Venezia 81: M – Il figlio del secolo, conferenza con Joe Wright, Luca Marinelli, Tom Rowlands

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Luca Marinelli e Joe Wright
M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Luca Marinelli e Joe Wright

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza della serie Sky M – Il figlio del secolo con il regista Joe Wright, l’autore delle musiche Tom Rowlands, gli attori Luca Marinelli, Barbara Chichiarelli e Francesco Russo: ecco cos’hanno raccontato

Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 è stata presentata, Fuori Concorso, la serie Sky M – Il figlio del secolo del regista Joe Wright. In conferenza stampa, oltre al regista, anche i produttori Lorenzo Mieli e Nils Hartmann, gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino, Tom Rowlands della band The Chemical Brothers, autore delle musiche, e gli interpreti Luca Marinelli, Barbara Chichiarelli e Francesco Russo. Presente in sala anche lo scrittore Antonio Scurati, autore del romanzo omonimo, dal quale è stata adattata la serie. La prima stagione sarà disponibile su Sky dal prossimo autunno.

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Nils Hartmann, Stefano Bises, Lorenzo Mieli, Joe Wright, Barbara Chichiarelli, Francesco Russo, Davide Serino, Luca Marinelli, Tom Rowlands

Joe cosa ti affascina di questa epoca e cosa ti ha convinto a fare questa serie dopo aver letto la sceneggiatura?

J.Wright: «Questo è il terzo film che faccio su quest’epoca, ne sono molto affascinato e ci racconta come siamo arrivati alla situazione attuale. Negli anni ’70 sono cresciuto come antifascista, andavo in giro a dire “la polizia è fascista”, “gli insegnanti sono fascisti”, “i miei genitori sono fascisti”. Solo recentemente abbiamo osservato il risorgere delle destre in giro per il mondo e ho sentito fosse mio dovere fare qualcosa che raccontasse cosa quella parola significa e da dove arriva. Alla base di fare questo progetto c’è un movente di auto-educazione».

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Joe Wright
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Joe Wright

Luca com’è stato avvicinarsi ad un personaggio così importante ed ingombrante?

L.Marinelli: «Devo dire che all’inizio ho avuto molti pensieri. Vengo da una famiglia antifascista e sono antifascista, sono cresciuto così e sono fermamente convinto dei miei ideali. Poi ho capito che poteva essere una maniera per prendermi una piccola responsabilità storica, nel mio piccolissimo.

Non ce l’avrei mai fatta senza la guida di Joe, mi ha preso per mano e senza lui non avrei fatto un metro. Ho capito meglio quando ho letto l’importantissimo libro di Antonio Scurati, e successivamente l’adattamento che ho trovato di un coraggio e di un’intelligenza uniche. Mi sono sentito parte di un gruppo che era focalizzato sul far passare un determinato messaggio ed era un messaggio di cui volevo fare parte».

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Luca Marinelli
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Luca Marinelli

Joe quali sono state le scelte visuali e perché l’utilizzo di un look cartoonesco?

J.Wright: «Volevo convogliare cosa significasse vivere a quel tempo, ma mi sono reso conto che usando la musica dell’epoca sarebbe stato troppo old fashioned. Quindi ho cercato una commistione tra il cinema di Dziga Vertov e quello di Howard Hawks, insieme alla cultura rave degli anni ’90. La scelta di Tom Rowlands per le musiche è stata una scelta decisiva per l’estetica. Poi creare il ritmo insieme alla mia editor Valeria, volevamo rappresentare il senso di cambiamento e anche di paura del periodo».

Tom come hanno influito le tue musiche sull’estetica del film?

T.Rowlands: «Ho letto il libro, che è molto ricco, è una lettura difficile. Poi ho cominciato a lavorare con Joe ed è stato subito eccitante. Ho realizzato un sacco di musica per la serie, ho cercato di immergermi nel periodo e di seguire Joe, come molti altri qui. È stato davvero un privilegio lavorare a questa serie, e dare dinamicità ed energia a immagini a volte orribili».

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Tom Rowlands
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Tom Rowlands

Stefano e Davide, che libertà vi siete presi nell’adattamento del romanzo?

S.Bises: «Abbiamo cercato di dare un tono che si allontanasse da un classico period drama e che riportasse il dialogo diretto di Mussolini come rivelazione, un costante doppio pensiero opportunistico. Il grosso del nostro lavoro è stato lì, nel trovare un tono, è questa l’unica libertà filologica. Mentre siamo stati rigorosi da un punto di vista storico».

Lorenzo cosà vi ha convinto ad acquisire i diritti del romanzo e a pensare che fosse possibile tradurlo in un linguaggio audiovisivo?

