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Gio Evan, domani in radio il nuovo singolo Scudo

Gio Evan(2)
Gio Evan

Da domani in radio e in tutti i digital store Scudo, il nuovo singolo di Gio Evan. Continua inoltre il tour del poeta che farà tappa nel weekend a Torino e a Padova.

Scudo è il nuovo singolo di Gio Evan, dal 30 agosto su tutte le piattaforme streaming e i digital store e già disponibile in presave su Spotify al link https://gioevan.lnk.to/Scudo_Pre

Il brano, insieme ad Himalaya Cocktail e Amazzonia (1Day/MArteLabel, distribuzione Artist First) che hanno conquistato la playlist Scuola Indie di Spotify (entrambi) e Indie Italia (Himalaya Cocktail), anticipa il doppio album di inediti in uscita in autunno. Scudo è una lettera d’amore gridata a bassa voce, ma che nella seconda strofa non riesce a trattenere l’intensità del sentimento, finendo con l’esplodersi addosso, è forse la prima canzone al mondo ad essere registrata sotto lacrime, durante un pianto dell’artista.

Intanto proseguono gli appuntamenti live con la tournée Capta – tornate Sovrumani in cui Gio Evan, accompagnato da una super band di 5 elementi, porta sul palco ancora una volta le sue doti di musicista, autore e interprete, che fanno di lui un artista unico nel panorama del nostro paese. Dopo il successo del tour da nord a sud e il sold out a Milano, le prossime date sono in programma il 31 agosto a Venaus – TO (Borgate dal vivo Festival) e il 2 settembre a Padova (Parco della Musica). Il tour è una produzione Massimo Levantini per Baobab Music & Ethics; per tutte le info e gli aggiornamenti di calendario: www.baobabmusic.it.

Gio Evan - Scudo cover
Gio Evan – Scudo cover

 

Elite, si farà la terza stagione della serie spagnola Netflix

Elite Netflix

Elite la nota serie di successo firmata Netflix volgerà ad un terzo capitolo. Lo ha annunciato Diego Avalos, il produttore della serie durante una conferenza stampa a Madrid.

A pochi giorni dal rilascio della seconda stagione, Netflix annuncia la terza.

Buone notizie per i fan della serie Netflix Elite. A pochi giorni dal rilascio della seconda stagione, disponibile sulla piattaforma dal 6 settembre, il produttore Diego Avalos ha annunciato durante una conferenza stampa a Madrid che la fortunata serie si protrarrà per una terza stagione. Purtroppo non si lascia sfuggire nulla riguardo al cast, agli attori e soprattutto alla sceneggiatura.

Piccole indiscrezioni sulla seconda stagione

La seconda stagione di Elite è entrata in produzione a gennaio 2019 e vanta gli stessi elementi visivi visti in molte serie spagnole di successo. Secondo le uniche indiscrezioni trapelate, sembrerebbe esserci un’importante scena d’azione che fa parte di una lunga e complessa sequenza costruita sotto i bassi assordanti di una musica elettronica. «Volevamo mantenere la formula di avanzamento rapido come elemento base della serie, ma allo stesso tempo essere diversi», ha dichiarato Madrona, uno dei creatori dell’universo Elite. Dunque, chissà cosa aspettarsi. Rimane da vedere il secondo appuntamento per valutare se il lavoro è all’altezza delle aspettative.

La seconda stagione di Elite su Netflix
La seconda stagione di Elite su Netflix

L’uomo del labirinto, il trailer del nuovo film di Donato Carrisi con Dustin Hoffman e Toni Servillo

Medusa Film ha appena pubblicato il trailer ufficiale de L’uomo del labirinto, il nuovo film di Donato Carrisicon protagonisti Dustin Hoffman e Toni Servillo.

Secondo noir consecutivo dopo l’esordio nel 2017 con La ragazza nella nebbiaL’uomo del labirinto racconta la storia di una ragazza rapita che misteriosamente riappare dopo quindici anni. Comprensibilmente sotto shock ma ancora viva, viene affidata alle cure dell’esperto dottor Green (Hoffman), il cui compito principale è quello di ricostruire cosa è successo nel labirinto in cui la giovane è stata imprigionata da uno psicopatico. Ad aiutarlo un investigatore privato, Bruno Genko (Servillo), che apre l’ennesima caccia all’uomo della sua carriera, forse l’ultima.

Sinossi

L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita. Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto. Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro. Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito. Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che -Bruno non ha mai portato a termine… E questa è l’occasione di rimediare. No-no-stante sia trascorso tanto tempo. Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede. L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni. E ora è scomparso.

Il film, tratto dall’omonimo bestseller di Carrisi, arriverà al cinema a partire dal prossimo 30 ottobre. Guardate il trailer in calce alla news.
L’uomo del labirinto

Venezia 76: Sole, recensione. Sironi tra maternità mancata e indesiderata

Venezia 76: Sole, recensione

Sole, presentato alla Mostra del cinema di Venezia con la regia di Carlo Sironi, riesce a raccontare la frustrazione della maternità mancata in modo semplice e autentico: estremamente comunicativi i suoi giovani interpreti, Sandra Drzymalska e Claudio Segaluscio.

Vendere un figlio: si può arrivare fino in fondo?

Ermanno (interpretato da Claudio Segaluscio) è un ragazzo di periferia che trascorre le sue giornate tra slot machine e piccoli espedienti. Anziché lavorare preferisce rubare motorini insieme ai suoi amici, ma tutto cambia quando riceve un incarico dallo zio Fabio (Bruno Buzzi): deve occuparsi di Lena (Sandra Drzymalska), appena arrivata dalla Polonia per vendere la bambina che porta in grembo e scappare verso un futuro migliore. Ermanno deve riconoscere la piccola e fingere così di esserne il padre, il tutto per permettere a suo zio e alla moglie (Barbara Ronchi), entrambi sterili, di ottenere l’affidamento tra parenti (legalmente più rapido). Sole – questo il nome scelto per la bimba – nasce però prematuramente e deve essere allattata al seno. Il gesto apre una voragine nei protagonisti: Lena sviluppa un legame involontario ma inevitabile con la figlia, Ermanno si affeziona alla giovane madre e alla neonata sviluppando così il desiderio di prendersi cura di entrambe per sempre, mentre lo zio e sua moglie cominciano a temere che l’accordo finirà col saltare.

Protagonisti autentici

Sandra Drzymalska e Claudio Segaluscio risultano due protagonisti credibili nella loro spontaneità. Lena ed Ermanno provengono da ambienti difficili in cui bisogna farsi furbi per spuntarla, così entrambi sono arrivati al crimine (furti e ludopatia per lui, vendita di un figlio per lei) sospinti dalle avversità della vita. L’animo ne porta evidenti cicatrici e i due interpreti riescono a far emergere nitidamente sofferenza e una profonda solitudine di fondo. Gli occhi della Drzymalska raccontano le gioie e i dolori di un’esperienza toccante come la gravidanza, anche quando arriva inaspettatamente al pari di una doccia fredda. Il suo sguardo mostra – senza bisogno di parole – l’amore che prova per la figlia suo malgrado, la paura dell’imminente separazione, il desiderio di garantirle un futuro migliore rispetto a quello che lei stessa potrebbe offrirle. La sua è un’espressività che beneficia di un linguaggio del corpo autentico, senza filtri, credibile proprio per la sua assoluta irrazionalità. Un vocabolario che lascia emergere in maniera naturale sensazioni ed emozioni, arricchendo in tal modo una pellicola che gioca su queste complesse dinamiche familiari e sentimentali.

Venezia 76, Sole di Carlo Sironi: i protagonisti Sandra Drzymalska e Claudio Segaluscio in una scena del film
Lena (Sandra Drzymalska) ed Ermanno (Claudio Segaluscio) in una scena del film

Non solo maternità

Sole non parla solamente di maternità (negata o indesiderata), in gioco c’è molto di più. Il regista Carlo Sironi inserisce la periferia romana con tutte le sue contraddizioni e le sue problematiche, la sterilità, il complesso mondo delle adozioni nonché la povertà di alcune zone dell’Est che ancora oggi spingono verso scelte disumane come la mercificazione di un figlio o del proprio corpo. Il tema centrale, però, resta uno solo: si può amare un bambino pur non essendone i genitori biologici? Cosa si prova nel guardare una creatura della quale si è totalmente responsabili? Quanto cambia la prospettiva di un individuo quando vengono messi al mondo dei figli? Sironi, come lui stesso ha dichiarato, intendeva dare una risposta a questi interrogativi e ha cercato di farlo proprio mettendo su pellicola la storia di Sole.

Dopo Cargo, ancora gli ultimi

Sironi si avvicina nuovamente ad un universo umano particolarmente complesso: quello degli ultimi. Impossibile non pensare a Cargo, il corto che nel 2012 gli era valso il Grand Prix al 10° Festival mediterraneo del cortometraggio di Tangeri. In quell’occasione il cineasta aveva raccontato la storia di Alina, una prostituita ucraina, e di Jani, il ragazzo che si innamora di lei e che si convince di essere il padre del bimbo che sta crescendo dentro di lei. Anche in quell’occasione il regista decise di focalizzare l’attenzione su sentimenti capaci ad unire anche in condizioni avverse, senza cadere in facili buonismi ma mostrando una realtà fatta di debolezze e difficoltà. Uno spaccato umano interessante, lontano dalle cronache dei giornali, che proprio per questo merita di essere visto da vicino e raccontato.

Venezia 76, Sole: Claudio Segaluscio in un fotogramma del film
Ermanno (Claudio Segaluscio) prende in braccio la piccola Sole

Sole è una produzione italo-polacca in collaborazione con Kino Produzioni e Rai Cinema ed è stato presentato nel corso della 76ª Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.

VOTO:

Venezia 76: La candidata ideale, recensione del film sul mondo saudita di Haifaa Al Mansour

The Perfect Candidate - Mila Alzahrani

La candidata ideale (The Perfect Candidate), di Haifaa Al Mansour, in concorso alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, racconta le profonde differenze di genere della società saudita con un tono ironico e uno sguardo ottimista verso il futuro.

Decisione improvvisa

La candidata ideale (The Perfect Candidate), di Haifaa Al Mansour, presentato alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, racconta dell’inaspettata candidatura da parte di una giovane dottoressa saudita alle elezioni comunali. Lavorando nell’ospedale sono chiare da subito le differenze di genere tipiche del mondo saudita, che a volte portano non solo le donne, ma gli stessi uomini a rischiare la vita, a non fidarsi delle parole o dei consigli, in questo caso in ambito medico, di una dottoressa perché si tratta di una donna. Maryam (Mila Alzahrani) è determinata e tenace e ha un obiettivo di sicurezza: asfaltare la strada che porta al suo ospedale, un problema serio per la salute di tutti. Dalla famiglia agli elettori, a chiunque incontri suo suo percorso, Maryam si misura con tutte le difficoltà dell’accettare la prima candidata donna della città.

Una visione diversa

Il percorso di Maryam non rappresenta soltanto le difficoltà e quanto influenzino la vita delle donne le differenze di genere del mondo saudita, ma anche la vicenda particolare di una giovane donna che nel candidarsi vuole raggiungere un obiettivo e crescere, misurarsi con dei problemi che ci saranno sempre e forse anche una rivalsa personale. The Perfect Candidate è una sorta di commedia drammatica su un tema delicato, attuale e spesso non trattato con ironia. In questo risiede appunto l’originalità del film che dà una visione ottimista e mostra i cambiamenti avvenuti nel corso nel mondo saudita.

The Perfect Candidate - Mila Alzahrani 2
Mila Alzahrani in una scena del film in cui cerca di convincere un paziente che lei ha le conoscenze e la capacità per occuparsi di lui

Percorso culturale

Forse leggermente didascalico in alcuni punti, a sottolineare appunto quanti risultati siano stati raggiunti dalle donne, ma dalla società saudita in generale: come la riaperture delle sale concerto, dei cinema e quindi una sorta di rinascita artistica. Un film che cerca di spiegare come le tradizioni possano convivere con la modernizzazione e lo sviluppo di un luogo, e di mandare un messaggio chiaro: è importante conservare il patrimonio culturale e artistico del Paese, ma una restaurazione e modernizzazione è inevitabile. Ed attraverso le differenze di genere, effettivamente, è opportuno cominciare.

Cause prioritarie

Tra una società che per anni ha emarginato le donne e la rivalsa personale di Maryam, il film procede con una regia chiara e semplice, come la storia, senza particolari colpi di scena o un’eccessiva rappresentazione tragica del ruolo delle donne nella società saudita. The Perfect Candidate utilizza un montaggio alternato tra i problemi che incontrano le donne, e quelli che incontrano gli uomini, anche se imparagonabili. Sembra voler sottolineare che ogni difficoltà ha come causa un Paese, per certi versi arretrato, ancora in via di sviluppo, di cui alla fine tutti, uomini e donne, sono vittime. Con una fotografia in linea con la trama e una colonna sonora tipica del mondo saudita il film rappresenta un problema reale a cui non bisogna guardare con superficialità, ma neanche con pessimismo, perché la voglia di cambiare non è così latente come sembra.

