Alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 conferenza di presentazione del film Maria, con il regista Pablo Larraín e i protagonisti Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher: ecco cos’hanno raccontato
Maria, la nuova opera di Pablo Larraín, è stata presentata come primo film in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024. La pellicola racconta gli ultimi 20 anni di vita di Maria Callas, dall’incontro con Onassis alla morte, ed uscirà nei cinema italiani a gennaio 2025 distribuito da 01 Distribution.
Presenti il conferenza stampa il regista Pablo Larrain, lo sceneggiatore Steve Knight e la protagonista Angelina Jolie con Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher e i produttori.
Pablo, perché Maria Callas?
P.Larraín: Perché no? Sono un fan dell’opera da quando sono piccolo, un grande fan di Maria Callas, ma soprattutto non c’è quasi nessun film sull’opera e sui cantanti d’opera, che è un’arte affascinante. Ho scelto la più grande cantante di tutti i tempi, che ha avuto una vita meravigliosa e complicata. Siamo stati fortunati a trovare Steve Knight che ha scritto una sceneggiatura incredibile e siamo fortunati ad avere Angelina. Sarebbe stato impossibile fare il film senza qualcuno che fosse in grado di dare un’interpretazione degna.
Angelina, Come ha influenzato il fatto che hai dovuto esibirti davanti a delle persone?
A.Jolie: Beh molti qui sanno che ero molto nervosa. Mi sono allenata per sei mesi, perché lavorare con Pablo significa non lasciare nulla a metà. Lui richiede che si lavori sul serio, che si impari. La prima volta che ho cantato ero molto nervosa, tremavo, i miei figli mi hanno aiutato a chiudere la porta in maniera che nessuno entrasse… Pablo mi ha fatto iniziare in una piccola stanza e mi ha fatto finire a La Scala.
Angelina, dopo tanto tempo lontana dalle scene come ti senti a presentare due grandi film (Maria e Without Blood) a così breve distanza?
A.Jolie: Onestamente ho sentito bisogno di stare più vicina a casa e alla mia famiglia negli scorsi anni e in questo tempo mi sono resa conto di quanto sono fortunata e grata di essere un’artista.
Pierfrancesco, Alba, com’è stato avvicinarsi alla figura della Callas tramite due persone che le sono state tanto familiari nei suoi ultimi anni di vita?
P.Favino: Beh, io sapevo che Ferruccio era ancora vivo e ho avuto occasione di leggere qualcosa su di lui e vedere un’intervista realizzata dalla produzione; con Pablo abbiamo deciso di non riferirci direttamente alla sua vita, visto che la sceneggiatura era così chiara. Abbiamo capito alcune cose sulla devozione che lui provava nei confronti di lei e l’abbiamo trasformata in qualcosa di cui il film aveva bisogno. Penso che se incontri qualcuno come Maria Callas sei investito dalla luce che emana, la tua identità diventa quel che è e che sarà proprio grazie a quell’incontro. Callas era una regina… cosa che in un certo senso posso capire avendo lavorato con Angelina. Mi sento onorato di aver preso parte a questo film.
A.Rohrwacher: Sono d’accordo con Pierfrancesco, mi sento molto fortunata ad aver potuto interpretare Bruna. Ringrazio Pablo per avermi guidata in questo viaggio e anche Angelina perché grazie a lei ho capito l’amore incondizionato che Bruna prova per Maria. (rivolta ad Angelina) La tua generosità e il tuo buon cuore ci hanno dato la possibilità di entrare al meglio nel personaggio.
Steve, la dinamica che hai costruito tra i tre personaggi di Maria, Bruna e Ferruccio è estremamente familiare, come ci sei arrivato?
S.Knight: Le relazioni in una famiglia sono di tipo protettivo, c’è preoccupazione. Per loro non era un semplice lavoro, era un legame familiare tra tre persone, un amore. Quella di Bruna e Ferruccio era un’orbita felice intorno a Maria, l’amavano. Il suono di una cantante d’opera è il tipo di suono che secondo me farebbe un essere umano se non esistessero parole, quindi penso sia stato facile trasmettere quel sentimento.