L.Mieli: «Ho letto il romanzo di Antonio ormai 7 anni fa, prima che uscisse, e ricordo che leggendo le prime pagine ho capito immediatamente cosa Antonio fosse riuscito a fare. Non solo raccontare l’origine del fascismo in maniera storicamente accurata, ma far capire come esso fosse un’invenzione che si articolava profondamente. In Italia, ma anche all’estero, si sono fatte pochissime serie e film sul fascismo e su Mussolini, sempre raccontandone la caduta, mai le origini di questa figura e di questa terribile e rivoluzionaria invenzione».

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Lorenzo Mieli
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Lorenzo Mieli

Antonio Scurati, quando le hanno proposto di adattare una serie dai suoi romanzi, le sembrava possibile con un linguaggio così moderno e pop?

A.Scurati: «Io ho sempre pensato che il cinema, e questa serie è grande cinema, fosse il naturale prolungamento del romanzo. Il genere che ho ricercato, che io chiamo romanzo documentario, rimane fedele ai fatti storici ma con una cornice romanzesca. Io volevo una forma d’arte popolare, uno sguardo nuovo e antifascista per tutti, per il più largo numero di spettatori possibile. Perché la serie, come il romanzo, è democratica ma è arte popolare.

C’erano dei rischi, riguardo la dimensione spettacolare, e questi rischi sono stati brillantemente e creativamente superati. Anche nelle sue diversità il film mantiene questa vocazione a fare conoscere agli spettatori, e capire quale seduzione potente esercitasse il fascismo. Io credo che lo spettro del fascismo si aggiri ancora per l’Europa, ma non sono  stato io ad evocarlo con il romanzo, tantomeno Joe con il film, sono altre forze ed altri soggetti a farlo, e ciò che l’arte democratica e antifascista può fare, è disperderlo, fugarlo» (applausi).

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Antonio Scurati
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Antonio Scurati

Barbara e Francesco, da parte vostra c’è stato un senso di responsabilità? Come vi siete preparati al ruolo?

F.Russo: «Io sono partito da un tema di cui mi aveva parlato Joe all’inizio delle prove, che era la codipendenza da Benito Mussolini, quasi un’amicizia tossica. Avevo letto dei libri scritti da Cesare Rossi, e lui ha sempre cercato di difendere le sue ragioni e quell’epoca, e non è mai riuscito a parlare male di Benito Mussolini. Ho provato ad immaginare che il mio personaggio provasse una sorta di sindrome di Stoccolma rispetto a Benito, restando lì ad adularlo. Il mio personaggio è una metafora dell’adulazione, che in quel periodo è stata  vissuta da moltissimi italiani».

B.Chichiarelli: «Anche io sono partita da un’indicazione di Joe, la prima cosa che ho chiesto era se fosse necessario un lavoro di mimesi, ma Joe non cercava questo. Siamo allora partiti con il rapporto tra Margherita Sarfatti e Benito Mussolini, ho anche letto il libro scritto da lei stessa. Il loro era un rapporto morboso, mosso dal potere che l’uno esercitava sull’altra e viceversa. Lei era una delle donne più colte ed intelligenti dell’epoca e i due si usavano a vicenda. Abbiamo lavorato anche sulla seduzione, il loro amore era puro come si evince anche dalle loro lettere. Margherita è un personaggio complesso, ma credo molto funzionale al racconto della storia».

M - Il Figlio del Secolo - conferenza Venezia 81 - Francesco Russo
M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Francesco Russo

Luca nella serie assomigli a Mussolini, ma non c’è un lavoro di replica o mimesi. Come hai lavorato con il corpo per renderla così credibile?

L.Marinelli: «Ci ho lavorato non diversamente da ogni altro progetto. L’inizio è stato doloroso, come sempre ho cercato di non giudicare il personaggio, ma stavolta è stato doloroso e difficile sospendere il giudizio per quei 7 mesi. Ho pensato fosse la maniera più onesta per raggiungerlo e comprendere perché un passo seguiva un altro. Ho cercato di allontanare gli aggettivi pericolosi, questi personaggi sono esseri umani come noi, e ho ragionato sul fatto che fosse un criminale a tutto tondo, che ha scelto di fare ciò che ha fatto. Joe è stato capace di tirare su un “ensamble” di attori come a teatro, con degli interpreti eccezionali senza i quali non avrei fatto un passo. Joe responsabilizzava tutti, anche le comparse».

Nils cosa vi ha convinto a lanciarvi in un progetto così rischioso e dispendioso?

N.Hartmann: «Stiamo parlando di un kolossal in otto episodi, non credo che in Italia se ne siano mai fatti. Senz’altro è il progetto più ambizioso che Sky abbia mai fatto. Quando il mio amico Stefano Bises mi ha detto che stava adattando il libro di Scurati, ho immediatamente chiamato Lorenzo Mieli. Abbiamo sposato subito il progetto e un grande ringraziamento va ad Antonio Scurati. Poi Stefano, Davide, Joe e le loro scelte, con questo approccio futurista. È bello essere qui a Venezia, ci rende orgogliosi».

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M – Il Figlio del Secolo – conferenza Venezia 81 – Nils Hartmann e Stefano Bises

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