The Perfect Candidate - Dae Al Hilali, Mila Alzahrani, Nourah Al Awad
Dae Al Hilali, Mila Alzahrani, Nourah Al Awad in una scena del film in cui cercano di capire come condurre una campagna elettorale

La candidata ideale (The Perfect Candidate), di Haifaa Al Mansour, con Mila Alzahrani, Dhay, Nourah Al Awad, Khalid Abdulrhim, in concorso alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, verrà distribuito da Academy Two dal 3 settembre 2020.

VOTO:

 

Venezia 76, conferenza stampa di Ad Astra. Brad Pitt: “La storia di James è così delicata!”

Venezia 76, conferenza stampa di Ad Astra con Brad Pitt

Brad Pitt, Liv Tyler, Ruth Negga e il regista James Gray presentano Ad Astra, in concorso a Venezia 76: la conferenza stampa con il cast stellare della pellicola ambientata nello spazio.

Ad Astra è in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e si è dimostrato uno dei film più attesi della manifestazione. Il regista James Gray è intervenuto nella conferenza stampa accanto ai protagonisti Brad Pitt, Liv TylerRuth Negga.

Visto che hai prodotto il film, nel montaggio hai portato un tesoro nazionale belga: perché sei andato fino in Belgio per trovare un montatore extra?

Brad Pitt: Io e Nico abbiamo lavorato tempo fa in un progetto che si chiamava Beautiful Boy, lui ha un tocco meraviglioso. Nel montaggio questo film ha rappresentato la sfida maggiore cui abbia mai lavorato. La storia di James è così delicata. Se fai qualcosa di troppo veloce, se fai un voice over, una voce fuori campo eccessiva, tutto risulterebbe sbagliato. Quindi c’è stato uno sforzo costante nel mantenere l’equilibrio, nel mantenere una narrativa che si svolgeva in modo sottile e delicato come voleva James. Abbiamo chiamato vari amici. Delle volte ci siamo trovati in difficoltà: James e io abbiamo sempre parlato per esempio di come si riesce ad indicare delle persone che sono collegate mentre il personaggio sullo schermo è da solo. Come si riesce ad indicare che lui è isolato nel suo rapporto con gli altri? Era una cosa che volevo fare e sono molto contento dell’equilibrio che abbiamo trovato con James.

Una domanda per James: effettivamente è una storia molto delicata e ci sono numerose citazioni. Ci puoi parlare del mondo cinematografico e letterario che fa parte di questo progetto?

James Gray: Una delle cose bellissime del cinema è che è una combinazione di tutte le altri arti: c’è la pittura, c’è la danza, c’è la coreografia, c’è la cinematografia ovviamente, c’è il teatro, c’è il dramma e anche la letteratura ha un ruolo nella narrazione. Forse sono vecchio stile ma credo molto nella narrativa e per la narrativa mi piace rubare dai migliori. Sono stato ossessionato da Moby Dick […], volevo utilizzare dei temi che non hanno tempo. Alcuni diranno che queste cose sono un po’ vetuste ma io credo nella forza del mito, ho preso degli archetipi per fare questo film.

Venezia 76: Il regista James Grey presenta il suo Ad Astra
Il regista James Grey presenta il suo Ad Astra

I tre attori potrebbero parlare di cos’era così attraente in questo film?

Liv Tyler: A livello personale ho pensato al rapporto di questo uomo con suo padre, non tanto alla fantasia dello spazio. Secondo me il mio personaggio è un po’ come un sogno, arriva a lui nella sua fantasia, nella sua immaginazione […], ma è anche molto vero. Rappresenta il suo collegamento con il mondo. Pur essendo sempre solo pensa tanto, la memoria ha un ruolo importante. A volte non sai se quello che immagina è vero o no.

