Màkari, recensione: Gioè “sbirro di penna” nella splendida Sicilia

Màkari con Claudio Gioè

La recensione di Màkari, la serie in 4 puntate diretta da Michele Soavi con Claudio Gioè: ambientata in Sicilia nella bellissima Riserva dello Zingaro, mischia sapientemente il giallo al sentimentale e alla commedia

Le indagini di Saverio Lamanna

Saverio Lamanna (Claudio Gioè), brillante giornalista giunto all’apice della carriera come portavoce del sottosegretario al Ministero dell’Interno, perde tutto per un futile e stupidissimo errore. Senza più il lavoro, il prestigio che si era guadagnato e i soldi, lascia Roma e decide di tornare a casa, a Màkari in Sicilia, nella vecchia casa di vacanza dei genitori. Lì Saverio ritrova l’amicizia del verace Peppe Piccionello (Domenico Centamore) e incontra anche la bellissima Suleima (Ester Pantano), che vive e studia a Firenze ed è a Màkari per un lavoro stagionale di cameriera. In questa nuova vita, Saverio trova anche la sua vera vocazione: come sognava da ragazzo, decide di diventare uno scrittore. A riempire le sue pagine ci saranno indagini e misteri: insomma, un autentico “sbirro di penna”.

La giustizia collabora

A completare il cast ci sono Sergio Vespertino nei panni del Maresciallo Guareschi e Filippo Luna in quelli del Vicequestore Randone. Dopo un’iniziale reticenza, infatti, le forze dell’ordine non avranno niente in contrario a proposito della costante presenza di Saverio nei luoghi del delitto o vicino a possibili sospettati. Al contrario di altre fiction o serie tv, si instaura un rapporto cordiale e collaborativo che mostra uno degli aspetti più rinomati della bella Sicilia: l’altruismo. Michele Soavi, cui è affidata la regia di Màkari, sottolinea questo aspetto citando Andrea Camilleri: “Tra Siciliani un vero amico non deve chiedere all’altro una qualche cosa, perché non c’è bisogno, in quanto sarà preceduto dall’offerta dell’amico che ha intuito la domanda che gli sarebbe arrivata”.

Màkari: Ester Pantano e Claudio Gioè in una scena dell'episodio "I colpevoli sono matti"
Ester Pantano e Claudio Gioè in una scena dell’episodio “I colpevoli sono matti”

Non manca l’amore

Oltre all’elemento giallo, in Màkari non manca la componente sentimentale. Tra Saverio e Suleima nasce una bella storia d’amore, destinata ad un crescendo che invita il pubblico a parteggiare per la nuova coppia. La frequentazione tra i due nasce come una semplice parentesi estiva, eppure diventa subito qualcosa di ben più importante. Troppo importante, forse? Il problema infatti è di carattere logistico: settimana dopo settimana, l’estate volge presto al termine e Suleima non potrà rimanere per sempre a Màkari. O forse non vorrà più andare via?

Dalla letteratura alla tv

Sviluppata in 4 puntate autoconclusive, Màkari beneficia di location incantevoli (la Riserva dello Zingaro non ha bisogno di presentazioni) e di un cast solido. La sceneggiatura è opera di Francesco Bruni, Salvatore De Mola, Leonardo Marini e Attilio Caselli tratta dalle opere di Gaetano Savatteri edite in Italia da Sellerio Editore. Della durata di circa 105 minuti ciascuno, gli episodi scivolano via senza intoppi. Il mix di elementi e generi appare coerente e dalla buona architettura. Preziosa la componente più affine alla commedia, che rende la serie un buon intrattenimento ricco di spunti. Al gruppo Il Volo è affidato il compito di interpretare la canzone della sigla, scritta proprio da Ignazio Boschetto, componente del trio, col desiderio di omaggiare la sua terra d’origine.

Màkari è una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction, prodotto da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra con Max Gusberti. Va in onda su Rai Uno a partire dal 15 marzo, per 4 serate. Questi i titoli di ciascun episodio: I colpevoli sono matti, La regola dello svantaggio, È solo un gioco e La fabbrica delle stelle.

VOTO:
3 stelle e mezza

1 commento

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