La nostra recensione di Macbeth di Joel Coen, solenne trasposizione della tragedia shakespeariana, dall’estetica liricamente metafisica, con Denzel Washington e Frances McDormand maestosi, disponibile su Apple TV+
Solenne e imperioso. Materico e metafisico. Teatro ribollente al servizio di un cinema palpitante. Macbeth, nuova trasposizione della celebre tragedia shakespeariana, segna la prima regia in solitaria di Joel Coen, in seguito alla rottura artistica con il fratello Ethan, ritiratosi dalle scene. Un’immersione filologica e, al contempo, profondamente ispirata in un materiale poetico densissimo. Coen, in veste di sceneggiatore e regista, coglie la quintessenza del testo shakespeariano e la mette in scena con un rigore lirico vigoroso, affidandosi totalmente al linguaggio cinematografico e alla maestosità dei suoi interpreti.
The Scottish Play
Tre streghe figurano al valoroso condottiero Macbeth (Denzel Washington) un glorioso futuro da re. Quando Duncan, re di Scozia, non cinge con la corona il capo del guerriero, egli, sobillato dalla spietata moglie Lady Macbeth (Frances McDormand), assassina il sovrano e ne prende il posto. L’omicidio condurrà Macbeth in una spirale di ingorda brama di potere, asfissianti sensi di colpa e incontrollata follia, destinata a strozzare l’uomo che divenne un tiranno.
Cortocircuito tra teatro e cinema
Solo attraverso una chiara visione artistica tutta la potenza della parola poetica shakespeariana può vibrare sullo schermo quanto suggestiva si manifesta sulla pagina. Coen opta per un approccio capace di mantenere intatta la solennità della fonte (intensi monologhi compresi), senza rinunciare a degli espedienti che rendono la parabola del suo antieroe cinematograficamente efficace. Con uno sguardo alle trasposizioni dei grandi del passato (Welles e Kurosawa tra tutti) e alle rappresentazioni teatrali simbolicamente sintetiche dell’opera del Bardo, Coen fa convivere dialetticamente teatro e cinema in un cortocircuito che rende lo schermo palcoscenico di un’opera d’arte travolgente.
Estetica metafisica
La messa in scena è totalmente antinaturalista e non vuole nascondere la sua artificiosità. La scenografia essenziale, vivificata da un uso plastico della luce, che fende le inquadrature e rimodella i volti degli interpreti, trasforma la Scozia di Macbeth in un quadro metafisico di De Chirico che dialoga con l’espressionismo cinematografico. Lo splendido bianco e nero, attraversato da funesti grigi, del direttore della fotografia Bruno Delbonnel, perfettamente racchiuso nel formato 4:3 dell’inquadratura, contribuisce a creare un’atmosfera di tensione costante, in cui il magico conturbante e l’umano miserabilmente effimero convivono, si scontrano, si annientano.
L’ambizione di Macbeth
Cieca ambizione, sanguinosa vendetta, irrazionale brutalità. Macbeth non è solo l’emblema della brama di potere, ma un’opera che discute di volontà, libero arbitrio e mette in scena una delle storie d’amore più conturbanti della produzione del Bardo. Denzel Washington e Frances McDormand colgono la contraddittorietà estrema dei personaggi che hanno fra le mani e danno corpo pulsante a due anime contaminate, manifestazione di una malvagità tutta umana non esente da rimorsi e sensi di colpa, che esplode in una follia inquietantemente palpabile. Le loro interpretazioni, maestose, impetuose ma mai ampollose, sono le punte di diamante di una trasposizione sopraffina, che adatta ma non tradisce. Una pellicola ambiziosa e consapevole, che si ritaglia un posto d’onore tra i migliori rifacimenti cinematografici delle opere di Shakespeare.
Macbeth. Regia di Joel Coen. Con Denzel Washington, Frances McDormand, Brendan Gleeson, Harry Melling, Brian Thompson, Ralph Ineson, Corey Hawkins, Alex Hassell, Sean Patrick Thomas, Miles Anderson, Max Baker, James Udom, Ethan Hutchison, Jacob McCarthy, Nancy Daly, Scott Subiono, Moses Ingram, Kathryn Hunter. Disponibile dal 14 gennaio 2022 su Apple TV+.
4 stelle