Venezia 76: Liv Tyler alla conferenza stampa di Ad Astra
Liv Tyler alla conferenza stampa di Ad Astra

Ruth Negga: La penso come Liv, questo canovaccio dello spazio ci ha dato la possibilità di esplorare i rapporti intimi che ci sono. Il mio personaggio secondo me incarnava il fatto per cui noi come esseri umani vogliamo sempre dei contatti. Le scene tra Helen e Roy per esempio indicano un bisogno che prima era assente nella loro vita. A me piaceva moltissimo il modo in cui ha cercato un contatto: lei lo spinge ad andare avanti nella sua missione, ho sentito un grande calore nel loro rapporto. I loro destini sono intrecciati. Quello che lui fa per lei, in un certo senso, è liberarlo, far sì che lui parta per la sua missione. Lo aiuta ad andare avanti. James ha ragione, si tratta quasi di un’epica greca.

Venezia 76: Ruth Negga alla conferenza stampa di Ad Astra
Ruth Negga alla conferenza stampa di Ad Astra

Sei un uomo che passa dal non avere alcuna emozione a qualcosa di molto diverso. Come attore, come si crea tutto questo utilizzando riprese molto vicine? James, come hai lavorato su tali aspetti con Brad?

Brad Pitt: Per quanto lo cerchiamo di nascondere ognuno di noi si porta dietro delle ferite dalla nostra infanzia. Il ruolo dell’attore è quello di utilizzare quel dolore e quei sentimenti perché se io non sono sincero non lo sarò per lo spettatore.

James Gray: Non abbiamo mai un rapporto maschile tradizionale perché condividiamo anche molti momenti imbarazzanti. Siamo stati molto aperti anche rispetto ai nostri sentimenti, alle cose che abbiamo fallito, agli errori che abbiamo fatto. Lui la mattina mi mandava delle e-mail relativamente a quello che era successo nella giornata precedente ma molto spesso anche raccontando delle idee che provenivano dalla sua esperienza personale. Questo ci ha permesso di avere un dialogo aperto, così riuscivamo a definire ciò che intendevamo fare, come volevamo rappresentare le scene. Qualsiasi lavoro che si faccia con un attore è un rapporto in cui la sincerità è necessaria. Non possiamo preoccuparci di risultare simpatici o non simpatici, dobbiamo semplicemente essere onesti nei nostri confronti, essere vulnerabili e aperti. A volte questo ci porta in luoghi oscuri, a volte le persone apprezzeranno tutto ciò e altre volte no. Ma di questo non ci dobbiamo preoccupare. Ho creato questo tipo di rapporto con Brad e Brad ha creato lo stesso tipo di rapporto con me. Osservare l’attore da vicino ha consentito di guardare cosa c’è dentro di lui, ed è una prerogativa di questo tipo d’arte. […] Ciò consente di vedere nell’attore e oltre l’attore, vedere cosa pensa, racconta una verità che è molto più vera della nostra verità. Questo è il potere della fotocamera, della ripresa.

Il film, al di là della missione spaziale, è anche un viaggio alla ricerca di se stesso, del guardarsi dentro. Lei è un personaggio che da sempre porta avanti ideali e principi sia nella vita privata che nel lavoro. Quanto è stato importante accettare un film come questo, molto onesto?

Brad Pitt: In retrospettiva penso alle conversazioni tra me e James. Senza dare un’etichetta alle cose, ci stavamo concentrando sulla mascolinità. Veniamo da un’epoca in cui si è parlato della forza naturale, del dover essere rispettati, dei valori nel momento in cui si entra nel mondo e ci si deve difendere. Al contempo si creano delle barriere che abbracciamo noi stessi, negando però il dolore. Tutte quelle cose che abbiamo sentito, anche la vergogna, magari sono anche delle emozioni immaginate però in qualche modo finiamo col negare quelle emozioni. La domanda era sulla verità giusto? C’è una migliore definizione per noi? C’è la possibilità di creare un rapporto migliore con coloro che noi amiamo? I nostri genitori, i nostri figli, ma anche con noi stessi. Alla fine era proprio questo ciò che stavamo cercando.

Lei è un attore, che regala emozioni, ma è anche produttore, che deve pensare al business: come concilia queste due anime? E poi, dato che lei è così amato nel mondo, cosa prova ad essere sempre considerato un sex symbol?

Brad Pitt: Sono sette domande in una! Tornerò alla domanda numero 1 e cercherò di evitare la settima! Sia io che James siamo stati svezzati con i grandi film degli anni ’70 e quello è il livello che io cerco, quei personaggi piuttosto complessi che non erano né buoni né cattivi. Queste sono le storie che mi attirano, credo che mi piaccia questa complessità perché non vedo nel mondo questo bianco o nero. I miei produttori o i partner con cui lavoro cercano la stessa cosa, in qualche modo è questo ciò che mi guida. Se in qualche modo mi tocca, toccherà anche gli animi degli altri. O almeno questo è ciò che immagino io, dopo di che si vede quando viene presentato al mercato.

