Moby Dick sbarca allo Spazio Diamante con Stefano Sabelli e Gianmarco Saurino

Moby Dick

Moby Dick sarà allo Spazio Diamante dal 26 al 30 dicembre con Stefano Sabelli e Gianmarco Saurino per ricordare al pubblico come i limiti umani siano superabili solo attraverso la ragione ed il sapere.

Allo Spazio Diamante approda Moby Dick! Dal 26 al 30 dicembre la Compagnia del Loto presenta lo spettacolo tratto da Melville con Stefano Sabelli, Gianmarco Saurino, musiche composte ed eseguite dal vivo da Giuseppe Spedino Moffa, testo e regia Davide Sacco, scene Stefano Sabelli, costumi Martina Eschini, disegno luci Daniele Passeri, fonico Gianmaria Spina, aiuto regia e produzione Eva Sabelli, foto di F. Rabino, T. Le Pera, M. Ferrante, I. Capussi, prodotto da Compagnia del Loto di Teatrimolisani. 

«Chiamatemi Achab. Chiamatemi Ismaele. Chiamatemi Nessuno!» Si apre e chiude navigando i mari dell’anima e dell’inconscio questa riscrittura dell’opera di Melville di Davide Sacco. Come pure i grandi monologhi di Shakespeare, di Molière e i saggi di Artaud, ripercorsi da Achab, che ne compongono le onde. 

Moby Dick - La bestia dentro (3)
Stefano Sabelli e Gianmarco Saurino in Moby Dick (foto: T. Le Pera – F. Rabino – M. Ferrante)

In un mare che si fa oceano infinito, Achab si trasforma nei protagonisti della storia del teatro e della letteratura, solcando i flutti della conoscenza, sfidando tutto e tutti per sete di sapere ed esperienza. Figlio naturale della cultura occidentale, il vecchio capitano del Peaquad, nella balena bianca, vede i limiti dell’uomo e si getta in un iperbolico inseguimento, con l’unica fiocina per lui possibile: l’ostinazione alla Ragione, al Sapere, all’Arte: «L’uomo non è mai padrone del suo destino se non insegue un sogno e se non ha l’ostinazione per realizzarlo, quel sogno!» 

Ad accompagnarlo per questi mari, Ismaele, giovane, forte, bello, ancora inesperto forse, ma non ingenuo e, piuttosto, in tutto simile ad Achab, re del dolore, nella tenacia e nella sfrontatezza di sfidare Natura, Fato, Divino, grazie alla capacità di saper improvvisare, e stare sempre sull’onda nel momento di maggior necessità! Così simili da essere, forse, padre e figlio… Oppure, forse, diversi ma uniti dalla forza di sfidare ognuno il proprio mostro… dentro il mare del Sé. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome