Oscar 2021: trionfano Nomadland, Frances McDormand e Anthony Hopkins, Pausini battuta

Oscar 2021 - vincitori
Oscar 2021 - vincitori

Agli Oscar 2021 Laura Pausini è battuta da H.E.R., trionfano Nomadland, la sua regista Chloé Zhao e la sua protagonista Frances McDormand alla sua terza statuetta; premiato a sorpresa Anthony Hopkins, vince anche Soul

Sono stati assegnati stanotte a Los Angeles i Premi Oscar 2021, nella doppia location della Union Station e del Dolby Theatre. Senza un presentatore ufficiale e nessuno a condurre le danze, la spartana cerimonia di premiazione (più simile a quella degli Emmy e con rigoroso distanziamento) ha visto susseguirsi interminabili discorsi di ringraziamento ed una scaletta decisamente assurda, con l’annuncio del miglior film programmato prima di quello degli attori.

In una premiazione per l’ennesima volta salomonica e che strizza l’occhio alle minoranze e alle diversità, a trionfare è Nomadland di Chloé Zhao, che si aggiudica da favorito i tre Oscar principali: miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista. La cinese Chloé Zhao diventa così la seconda donna a vincere nella categoria regia, dopo Kathryn Bigelow nel 2010, portando a casa anche la statuetta per il film, e dedicando la vittoria alla comunità nomade.

Doppio Oscar personale anche per la “forzatamente nomade” Frances McDormand, co-produttrice di Nomadland e sua intensa protagonista, che invita tutti a vedere il film sul grande schermo ed omaggia con un ululato finale lo scomparso montatore del sonoro Michael Wolf. Per la signora Coen, vincitrice un po’ a sorpresa, si tratta del terzo Oscar attoriale dopo Fargo (1997) e Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2018), che la proietta nell’Olimpo dei grandissimi: solo altri cinque attori c’erano riusciti, Daniel Day-Lewis, Meryl Streep, Ingrid Bergman, Jack Nicholson e Walter Brennan, oltre all’inarrivabile Katharine Hepburn, unica ad averne vinti quattro nella categoria.

L’unica vera sorpresa della serata è l’Oscar per il magnifico Sir Anthony Hopkins di The Father (del talentuoso Florian Zeller che vince personalmente anche per la sceneggiatura non originale), che batte il compianto Chadwick Boseman e la sua da mesi annunciata statuetta postuma. Per l’ex dottor Hannibal Lecter si tratta del secondo Oscar dopo quello del 1991 per Il silenzio degli innocenti, e a 83 anni suonati Hopkins diventa il più anziano attore di sempre a vincere una statuetta, superando il precedente record generale detenuto da Christopher Plummer (82 anni) e ancor più quello per gli attori protagonisti, di Henry Fonda (quasi 77). Peccato Sir Anthony fosse in Galles e non presente alla cerimonia a prendersi gli applausi.

Tra gli attori non protagonisti pronostici della vigilia confermati, con Yuh-Jung Youn, anticonvenzionale nonna in Minari, che diventa la prima attrice coreana a vincere un Oscar, unica statuetta assegnata al delizioso film di Lee Isaac Chung in uscita oggi nei cinema italiani (ma che sembra più contenta di aver conosciuto Brad Pitt che le ha consegnato il premio). Il tutto con buona pace di Glenn Close (che regala un fantastico balletto) arrivata all’ottava nomination senza aver mai vinto, eguagliando il triste record di Peter O’Toole (che perlomeno poi ne ricevette uno alla carriera).

Daniel Kaluuya, suo uno dei discorsi di ringraziamento più lunghi in cui invoca pace e amore per tutti, è premiato invece per l’interpretazione del leader delle Pantere Nere Fred Hampton in Judas and the Black Messiah, che lo stesso attore osanna dal pulpito.

A proposito di Judas, il brano Fight For You (cantato dalla giovanissima H.E.R.) si aggiudica l’Oscar per la miglior canzone battendo Io sì (Seen) di Laura Pausini e Diane Warren che, nonostante la suggestiva performance live, tornano a casa a mani vuote, peccato. D’altronde non partivano da favorite, anche se avrebbero meritato la vittoria. Ma se per Laura la delusione può essere notevole, la “povera” Warren resta all’asciutto per la dodicesima volta su dodici nomination, una autentica maledizione.

Il palmares degli Oscar 2021 prosegue con le due meritate statuette al Disney Pixar Soul di Pete Docter e Dana Murray, premiato come miglior film d’animazione e per la colonna sonora. Il miglior film in lingua straniera è il danese Un altro giro di Thomas Vinterberg (che era candidato anche per la regia), che batte il quotatissimo Minari. L’altra regista candidata, Emerald Fennell, si aggiudica invece l’Oscar per la sceneggiatura originale del revenge movie Una donna promettente.

