Natale in casa Cupiello, recensione: De Angelis e Castellitto onorano il classico di De Filippo

Natale in casa Cupiello

La recensione di Natale in casa Cupiello, il film diretto da Edoardo De Angelis tratto dall’omonima pièce teatrale scritta da Eduardo De Filippo nel 1931: un omaggio autentico e ben fatto, in cui brilla l’ottimo Sergio Castellitto

Natale in casa Cupiello

È il 1950 (circa un ventennio più tardi rispetto all’opera originale). Il giorno di Natale è vicino e, come ogni anno, Luca Cupiello (Sergio Castellitto) prepara il presepe; è il suo mondo perfetto, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione. Ma a nessuno interessa. Non a suo figlio Tommasino (Adriano Pantaleo), nonostante le sue insistenze per farglielo capire. E nemmeno a sua moglie Concetta (Marina Confalone) che ha ben altro a cui pensare: l’altra figlia Ninuccia (Pina Turco) ha infatti deciso di lasciare il suo ricco marito Nicolino (Antonio Milo) per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio (Alessio Lapice), e gli ha scritto una lettera per dirglielo. Concetta riesce a evitare quella che per la famiglia sarebbe una sciagura. Ma la missiva capita nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero. Nicolino scopre così il tradimento della moglie. Durante la vigilia di Natale, la sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali e la realtà irrompe in casa Cupiello in tutta la sua irruenza. Tutto sembra perduto, ma in soccorso di Luca, morente, arriva ancora una volta il suo presepe.

L’ottimo Luca Cupiello di Sergio Castellitto

Edoardo De Angelis prende il classico di Eduardo De Filippo con l’intento di aggiungere un linguaggio cinematografico ad un grande classico del teatro italiano. La maggior parte del pubblico probabilmente conosce già la storia, visto che lo spettacolo era già stato mostrato in televisione nel 1962 e nel 1977. Sergio Castellitto si fa carico dell’onore-onere di prendere il posto del maestro De Filippo nel ruolo di Luca Cupiello e riesce a restituire la sua essenza senza cercare di fare inutili imitazioni. L’attore romano arriva al cuore del personaggio in tutta la sua toccante malinconia, lo fa suo e lo restituisce con ammirevole autenticità.

Natale in Casa Cupiello - Marina Confalone e Sergio Castellitto (Foto Gianni Fiorito)
Natale in Casa Cupiello – Marina Confalone e Sergio Castellitto (Foto Gianni Fiorito)

Una nuova primavera per un classico intramontabile

A Castellitto si aggiunge un cast corale di buon livello, tra cui spiccano Pina Turco e Alessio Lapice di Suburra, oltre a Marina Confalone (che debuttò giovanissima proprio con la compagnia di Eduardo de Filippo). La natura dell’opera, a metà tra commedia e dramma, trova in questo film una nuova primavera. Il ritmo sostenuto, proprio del teatro che non può permettersi tempi morti, rende la pellicola particolarmente godibile ma al tempo stesso fedele alla pièce originale. Merito certamente di Edoardo De Angelis, che si occupava della regia, del soggetto e della sceneggiatura (in collaborazione con Massimo Gaudioso). Per lui un altro centro dopo i premiatissimi Il vizio della speranza e Indivisibili.

Famiglia e tradimento, davanti al Presepe degli italiani

I chiaroscuri e i movimenti della macchina riprendono lo stile teatrale ma lo modernizzano con garbo. La stessa delicatezza viene utilizzata per affrontare i temi della famiglia e del tradimento, fondamentali nell’economia della storia. In un periodo storico in cui cinema e teatri restano forzatamente chiusi, il pubblico (costretto a sua volta a passare molto più tempo in casa) apprezzerà Natale in casa Cupiello per la sua capacità di bilanciare sorrisi e lacrime. Un film che riesce al tempo stesso a divertire e a commuovere non può che raccogliere giudizi positivi. Se a ciò si aggiunge la capacità di risultare convincente nonostante l’ingombrante eredità lasciata inevitabilmente da Eduardo de Filippo, allora l’obiettivo può dirsi doppiamente centrato.

Natale in casa Cupiello è prodotto da Picomedia e Rai Fiction. Va in onda in prima serata su Rai 1 il 22 dicembre 2020, anno in cui si festeggiano i 120 anni dalla nascita di Eduardo de Filippo.

VOTO:
4 stelle

2 Commenti

  1. No per niente una rilettura che non può essere così del regista. L’elemento che manca ed è sempre stato un marchio di fabbrica di Edoardo è la comicità pirandelliana che oltre a una grande amicizia tra l’attore e lo scrittore è l’elemento cardine, nascosto nella trama dell’opera. Non c’entra non copiare De Filippo ma Castellitto è drammatico qui serve una che passi da un’emozione alla sua opposta, dal serio alla battuta nel modo che preferisce ma Castellitto non sa far ridere, è bravo nei suoi ruoli, ma qui devi prendere uno come Bisio o Zingaretti. E il regista realizza una specie di fiction vuota nelle novità e riscaldata nei temi. Se voleva fare qualcosa di nuovo perché per esempio non cambia il luogo e anche il dialetto? Allora posso pensare ad una rielaborazione dell’opera.

  2. Non discuto la bravura di attori e regista; il problema è che il personaggio di Lucariello è completamente snaturato. Il presepe per lui è il suo mondo, un mondo reale, l’unico in cui si possa vivere (e per questo non gli potrebbe mai interessare la gara del presepe più bello col vicino). Non si accorge dei conflitti attorno a lui, a lui importa essere rassicurato che la sua vita, come il suo presepe, siano in pace: persino in punto di morte il suo pensiero è per quel presepe che crede finalmente di poter raggiungere. Lucariello non si arrabbierebbe mai con Concetta, non darebbe schiaffi a Tommasino. Concetta è troppo dolente per ballare da sola; Tommasino è un ragazzo con problemi e non un semplice ladruncolo e, se non si capisce questo, non hanno senso i capricci della lettera di Natale. Insomma, a mio modesto parere, in questo film si perde proprio il senso dell’opera di Eduardo.

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