Venezia 76: Brad Pitt protagonista indiscusso della conferenza stampa di Ad Astra
Brad Pitt protagonista indiscusso della conferenza stampa di Ad Astra

In relazione a ciò che ha detto Ruth: il suo personaggio libera il tuo personaggio. C’è un luogo in cui si sente libero? Da bambino ha mai sognato di essere nello spazio?

Brad Pitt: In realtà lo spazio soprattutto in questo film è un luogo molto sperduto, molto solitario. Veniamo tenuti in vita con dei dispositivi, perché siamo associati ad una navicella. Mi trovo molto più a mio agio nella natura, nello spazio aperto, con i miei amici.

Ad Astra è in concorso a Venezia però ci sono speculazioni che possa essere anche candidato agli Oscar. Spera di poter vincere un Oscar, il primo della sua carriera come attore protagonista?

Brad Pitt: Innanzitutto vorrei che questo film venisse presentato. Tutti hanno lavorato molto per realizzarlo, è stata una grande sfida. Opera su fronti diversi e ha molto da dire (qui il trailer di Ad Astra, ndr). Si pone domande sul perché siamo qui, sulla nostra anima, perché continuiamo a fare queste cose, quindi sono molto curioso di sapere come verrà recepito. Ogni anni ci sono persone talentuose che vengono riconosciute, altre invece che non vengono riconosciute. Credo semplicemente che quando c’è il successo è divertente, quando invece questo successo è per gli altri sono degli amici e quindi si è contenti lo stesso. Ecco, ho un po’ sviato la domanda!

Tra le tante altre cose, questo film è bellissimo da un punto di vista visivo ed è fantastica anche la musica. Rientra in un unicum in qualche modo.

James Gray: Nel 1989 ho visto un documentario che si chiama For All Mankind, se non l’avete visto guardatelo perché è veramente molto bello, e sono le riprese fatte in 16mm dagli astronauti dell’Apollo 16. Di fatto quando si è sulla Luna non si vedono le stelle, si vede questa distesa nera e la Terra è una cosina veramente molto piccola. Quei 12 astronauti maschi bianchi sono gli unici esseri umani ad aver visto la Terra da quel punto di vista. Molto del cinema si occupa della creazione di un mood particolare, lì invece ho visto quella distesa bella ma che al tempo stesso fa paura, questo nero che tocca l’anima del cinematografo. Mi sono domandato: come possiamo rendere ancora più scura questa distesa nera? Ci ho dovuto lavorare però ho cominciato appunto con le riprese della missione dell’Apollo 16. Ovviamente si utilizza il materiale d’archivio, quello che abbiamo a disposizione, con le opere dei grandi pittori. Dal punto di vista della musica, invece, eravamo ossessionati dalla musique concrète. Abbiamo molti loop presenti nel film: la prima cosa che si sente è questa musica che sembra quasi un’ecografia ma in realtà è la voce di Tommy Lee Jones che dice “Amo mio figlio, amo mio figlio”. Alcuni suoni non sono necessariamente evidenti. […] Quando si utilizza la musica sinfonica a volte si scende in alcuni stereotipi ma con questo miscuglio di elementi classici e sinfonici sono arrivato all’estetica che abbiamo creato.

Una curiosità: lei ha visto Gravity? Per caso c’è stato un paragone con l’altro sex symbol che sabbiamo essere suo amico (George Clooney)? E poi il lato fisico: lei fa grandi balzi e anche nel film di Cuarón c’è tanta fisicità.

George e io ci siamo raccontati alcuni aneddoti sullo sconforto che abbiamo sentito, tutto qui.

Canali Fox: da The Hot Zone a Romolo+Giuly, le novità di settembre!

Canali Fox - Romolo + Giuly, The Hot Zone
In arrivo sui canali Fox a settembre la seconda stagione di Romolo + Giuly e la nuova serie thriller-drama The Hot Zone!

Dalla seconda stagione di Romolo + Giuly: La Guerra Mondiale italiana al nuovo thriller-drama The Hot Zone; dal documentario su Notre-Dame all’impegno ambientalista. Ecco tutte le novità di settembre sui canali Fox!

