E’ morto a 86 anni Jimmy il Fenomeno, storico e amatissimo caratterista della commedia italiana degli anni ’60-’70-’80. Era considerato un portafortuna e per questo tutti volevano averlo nei propri film.
Se n’è andato ieri uno dei caratteristi più amati e riconoscibili del cinema italiano, Jimmy il Fenomeno. L’attore pugliese aveva 86 anni e si è spento a Milano nella casa di riposo per anziani “Casa per coniugi”, che lo ospitava ormai da 15 anni.
Nato a Lucera (FG) nel 1932 come Luigi Origene Soffrano (nome con cui è accreditato in diversi titoli), Jimmy il Fenomeno è apparso in oltre 150 film tra il 1958 e il 1998, senza mai avere un ruolo da protagonista. La sua fisicità, il suo dialetto, la sua risata sguaiata e soprattutto il suo sguardo strabico, ne hanno fatto per decenni il caratterista più richiesto dal cinema italiano (oltre che il più riconoscibile), anche grazie alla leggenda che portasse fortuna. E così i più disparati registi lo hanno voluto nei loro film, anche solo di passaggio in una scena di contorno, soprattutto nelle commedie, a partire da quelle con Totò fino ad arrivare a quelle scollacciate degli anni ’70.
Da Ugo Tognazzi a Steno, da Luciano Salce a Castellano & Pipolo, da Lucio Fulci a Umberto Lenzi, da Luigi Zampa ai fratelli Corbucci, da Dino Risi a Fernando Di Leo, da Carlo Vanzina a Neri Parenti fino a Carlo Verdone, tutti i registi della commedia italiana (e non solo) hanno voluto Jimmy in almeno un loro film. Proprio a causa delle sue partecipazioni spesso brevissime, è pressoché inutile stilare una sua “filmografia ragionata”.
I fan di Fantozzi possono però ricordarlo in ben tre film: nel primo Fantozzi è uno degli impiegati che nella scena iniziale si prodigano per cercare il Rag.Ugo involontariamente murato vivo; in Superfantozzi è uno dei canottieri nella gara sul Tevere la cui imbarcazione, proprio a causa del suo strabismo, si schianta su un pilone del ponte; in Fantozzi in paradiso è invece uno dei parenti del defunto del primo funerale, in cui a Fantozzi viene da ridere mentre fa le condoglianze alla vedova.
Oltre ai tanti film con Franco & Ciccio, indimenticabili anche i suoi “duetti” con Lino Banfi, come ne L’infermiera di notte in cui Jimmy è un portalettere un po’ cretino che deve consegnargli un telegramma, o ne L’infermiera nella corsia dei militari, in cui è il guardiano del manicomio che, comportandosi istericamente, ripete a Banfi a più riprese «Io non sono matto, io sono il guardiano!».
Nel 2006 gli è stato dedicato anche una sorta di corto-documentario, dal titolo Jimmy e i suoi fenomeni, diretto da Dario De Rosario e Gianni De Mare. In televisione si ricordano le sue partecipazioni a Piccolo Slam e Drive In negli anni ’80, mentre anche le società calcistiche invitavano Jimmy, spinte dalla leggenda sul portafortuna. Dopo il trasferimento da Roma a Milano a metà anni ’90, nel 2010 Jimmy il Fenomeno, ormai in sedie a rotelle e in difficoltà economiche, aveva lanciato un appello per avere il sussidio previsto dalla Legge Bacchelli per gli artisti indigenti. Era infine apparso negli anni 2000 anche nella trasmissione Stracult.