Nastri d’argento, a Vittorio Storaro il Nastro d’oro per i 50 anni di carriera

Vittorio Storaro e Woody Allen
Vittorio Storaro e Woody Allen

I Nastri d’argento celebrano il grande direttore della fotografia Vittorio Storaro, vincitore di 3 premi Oscar, assegnandogli il prestigioso Nastro d’oro per i suoi 50 anni di carriera, da Apocalypse Now a L’ultimo imperatore

Un Nastro d’Oro a Vittorio Storaro per siglare il suo primo mezzo secolo di grande cinema internazionale, a qualche giorno da un compleanno particolarmente importante. È un riconoscimento di eccellenza che i Giornalisti Cinematografici hanno assegnato all’autore numero uno della fotografia italiana nel mondo nel palmarès dei Nastri d’argento che saranno consegnati il 6 Luglio a Roma, al Museo MAXXI, in diretta tv in prima serata su Rai Movie. Laura Delli Colli, Presidente del Sngci, ricorda che negli anni il Premio è andato solo a Michelangelo Antonioni, Alberto Sordi e Sophia Loren in occasione dei primi 50 anni dei Nastri, poi a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, a Stefania Sandrelli – per il 70° del Premio – e al grande Ennio Morricone. 

Cinematographer – come si dice a Hollywood – soprattutto al fianco di autori come Bernardo Bertolucci, Francis Ford Coppola, Warren Beatty e Carlos Saura, Storaro ha anche condiviso con Woody Allen tre film negli ultimi quattro anni: Cafè Society nel 2016, La ruota delle meraviglie nel 2017 e Un giorno di pioggia a New York, uscito pochi mesi fa in Italia. Quattro le nomination e tre gli Oscar conquistati per Apocalypse now di Coppola, Reds di Warren Beatty e L’ultimo Imperatore di Bertolucci, sette i Nastri d’Argento oltre il David, i Bafta inglesi, i Goya spagnoli, gli Efa ed i riconoscimenti a Cannes e a Locarno. Ora il Nastro d’Oro che festeggia un cinquantesimo particolarmente significativo siglando mezzo secolo di grande cinema in un anno davvero speciale: sono del 1970, infatti, tre film entrati nella storia come L’uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento e Strategia del ragno e Il conformista di Bernardo Bertolucci.

Nato a Roma il 24 giugno 1940, figlio di un proiezionista della Lux Film, Storaro era ancora bambino quando si avvicinò per la prima volta alla fotografia, prima all’Istituto Tecnico “Duca d’Aosta” di Roma, poi al Centro Sperimentale di Cinematografia. L’esordio dietro la macchina da presa nel 1968 con Giovinezza, giovinezza di Franco Rossi, poi il doppio Bertolucci e il debutto di Dario Argento nel ’70. E ancora film d’autore, tra gli altri con Fabio Carpi, Giuliano Montaldo, Salvatore Samperi, Luca Ronconi e il cinema internazionale con Bertolucci, Coppola, Saura, Warren Beatty e Woody Allen proseguendo lo studio dell’arte e in particolare della pittura di Caravaggio per l’analisi della luce. Un lungo percorso e una ricerca che continuano, non solo sul set ma anche, per esempio, nel mondo delle Accademie e delle Università che in tutto il mondo gli hanno conferito ben quattro lauree honoris causa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome