Giuseppe Conte ha firmato il nuovo dpcm: Lombardia, Sicilia e Bolzano diventano rosse, 12 regioni tra cui il Lazio sono arancioni; la protesta di Fontana, la scuola e cosa si può e non può fare
Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo dpcm, con le misure per il contrasto all’emergenza Covid, che resterà in vigore fino al 5 marzo. La nuova stretta entrerà in vigore nelle prossime ore. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi i negozi all’interno di mercati, centri, gallerie e parchi commerciali, a eccezione di farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.
Intanto Lombardia e Sicilia diventano regioni rosse e con loro anche la provincia autonoma di Bolzano. Da quanto si apprende dal Ministero della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio. Ma la Lombardia è pronta a presentare ricorso contro la decisione del Governo di collocare la regione in zona rossa. “Non condividiamo la scelta di inserire la Lombardia in zona rossa per cui, qualora dovesse arrivare questa ordinanza, proporremo ricorso” annuncia il presidente della Regione Attilio Fontana, in una nota. “In Lombardia negli ultimi 15 giorni la situazione è migliorata almeno per classificarci in zona arancione. Attendiamo l’ufficialità dal Ministero (della Salute, ndr) ma siamo pronti a presentare ricorso“, aggiunge.
La Provincia Autonoma di Bolzano non chiude e ricorre contro la classificazione a zona rossa. “Sono rimasto abbastanza sconcertato, visto che attualmente siamo zona gialla. Anche il ministro Speranza mi ha confessato di essere sorpreso“, ha detto il governatore Arno Kompatscher. Sulla base di una valutazione dell’Azienda sanitaria altoatesina, la giunta provinciale durante una seduta straordinaria ha deciso di non inasprire le limitazioni attualmente in vigore. Kompatscher firmerà in serata un’ordinanza. “Le ordinanze sono costruite sulla base di dati oggettivi e indirizzi scientifici. Hanno la finalità di contenere il contagio in una fase espansiva dell’epidemia. Per questo rispettarle è decisivo se non si vuol perdere il controllo del contagio” ribadisce il ministro della Salute Roberto Speranza.
Nove Regioni diventano arancioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. La Campania resta in fascia gialla insieme a Sardegna, Basilicata, Toscana, Molise, Provincia Autonoma di Trento.
Le misure: cosa si può fare e cosa no
Rinnovate tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5 e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio ‘alto’ o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso.
Riguardo la scuola, i ragazzi delle scuole superiori delle regioni gialle e arancioni torneranno in classe lunedì 18 gennaio almeno per il 50% in presenza. Nelle regioni rosse i ragazzi rimarranno a casa dalla seconda media a seguire la didattica a distanza. Questo fatte salve ordinanze regionali.
Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo. Fino a quella data sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o unicamente nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5 mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.
Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni. Gli impianti sciistici non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti. Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “E’ un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro. Non l’unico.
Con il decreto viene infatti introdotta la “zona bianca”, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti e un rischio basso – fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa raggiungere certi numeri.
(fonte: Ansa)