La recensione di Margini, film premiato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 79: diretto da Niccolò Falsetti, la vita di provincia va a ritmo di street punk
Il concerto dei sogni
Grosseto, 2008. Michele (Francesco Turbanti, che ha collaborato anche alla scrittura), Edoardo (Emanuele Linfatti) e Iacopo (Matteo Creatini), amici da sempre, formano il gruppo street punk hardcore Wait for Nothing. Peccato però che non abbiano un soldo né un’occupazione né un luogo in cui suonare. Miracolosamente vengono chiamati come gruppo d’apertura dell’importantissima band americana dei Defense in tournée europea, ma la data del concerto viene poi cancellata. A Michele viene allora in mente di organizzare loro stessi un evento: invitano così i Defense a Grosseto, i quali altrettanto miracolosamente accettano: peccato però che manchino il locale, l’impianto acustico e i soldi per i trasferimenti. Comincia così la loro delirante impresa.
Racconto di formazione
Margini, diretto da Niccolò Falsetti, è prima di tutto un racconto di formazione. Poco importa se i protagonisti stonino con questa definizione da un punto di vista anagrafico. Michele, Edoardo e Iacopo sono adulti ma non ancora del tutto focalizzati su se stessi: il primo è in conflitto con la moglie Margherita (interpretata da Silvia D’Amico), il secondo con il compagno della madre mentre il terzo aspetta con devozione di suonare il violoncello in una vera orchestra. Organizzare il concerto dei sogni li mette alla prova e permette loro di conoscersi più a fondo. Questo percorso, seppur cominciato insieme, li condurrà tuttavia a punti d’arrivo differenti ed è proprio questo, in fondo, uno degli aspetti più interessanti del film.
Street punk
Elemento imprescindibile della pellicola è ovviamente la musica. Punto in comune tra i tre personaggi, lo street punk dà linfa vitale alla trama e la accompagna fedelmente dall’inizio alla fine. Come in una sorta di sfida, lo spettatore è costretto a confrontarsi con un genere di nicchia che solleva spesso dei pregiudizi (come sottolinea involontariamente il presentatore all’inizio del film, definendola “rumorosa”). Eppure questo genere musicale appare così ben integrato nella vita di Michele, Edoardo e Iacopo da farlo sembrare quasi “commerciale” (nel senso più positivo del termine) man mano che si procede con la storia.
A due ore da tutto
Margini, presentato in Concorso alla Settimana Internazionale della Critica (dove si è aggiudicato il Premio del pubblico) nel corso della 79ª Mostra del Cinema di Venezia, riesce a raccontare efficacemente le contraddizioni della vita di provincia. Anche le più semplici iniziative, dalle quali non si potrebbe far altro che trarre guadagno, diventano complesse in una città che dista, come sottolineato più volte dai protagonisti, “2 ore da tutto”. Ciò che non si riesce a sostenere è proprio quello di cui si rimprovera l’assenza: l’iniziativa. La pratica si trova a dover fare i conti con la teoria e, purtroppo, ne esce ammaccata. Ad essere rappresentata è quindi l’Italia delle promesse non mantenute, delle occasioni sprecate e del lassismo. Il tutto raccontato con un linguaggio fresco, cui non mancano interessanti spunti comici.
Margini, distribuito da Fandango, arriva nelle sale italiane l’8 settembre 2022. Diretto da Niccolò Falsetti, il cast è formato da Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti, Matteo Creatini, Valentina Carnelutti, Nicola Rignanese, Paolo Cioni, Aurora Malianni e Silvia D’Amico.