Ecco la nostra intervista a Marco Ligabue, fratello di Luciano, che ha festeggiato i 50 anni con la raccolta Tra Via Emilia e Blue Jeans
Marco Ligabue ha festeggiato i 50 anni con la raccolta Tra Via Emilia e Blue Jeans contenente sia inediti che brani significativi della sua carriera. Nel corso del 2020 ha pubblicato alcuni singoli poi presenti in questo disco ed è riuscito a consolidare il proprio percorso musicale, iniziato prima come chitarrista nella band Rio e poi da cantautore solista sette anni fa. Ecco la nostra intervista.
Ciao Marco. Hai deciso di festeggiare i tuoi 50 anni con la raccolta Tra Via Emilia e Blue Jeans. Nella title track fai un bilancio della tua vita riassumendo momenti chiave a partire dall’infanzia fino a quando tuo fratello ha conquistato il successo e Correggio è diventata famosa in tutta Italia. Quando è che hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
La musica è sempre stata presente nella mia vita. I miei genitori gestivano una balera e sono stato fin da piccolissimo immerso nella musica live, aspetto che ha creato in me una prima scintilla inconsapevole. La vera scintilla invece è scoppiata verso i 15 anni quando presi in mano la chitarra per imparare gli accordi e fu amore a prima nota, comprai un canzoniere e mi misi a suonare i grandi successi del cantautorato.
Nel testo affermi che una peculiarità dello spirito emiliano è quella di non mollare mai e mi viene da porre come esempio di ciò la forza con cui vi siete rialzati dopo il terremoto del 2012. Che ricordi hai di quella brutta esperienza?
Quello è un esempio davvero calzante della capacità di unirsi nelle difficoltà da parte del popolo emiliano. Furono giorni molto difficili con alcune scosse veramente forti. Avevamo molta paura, al primo tremolio spalancavamo gli occhi, guardavamo i lampadari per vedere se si muovevano. Dopo questa prima fase ci siamo rimboccati le maniche per raccogliere fondi con giornali e radio locali che hanno lavorato in sinergia per questo proposito e per diffondere informazioni utili.
Nel corso di questo 2020 hai pubblicato alcuni singoli poi confluiti nella raccolta. Partiamo da Dentro, scritto durante il lockdown e dedicato a tua figlia.
Ho una figlia di 13 anni che vive con sua mamma in Sardegna perché siamo separati. L’andai a trovare i primi di marzo e al ritorno Conte fece quel famoso discorso agli italiani con il quale dava inizio al lockdown nazionale. Più passavano i giorni e più mi sono reso conto che non avrei visto più mia figlia per un bel po’. È stato un momento difficile, facevamo delle videochiamate ma non c’era la presenza fisica che mi mancava tantissimo. Dopo una di queste lunghe videochiamate, in cui lei mi aveva elencato i suoi propositi dopo la fine delle restrizioni, mi sono messo sul divano con l’acustica ed è nato questo pezzo. Poi ho realizzato il video con immagini trovate su Internet e inviate da amici e l’ho pubblicata facendo questa sorpresa a mia figlia.
Vado a caso è invece uscito come singolo estivo, con un video molto divertente in cui troviamo Federico Poggipollini nelle vesti di attore. Come è nata l’idea di coinvolgerlo e quanto è difficile ammettere di sbagliare tutti i pezzi del puzzle in una società che quasi ci autoimpone di essere sempre impeccabili?
Ho pensato a Federico per il ruolo di attore perché lo conosco da 25 anni e mi sembrava perfetto per la parte. Lui ha accettato subito con grande entusiasmo, ci siamo davvero divertiti a girare il videoclip riuscendo a citare tante scene di film che ci piacevano. Mettere a nudo le proprie fragilità e debolezze credo che sia un bel modo di andare incontro a se stessi e agli altri. Chi non lo fa rimane sul proprio piedistallo e fa fatica ad entrare in sintonia con il prossimo. È fondamentale l’autoironia, tutti abbiamo dei pregi e dei difetti.
Hai mai pensato di fare un duetto con tuo fratello e ritieni che sia un progetto realizzabile?
Ho sempre escluso questa possibilità perché non volevo che fosse ritenuta una scorciatoia per avere più visibilità ma adesso che sono riuscito a intraprendere un percorso artistico solido mi piacerebbe, anzi sarebbe un piccolo sogno. Ovvio che deve esserci la canzone giusta, non deve essere un’operazione studiata a tavolino.