M: Il figlio del secolo, recensione Venezia 81: ascesa ed esegesi di Mussolini con un grande Marinelli

M. Il figlio del secolo - Luca Marinelli
M. Il figlio del secolo - Luca Marinelli

Da Venezia 81, fuori concorso, la nostra recensione di M: Il figlio del secolo di Joe Wright con Luca Marinelli e Barbara Chichiarelli: 8 grandi episodi che raccontano l’ascesa al potere di Benito Mussolini, la fascinazione collettiva per il male e il potere seduttivo del populismo

Prima Disclaimer, poi Los años nuevos e ora M: Il figlio del secolo. A Venezia 81 sono state le serie televisive ad alzare (e non di poco) l’asticella, tutti prodotti coraggiosi, per certi versi innovativi, capaci di raccontare la contemporaneità e le sue contraddizioni con una lucidità e una potenza di racconto invidiabili. Non fa certo eccezione questa trasposizione seriale del romanzo di Antonio Scurati, primo capitolo di una tetralogia dedicata all’ascesa, al trionfo e alla caduta di Benito Mussolini raccontato tra dimensione pubblica e microcosmo privato, qui portato in scena da un clamoroso e mimetico Luca Marinelli nella prova che vale una carriera. Dirige il Joe Wright di Espiazione, ma più che televisione questo è cinema.

M. Il figlio del secolo - Paolo Pierobon
M: Il figlio del secolo – Paolo Pierobon

M come Mussolini

Dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso in Parlamento nel 1925, dopo il brutale omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti (Gaetano Bruno), la parabola politica di Benito Mussolini (Luca Marinelli) s’intreccia con quella umana e personale attraversando il turbolento matrimonio con la moglie Rachele Guidi (Benedetta Cimatti), la relazione segreta e passionale con la ricca e colta Margherita Sarfatti (Barbara Chichiarelli) e il rapporto di odio-amore coi propri camerati e consiglieri tra cui l’amico Cesare Rossi (Francesco Russo). Un uomo, Benito Mussolini, destinato a ritrovarsi man mano più solo e con un enorme potere e un paese intero da gestire.

M. Il figlio del secolo - Barbara Chichiarelli
M: Il figlio del secolo – Barbara Chichiarelli

Il fascino della dittatura

“La democrazia è bellissima perché ti dà un sacco di libertà. Anche quella di distruggerla.” Parola di Benito Mussolini, che pronuncia la battuta fittizia durante una seduta del Parlamento rivolgendosi direttamente in camera, verso gli spettatori. Una delle tantissime rotture della quarta parete che M: Il figlio del secolo si concede, perché in un certo senso è a noi che il Mussolini di un camaleontico Luca Marinelli sta parlando, i moniti e le invettive che lancia sono rivolti a chi non ha davvero superato la fase storica del fascismo e spera ancora in un ritorno, o forse a chi il fascismo non lo ha mai saputo leggere davvero per ciò che è stato per il nostro Paese.

Per provare a spiegare alcune delle ragioni che hanno permesso ad una forza politica così autoritaria (e violenta) di prendere il controllo dell’Italia nei primi anni ’20, gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino non demonizzano la figura del Duce ma al contrario ne amplificano il carisma, il potere seduttivo, la fascinazione agli occhi di un popolo disunito e ancora ferito dalla Grande Guerra. Mussolini cioè diventa quasi una rockstar che sa di esserlo, il fattore “coolness” è preponderante, l’uomo diventa un predestinato che aspetta il proprio momento per prendersi la Storia, il tempo è un conto alla rovescia inesorabile verso ciò che sappiamo avverrà.

Lavora quindi ai fianchi del proprio protagonista e di tutta l’arena M: Il figlio del secolo, o almeno lo fa inizialmente, per poi accentrare sempre di più la narrazione e falla convergere verso un racconto epico ed intimo al tempo stesso, dal respiro lunghissimo e dal ritmo indiavolato. E se l’impronta drammaturgica scivola in alcuni momenti quasi verso la farsa, seppur ammantata di una tragedia sottintesa, la parabola dell’uomo più amato e temuto d’Italia (spesso al contempo) ha in sé il sapore shakesperiana di una disfatta ancora incompiuta, di un destino beffardo che lo attende al varco e che in più di un’occasione gli preannuncia la disfatta (la sequenza al cardiopalma del quasi arresto durante la marcia su Roma).

M. Il figlio del secolo - Vincenzo Nemolato e Luca Marinelli
M: Il figlio del secolo – Vincenzo Nemolato e Luca Marinelli

Un’esperienza viscerale

Il tutto al netto di un’esperienza totalizzante e viscerale, impreziosita dal grande schermo ( in TV il timore è che regia, fotografia, scenografia e suono non si esprimano al meglio come al cinema) ma soprattutto da un parterre di attori in forma strepitosa che, oltre a Marinelli, vedono un cast perfetto guidato da una Barbara Chichiarelli mai così sfaccettata e intensa nei panni di Margherita Sarfatti e da Francesco Russo che interpreta il fido Cesare Rossi. Un tripudio di sangue, sporcizia e lacrime reso ancora più marcato dal bianco e nero nelle scene dei pestaggi, mentre i rossi e i blu inondano lo schermo a sottolineare un dualismo umano, prima ancora che politico e storico.

Un mostro repressivo, sanguinario e anche gretto per certi versi ma anche un uomo raffinato, un seduttore del potere, un tombeur de femmes, un miserabile accecato dalla sproporzione del proprio ego, un manipolatore dell’informazione e dei sentimenti: il ritratto del Duce è contradditorio, giocato sulla molteplicità, furente come la sua ascesa al potere ma anche lucido come la sua visione del potere stesso e di come l’Italia lo avrebbe prima acclamato e poi detestato, ma sempre temuto. M: Il figlio del secolo è un tour de force dei sensi e delle parole gettate addosso allo spettatore, un labirinto di desiderio, passione e repressione, un mosaico di donne e uomini in lotta perenne per l’affermazione.

È sexy quando forse non dovrebbe neanche esserlo, sfacciato e sicuro di sé ai limiti dell’arroganza, oscuro e spaventoso come i fantasmi che popolano la Storia e la memoria e che entrano di soppiatto anche nella diegesi stessa, è cinema purissimo anche se appartiene alla televisione. E quando, dopo più di 7 ore e 8 episodi, pensiamo di aver capito qualcosa in più del puzzle che è la figura di Benito Mussolini ecco che quest’ultimo ci invita al silenzio, sempre in quel Parlamento e sempre rivolgendosi a noi. L’Italia è stata fatta, ora è arrivato il momento di distruggerla come per la democrazia.

TITOLO M: Il figlio del secolo
REGIA Joe Wright
ATTORI Luca Marinelli, Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Paolo Pierobon, Vincenzo Nemolato, Federico Majorana, Lorenzo Zurzolo, Federico Mainardi, Maurizio Lombardo, Gaetano Bruno
USCITA 2025
DISTRIBUZIONE Sky

 

VOTO:

Quattro stelle e mezza

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