Da Venezia la recensione di Memory di Michel Franco con Jessica Chastain e Peter Sarsgaard: qualche buono spunto c’è e i due protagonisti sono dei fuoriclasse, ma rimane un colpo che non centra tutto il bersaglio. In concorso
Il regista messicano Michel Franco torna a Venezia a due anni da Sundown con Memory, dramma a tinte famigliari sul potere del ricordo (nomen omen) e sul trovare il proprio posto nel mondo, dirigendo Jessica Chastain e Peter Sarsgaard. Qualche spunto interessante e dei grandi attori alle volte bastano a fare un film indimenticabile, ma non è questo il caso.
Incontro dal passato
Sylvia (Jessica Chastain) è un’assistente sociale che conduce una vita semplice e strutturata: sua figlia, il suo lavoro e gli incontri con gli Alcolisti Anonimi. Tutto questo viene messo a soqquadro quando Saul (Peter Sarsgaard) la segue a casa dopo la loro riunione di liceo. Il loro incontro a sorpresa avrà un impatto profondo su entrambi, in quanto aprirà la porta del passato e di alcuni ricordi che Sylvia avrebbe voluto restassero sepolti.
La forza della memoria
Che cos’è un ricordo? È forse un pezzo del nostro passato che riaffiora quando meno celo aspettiamo o lo vogliamo o è qualcosa di molto più profondo, legato indissolubilmente alla nostra anima, al nostro stesso essere? Memory parte da queste domande per imbastire una storia intima e riflessiva sul peso che i ricordi del passato hanno sul nostro presente, ma anche sulla loro affidabilità. A Sylvia e Saul, in fondo, quei ricordi sembrano non appartenere più: la prima perché li ha volutamente negletti, il secondo per via di una forma sempre più avanzata di demenza.
Ed è un percorso a ritroso per ritrovare quei pezzi nascosti o mancanti del proprio passato, quei tasselli rimanenti del puzzle, il loro. Un percorso che condurrà Sylvia verso una giungla oscura e all’apparenza impenetrabile di rimozione e negazione prima e infine di accettazione ed elaborazione, mentre per Saul lo scopo ultimo è di pura e semplice conservazione. Ed è in queste due rette, solo all’apparenza parallele, che Memory si muove verso un finale in cui il castello di sabbia crolla e i fantasmi escono fuori, finalmente liberi e finalmente lontani.
Emarginati
Ciò che però a Michel Franco interessa ancora di più è il racconto di due emarginati che devono ritrovare un posto nel mondo e che per sopravvivere devono arrivare a modificare quei ricordi, a manipolarli per poi rischiare di non essere più creduti come accade a Sylvia. La rivelazione finale, infatti, serve a chiudere un cerchio di mezze verità nascoste nell’ombra, un’ombra da cui si può solo scappare per riuscire finalmente a ritrovare la vita e la luce. Il cineasta messicano quindi immerge l’intreccio nel più totale intimismo, limitando l’uso degli spazi e delle location e il numero dei personaggi per provare a dare maggior profondità e respiro a questo processo di fuga.
Non che Memory sia un film chiuso o claustrofobico per questo, tutt’altro, piuttosto lavora in continua sottrazione e utilizza i volti scavati di Jessica Chastain e Peter Sarsgaard come una tela sulla quale dipingere il proprio mondo narrativo; Chastain e Sarsgaard che donano a Sylvia e Saul un concentrato enorme di vulnerabilità e umanità, facendo sì che le loro emozioni possano detonare in maniera opposta proprio nel terzo atto, la prima per esplosione e il secondo per implosione.
Allora cos’è che manca a Memory per un decisivo salto di qualità? Semplicemente un guizzo, un colpo che sposti la narrazione via dai binari del già visto, che permetta ai conflitti di poter essere ancora più risonanti e decisi. È il risultato di una certa indecisione di sguardo e messa in scena soprattutto nel segmento centrale della pellicola, un secondo atto che paradossalmente mette poca carne al fuoco preferendo concentrarsi solo sul rapporto tra Sylvia e Saul senza preparare il terreno per il finale. Franco dimostra così nuovamente la propria bravura nel dirigere gli attori e la sua bontà nel concept di partenza, anche l’incapacità di tenere in fino le redini della propria visione perdendosi in troppi momenti di poca chiarezza e lucidità. Promosso, ma con riserva.
Memory. Regia di Michel Franco con Jessica Chastain, Peter Sarsgaard, Josh Charles e Jessica Harper, in uscita nelle sale distribuito da Academy Two.
Tre stelle