I premi “tecnici” sono equamente distribuiti, con due Oscar a testa per Mank, fotografia e scenografia, due per Sound of Metal, montaggio e suono, due per Ma Rainey’s Black Bottom, costumi e trucco & acconciature (le due categorie in cui era candidato il Pinocchio di Matteo Garrone). Il miglior documentario è Il mio amico in fondo al mare, storia di amicizia tra un sub e un polipo, mentre il miglior doc corto è Collette, il miglior corto è Two Distant Strangers e il miglior corto d’animazione è Se succede qualcosa, vi voglio bene. Unico a restare al palo, tra i candidati a miglior film, è Il processo ai Chicago 7, che partendo con 6 nomination torna a casa a mani vuote.

Mentre il poliedrico Tyler Perry è premiato con l’Oscar umanitario Jean Hersholt per la sua attività filantropica, non si può chiudere senza citare lo scempio perpetrato durante l’In Memoriam, da sempre il momento più commovente, quello in cui si ricordano gli artisti scomparsi: complice un brano d’accompagnamento (di Stevie Wonder) totalmente fuori luogo ed un montaggio assolutamente frenetico (se ci sono troppi nomi da inserire, crei un rullo più lungo!) che spesso non ha permesso la lettura dei nomi, quello di quest’anno è indiscutibilmente il peggior In Memoriam della storia degli Oscar, totalmente rovinato e senza un minimo di pathos. Per la cronaca, tra gli artisti commemorati anche i nostri Ennio Morricone, Peppino Rotunno e Alberto Grimaldi, oltre alle tante star, da Sean Connery a Chadwick Boseman, da Olivia De Havilland a Christopher Plummer, fino a Max Von Sydow.


Tutti i vincitori e le nomination degli Oscar 2021

Miglior film
The Father di Florian Zeller
Judas and the Black Messiah di Shaka King
Mank di David Fincher
Minari di Lee Isaac Chung
Nomadland di Chloé Zhao
Una donna promettente di Emerald Fennell
Sound of Metal di Darius Marder
Il processo ai Chicago 7 di Aaron Sorkin

Miglior regia
Chloé Zhao per Nomadland
Lee Isaac Chung per Minari
David Fincher per Mank
Emerald Fennell per Una donna promettente
Thomas Vinterberg per Un altro giro

Miglior attore protagonista
Riz Ahmed per Sound of Metal
Chadwick Boseman per Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins per The Father
Gary Oldman per Mank
Steven Yeun per Minari

Miglior attrice protagonista
Viola Davis per Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day per The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby per Pieces of a Woman
Frances McDormand per Nomadland
Carey Mulligan per Una donna promettente

Miglior attore non protagonista
Sacha Baron Cohen per Il processo ai Chicago 7
Daniel Kaluuya per Judas and the Black Messiah
Leslie Odom Jr per Quella notte a Miami…
Paul Raci per Sound of Metal
Lakeith Stanfield per Judas and the Black Messiah

Miglior attrice non protagonista
Maria Bakalova per Borat – Seguito di film cinema
Glenn Close per Elegia americana
Olivia Colman per The Father
Amanda Seyfried per Mank
Yuh-Jung Youn per Minari

Migliore sceneggiatura originale
Judas and the Black Messiah
Minari
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7

Miglior sceneggiatura non originale
Borat – Seguito di film cinema
The Father
Nomadland
Quella notte a Miami…
La tigre bianca

Miglior film d’animazione
Onward – Oltre la magia
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Shaun – Vita da pecora: Farmageddon
Soul
Wolfwalkers – Il popolo dei lupi

Miglior film straniero
Un altro giro (Danimarca)
Better Days (Hong Kong)
Collective (Romania)
The Man Who Sold His Skin (Tunisia)
Quo vadis, Aida? (Bosnia Erzegovina)

Miglior colonna sonora
Da 5 Bloods – Come fratelli
Mank
Minari
Notizie dal mondo
Soul

Miglior canzone originale
Fight For You per Judas and the Black Messiah
Hear My Voice per Il processo ai Chicago 7
Husavik per Eurovision Song Contest: La storia dei Fire Saga
lo Sì (Seen) per La vita davanti a sé
Speak Now per Quella notte a Miami…

Miglior fotografia
Judas and the Black Messiah
Mank
Notizie dal mondo
Nomadland
Il processo ai Chicago 7

Miglior montaggio
The Father
Nomadland
Una donna promettente
Sound of Metal
Il processo ai Chicago 7

Miglior scenografia
The Father
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Notizie dal mondo
Tenet

Migliori costumi
Emma
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Mulan
Pinocchio

Miglior trucco e acconciature
Emma
Elegia americana
Ma Rainey’s Black Bottom
Mank
Pinocchio

Migliori effetti speciali
Love and Monsters
The Midnight Sky
Mulan
L’unico e insuperabile Ivan
Tenet

Miglior sonoro
Greyhound – Il nemico invisibile
Mank
Notizie dal mondo
Soul
Sound of Metal

Miglior documentario
Collective
Crip Camp
The Mole Agent
Il mio amico in fondo al mare
Time

Miglior cortometraggio documentario
Colette
A Concerto is a Conversation
Do not Split
Hunger World
A Love Song for Latasha

Miglior cortometraggio
Feeling Through
The Letter Room
The Present
Two Distant Strangers
White Eye

Miglior cortometraggio d’animazione
Burrow
Genius Loci
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Opera
Yes-People

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