E’ morto a 94 anni il grande attore francese Michel Piccoli: tanti film di Buñuel e Ferreri o con Romy Schneider, poi Godard e Hitchcock, gli iconici ruoli dell’ispettore Ginko e del Papa dubbioso di Nanni Moretti
Il grande attore francese Michel Piccoli, monumento del cinema europeo, è morto lo scorso 12 maggio nel suo maniero di Saint-Philibert-sur-Risle all’età di 94 anni. La notizia è stata però diffusa solo oggi, tramite una nota della famiglia trasmessa all’agenzia France Presse dall’ex presidente del Festival di Cannes Gilles Jacob: «Michel Piccoli si è spento il 12 maggio tra le braccia della moglie Ludivine e dei suoi giovani figli Inord e Missia, in seguito ad un incidente cerebrale».
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— gilles jacob (@jajacobbi) May 18, 2020
Durante la sua longeva carriera, durata oltre 65 anni, Michel Piccoli è stato interprete di oltre 230 tra film e serie tv. La sua prima apparizione al cinema è in Silenziosa minaccia, di Christian-Jaque, nel 1945. Negli anni ’40 Piccoli è stato principalmente attore di teatro, poi dagli anni ’50 recitato anche al cinema, generalmente in piccoli ruoli. Fu nel 1963 che ottenne la celebrità grazie a Il disprezzo di Jean-Luc Godard: il film franco-italiano, adattamento del romanzo omonimo di Alberto Moravia, mette in scena una coppia unita formata da lui e da Brigitte Bardot che, dopo l’incontro con il produttore Jack Palance, vivrà incomprensioni, disprezzo e alla fine la separazione.
Michel Piccoli ha poi recitato in numerosi ruoli, diretto dai più grandi registi, tra cui Jean Renoir (French Cancan, 1954), Claude Chabrol (Dieci incredibili giorni, 1971 e L’amico di famiglia, 1973), Alan Resnais (La guerra è finita, 1965), Roger Vadim (La grande preda, 1965), Louis Malle (Atlantic City, U.S.A., 1980) Alfred Hitchcock (Topaz, 1969). Eccelleva poi nei ruoli di seduttori rassicuranti, ma non esitò a sperimentare ruoli più provocatori, persino scandalosi come ne La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri.
Nel 1980 ha vinto il premio per il miglior attore al Festival di Cannes per Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, in cui interpreta un giudice complessato alle prese con la sorella psicotica Anouk Aimée (premiata anche lei) che si innamora dell’imputato Michele Placido. In Italia è stato anche l’ispettore Ginko nel Diabolik (1968) di Mario Bava, e ha recitato per Elio Petri in Todo modo (1976), Sergio Corbucci in Giallo napoletano (1978), Ettore Scola ne Il mondo nuovo (1982), Liliana Cavani in Oltre la porta (1982), Sergio Castellitto in Libero Burro (1999).
Michel Piccoli è stato tra gli attori preferiti di diversi registi: ben 7 film con Luis Buñuel, da Il diario di una cameriera (1964) a Bella di giorno (1967) da Il fascino discreto della borghesia (1972) a Il fantasma della libertà (1974); 7 anche con Marco Ferreri, da Dillinger è morto (1969) a Non toccare la donna bianca (1974), da La cagna (1972) a L’ultima donna (1976); 5 con Claude Sautet, da L’amante (1970) a Il commissario Pelissier (1971) a È simpatico, ma gli romperei il muso (1972); e 4 con Manoel de Oliveira, da Ritorno a casa (2001) a Bella sempre (2006).
Ha anche recitato 8 volte al fianco di Romy Schneider, da Trio infernale (1974) a La signora è di passaggio (1982) ai sopracitati film di Sautet, rivelando poi nel 2015 di aver avuto una storia con lei «Lei e io abbiamo avuto la debolezza di indulgere in gesti che non erano sempre molto onesti».
Nonostante una lunga carriera, Piccoli ha conservato un certo successo negli anni ’90 e 2000, acquisendo una forma di autorità e saggezza, ben rilevata da Nanni Moretti che gli ha offerto nel 2011 l’ultimo grande ruolo in Habemus Papam, dove incarna un Papa dubbioso che si chiede se non sia troppo per un uomo incarnare la fede e la speranza di un’intera religione e di milioni di fedeli. Questa interpretazione gli ha fatto vincere il David di Donatello come miglior attore protagonista l’anno successivo, a chiusura di una carriera eccezionale che lo ha visto candidato 4 volte anche ai Premi César.