Max Pezzali è stato ospite di MMW Incontra, il format online della Milano Music Week 2020 che consente un dibattito con gli artisti della musica italiana: il cantautore ha parlato del nuovo album Qualcosa di nuovo e ha raccontato di Roma, del duetto con GionnyScandal e dell’amore nei confronti della musica americana
Max Pezzali è stato ospite di MMW Incontra, il format online della Milano Music Week 2020 che consente un dibattito con gli artisti della musica italiana e l’occasione di parlare del nuovo album di inediti dal titolo Qualcosa di nuovo, titolo ironico in quanto molti suoi colleghi dopo tanti anni di onorata carriera puntano su raccolte celebrativi, mentre lui ha pubblicato 12 inediti.
Un disco che prende ispirazione dalla musica americana che Max apprezza tantissimo: «Mi presento con una maglietta di Billie Joel, questo è un concept album di un viaggio in varie zone dell’America, è la musica dei baby-boomer. Per esempio la traccia “70-80-90-2000” è molto glam, ho voluto utilizzare le quinte distorte, tipiche del punk e dell’heavy metal. C’è molto pudore riguardo al suo utilizzo perché considerate ancora una scelta tamarra, è ancora sfigata e ne-ancora cool, come l’assolo di sax. I ragazzi si divertono è il momento country, mi piace quell’atmosfera. “Noi c’eravamo” è molto californiana, incombe l’ombra dei Toto. Miami invece è la nuova capitale del tamarrismo e l’idea sbagliata che diamo noi italiani dell’esotismo: cercare di creare ciò che ci è famigliare ma con qualche palma».
C’è pure una ballad dedicata a Roma: «Una città che si fa amare per i rapporti umani che si creano anche con lo sconosciuto, la perla di saggezza del tizio al bar ti dà la spinta alla conversazione e fai amicizia facilmente. Poi ovviamente c’è la bellezza architettonica, basta uno scorcio, un tramonto per innamorarti. Si tratta di una città talmente faticosa che i suoi cittadini sono arrivati al pensiero filosofico dello sticazzi, cioè mentre a Milano credi di poter risolvere tutto, a Roma ci si prova ma la comprensione dell’ineluttabilità ti fa arrendere e spesso le cose si sistemano da sole».
La conversazione è ritornata sugli USA per parlare di quanto sia cambiato quel paese e di come Bruce Springsteen sia diventato maturo con la sua arte: «Vedere un’America così in conflitto, rancorosa, arrabbiata mi mette tristezza. Solo Bruce Springsteen mi riconcilia con quel paese, lo vedo molto maturo, fa i conti in maniera seria anche con la morte nell’ultimo disco e documentario. Ha superato i 70, una pandemia ha massacrato la sua generazione e lui ha fretta di suonare perché non è sicuro di poterlo rifare».
Oltre ai feat con Tormento e J-Ax, amici e colleghi della stessa generazione musicale, colpisce la scelta di duettare con GionnyScandal: «Mi ha colpito grazie a mio figlio che l’ascolta. Quando mi sono imbattuto nella sua definizione di emo-trap mi sono un sacco incuriosito e, dopo aver letto la sua biografia e ascoltato le sue canzoni, ho deciso di volerlo incontrare e di conoscerlo. Volevo un punto di vista completamente diverso, siamo stati più di un’ora a parlare di Post Malone e di Ozzy Osbourne, nostri idoli comuni, e ho capito che c’era affinità musicale».