Angelina, il film inizia con la conclusione di un’opera… come ha influenzato questo sulla tua percezione di lei?
A.Jolie: Lei ha insegnato e io ho avuto l’opportunità di ascoltare gli audio delle sue lezioni, quindi il mio primo approccio a Maria è stato diretto. Quello che diceva Maria era che non importa la tua interpretazione: devi capire il testo, le intenzioni del compositore e provare e provare fino a riuscire. Così ho fatto. Approcciandomi in quel modo, come suggerito da lei, alla fine sono riuscita a lasciar andare le mie emozioni, quando sono stata pronta. Pablo è stato molto comprensivo e mi ha guidata anche in questo. So che lui e Steve hanno discusso molto su quali pezzi mettere e quando, e se guardate con attenzione vi renderete conto come questi pezzi e i personaggi che ha interpretato hanno influenzato la sua vita.
P.Larraín: Sì, lei è lentamente diventata tragedia tramite i suoi personaggi e io e Steve ci siamo chiesti come poter rappresentare questa lenta trasformazione nelle tragedie che cantava. L’angolo che abbiamo deciso di prendere è stato quello di una celebrazione. Non volevamo fare un film cupo sulle sue tragedie, ma un film su una donna che ha speso la sua vita a cantare per gli altri e che infine si è ritirata per prendersi cura di se stessa e trovare il proprio destino.
Angelina, quali sono le cose che ti hanno colpito, durante le ricerche per il ruolo, come donna e come artista?
A.Jolie: Ce ne sono così tante… penso che la cosa che mi è rimasta più impressa è stata indossare i suoi occhiali e il suo soprabito e stare seduta in cucina con Bruna e Ferruccio a pensare alla sua vita, a chi era quella persona. Penso sia un po’ triste che lei non possa essere qui oggi perché quando se n’è andata i critici erano così crudeli con lei nonostante ci provasse e fosse così brava. Spero che sapesse quanto fosse amata e apprezzata.
Angelina, Maria Callas è stata spesso definita come una Diva. Che significato ha per te questa parola, nella tua esperienza?
A.Jolie: Penso che venga spesso legata a un significato negativo e con Maria ho imparato a rielaborare questo termine. Penso che lei sia stata una grande lavoratrice che non ha mai ferito nessuno, quindi immagino che sia ognuno di noi che definisce questa parola in maniera diversa.
P.Larraín: una Diva non può esistere senza essere la migliore in quello che fa, quindi essere una perfezionista era il suo grande problema. Se alle prove una delle altre cantanti sbagliava una strofa lei se ne andava: questa si chiama disciplina e nell’opera, come nel cinema, se non sei disciplinato sei fuori.
Angelina, nel tuo viaggio con Maria in cosa maggiormente ti sei identificata?
A.Jolie: Beh ci sono cose che non dirò qui, che molti di voi probabilmente immaginano, ma… direi che la sua dolcezza e la sua vulnerabilità sono i tratti in cui meglio mi rivedo in lei.
Pablo, c’è una relazione tra l’esagerato lusso della messa in scena e il vuoto della vita di Maria?
P.Larraín: La possibilità che porta la finzione con sé è quella di vedere che cosa può esser successo dietro quelle porte chiuse. Nessuno sa davvero cos’è successo, è un’idea di come potrebbe essere andata. In qualche modo Ferruccio e Bruna erano il legame di Maria con il mondo e si sono sentiti protetti l’uno dall’altra. Penso che in fondo tutti noi umani abbiamo gli stessi problemi esistenziali… tu che ne pensi Pierfrancesco, come si può gestire una persona come Maria Callas nell’intimità?
P.Favino: Penso sia impossibile. Come puoi definire qualcuno così incredibile come Maria Callas? Uno dei motivi per cui Ferruccio non voleva che lei morisse era che doveva rimanere una regina… anche per lui. Cosa significava per lui che Maria fallisse? Io penso che Ferruccio e Bruna fossero i suoi angeli custodi, ma allo stesso tempo non potevano esistere senza di lei. La sua assenza era la fine dell’esistenza.