wilson e Sam Neill, arriverà nelle sale italiane il 25 gennaio, distribuito da Eagle Pictures.