Da Venezia 81 la nostra recensione di Nonostante (Feeling Better), l’opera seconda di Valerio Mastandrea che ha aperto la sezione Orizzonti: un racconto di grande sensibilità dalla scrittura un po’ trattenuta, sospeso tra regno terreno e un limbo esistenziale
Ha avuto l’onore e l’onere di aprire la sezione orizzonti di Venezia 81 Nonostante (Feeling Better), opera seconda di Valerio Mastandrea a sei anni dall’esordio con Ride. Si parla di vita e di morte, o meglio di una sorta di pre-morte simboleggiata da un limbo in cui i personaggi sono intrappolati, ma si parla anche di scelte, rimpianti, amore e del valore dell’esistenza in quest’opera seconda ambiziosa che flirta perfino con il fantastico. Grande cast di supporto, a partire da Laura Morante e Barbara Ronchi in due piccoli ruoli, ma è l’argentina Dolores Fonzi a rubare la scena.
Il limbo delle anime
Un uomo (Valerio Mastandrea) trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Si sta davvero bene lì dentro e anche se qualche compagno di reparto si sente intrappolato, per lui ci si può sentire anche liberi come da nessun’altra parte. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una donna (Dolores Fonzi) viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condizione soprattutto le regole non scritte.
Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che, se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile.
Vivere e morire con amore
Eppur si muore. Deve averlo pensato Mastandrea, assieme al co-sceneggiatore Enrico Audenino, quando hanno partorito Nonostante (Feeling Better) ma deve aver anche pensato al concetto di limbo dantesco. Già, perché sebbene non vi sia un’anti-inferno ( o neanche purgatorio o paradiso se è per questo) nell’arena in cui ci immergiamo, appare abbastanza evidente come queste anime sperdute sembrano un po’ figlie di quelle del grande poeta toscano. È un gigantesco ospedale di una città non precisata (forse Roma o forse no), un luogo sospeso che funge da prigione per queste vite sul limite tra la vita e la morte, il cui destino è segnato nel momento in cui infuria la burrasca che li porterà via.
Parla perciò di confini Nonostante, non solo legati all’esistenza e all’essenza umana bensì anche all’amore in tutte le sue sfumature. Perché, come quasi tutte le opere che ragionano sui grandi temi, anche quella di Mastandrea parte dall’amore come punto fermo cosmico, come assunto per capire meglio il perché si vive e si muore ma senza cercare mai l’intellettualismo pretenzioso. D’altronde lo stesso attore romano è uomo di poche e misurate parole, a cui non interessano le grandi domande né tantomeno le risposte, quanto piuttosto i piccoli momenti di intimità, le piccole rivelazioni, i piccoli squarci sulle vite comuni che generano poi la grande bellezza.
E allora Nonostante parte dalla stasi perenne dell’arena, temporeggia (forse pure un po’ troppo) e crea un sottomondo di personaggi la cui unica possibilità è l’attesa, come eterni Godot a cui però prima o poi verrà dato un destino. “Noi possiamo solo aspettare” dice ad un certo punto una delle donne, ma quell’attesa fa crescere i rapporti, li cementa e li sedimenta e soprattutto si fa foriera di speranze, di illusioni (e disillusioni), di innamoramenti e di allontanamenti.
Comporre lo spazio
Al suo secondo film Mastandrea fa un buon lavoro sullo spazio, qui molto meno dilatato che all’esordio e molto più claustrofobico, perché sa e lo fa anche dire al sé stesso del film che di “bei momenti ce ne sono molti”. Per questo l’ospedale ci appare come un luogo sicuro e una prigione allo stesso tempo, e quando finalmente nel terzo atto lo si abbandona per cercare un po’ di più il mondo esterno il sollievo è molto più grande. C’è la spiaggia a quel punto, c’è un padre che si vede solo in lontananza “perché da tempo è svanito”, c’è l’amore che definisce quello spazio e lo riempie.
Alla fine di tutto però a Nonostante manca un lavoro più ricercato e preciso su alcuni dialoghi, possiede la sensibilità ma non la capacità di andare fino in fondo nel sentimento, rimane un po’ incompiuto (forse per scelta) senza riuscire del tutto a commuovere o a scuotere come avrebbe voluto. Si tratta di piccoli aggiustamenti, certo, che nel complesso comunque non sminuiscono i meriti di un’opera in grado di sussurrare il dolore, la paura, l’ansia di chi forse non ce la farà, di chi rimarrà e rimane ai margini della vita e dell’amore. Nonostante tutto, non tutti possono salvarsi.
TITOLO | Nonostante (Feeling Better) |
REGIA | Valerio Mastandrea |
ATTORI | Valerio Mastandrea, Dolores Fonzi, Laura Morante, Lino Musella, Justin Korovkin, Giorgio Montanini, Barbara Ronchi, Luca Lionello |
USCITA | marzo 2025 |
DISTRIBUZIONE | Bim Distribuzione |
Tre stelle e mezza