Su Fox torna Romolo + Giuly con la seconda stagione!

La guerra mondiale italiana sta per ricominciare. Dopo l’exploit della prima stagione, torna su Fox dal 16 settembre alle 21.15 su Fox la seconda stagione di Romolo + Giuly: La Guerra Mondiale italiana, l’innovativa serie tv che ha riportato con successo la commedia sulla pay tv italiana. Mentre nella prima stagione il tormentato amore tra Romolo Montacchi e Giuly Copulati sembrava potesse essere l’unico modo per riunificare Roma e salvarla dalla Guerra Mondiale Italiana, in questa seconda stagione vedremo un conflitto ancora vivo e sempre più estremo. Con l’esplosione del Vesuvio e la disfatta dei romani, che hanno perso la Guerra anche a causa della loro indolenza, milanesi e napoletani hanno conquistato la Città Eterna e l’Italia è stata divisa in due da un governo federalista.

Oltre a tutto il cast principale con Romolo (Alessandro D’AmbrosiUn medico in famiglia); Giuly (Beatrice Arnera, Tini: la nuova vita di Violetta, Addio fottuti musi verdi, Non c’è campo); Giangi (Niccolò SenniPreferisco il paradiso, Come tu mi vuoi, Tonno spiaggiato); Deborah (Ludovica MartiniPink Different, Poveri ma ricchissimi); Don Alfonso (Fortunato CerlinoGomorra) e Giorgio Mastrota (nei panni di un malefico se stesso), ritroviamo anche gli altri personaggi più amati della serie: Michela Andreozzi (Nove lune e mezza, Sconnessi) nella parte della madre di Giuly, Olimpia Copulati; Lidia Vitale (La meglio gioventù) nei panni della pasionaria Anna Montacchi, madre di Romolo; David Pietroni e Matteo Nicoletta sono i fidati amici di Romolo. E ancora Nunzia Schiano (Benvenuti al Sud, Dogman) nel ruolo di Donna Assunta, la mammà di Don Alfonso, e Federico Pacifici (Non uccidere, La linea verticale) nei panni di Arfio Montacchi, il burbero padre di Romolo. La serie vede anche la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino (Boris, Così è la vita) nel ruolo del politico voltagabbana Edoardo Pederzoli.

Tante le guest star d’eccezione che hanno impreziosito questa seconda stagione: Carlo Conti e il re delle televendite Roberto Da Crema nella parte di loro stessi, mentre un’inedita Luciana Litizzetto vestirà i panni di Dio e Giobbe Covatta quello di Carlo Marzo, l’ultimo comunista al mondo. Tra gli altri cameo anche quelli di Max Vado (Sconnessi, Nove lune e mezza)Lodovica Comello, Enrico Papi e Cristiano Malgioglio.

National Geographic: thriller-drama, cultura e documentari

The Hot Zone

Ispirata a fatti realmente accaduti e già raccontati nell’omonimo best-seller internazionale di Richard Preston, The Hot Zone è un thriller-drama che, tra scienza e  vicenda umana, racconta in 6 episodi la storia della scoperta del virus Ebola e della lotta contro il tempo per evitare una terribile epidemia mondiale. The Hot Zone sarà in onda su National Geographic, con due episodi a serata, dal 4 settembre, il mercoledì alle 20:55. Nel cast, assieme al premio Emmy e Golden Globe Julianna Margulies (l’infermiera Carol Hataway in E.R .e l’avvocato Alicia Florrick in The Good Wife) che interpreta la tenente colonnello Nancy Jaax, anche Liam Cunningham (Ser Davos Seaworth in Game of Thrones) nella parte del Dottor Wade Carter, maestro e mentore di Nancy.

E’ il 1980 quando un ignaro medico keniota esamina un paziente con sintomi mai visti fino ad allora. Trascorrono 9 anni e in uno centro di ricerca scientifica della Virginia, a pochi chilometri dalla Casa Bianca, il micidiale virus Ebola fa la prima apparizione sul suolo americano colpendo alcuni esemplari di scimmia. La scoperta – e il contenimento – di questo virus letale, con allora un tasso di mortalità del 90%, vengono affidati a un gruppo di coraggiosi scienziati dell’USAMRIID – la struttura dell’esercito per la ricerca sulla guerra biologica – guidati dalla tenente colonnello Nancy Jaax. L’istinto e l’esperienza di Nancy le fanno immediatamente capire che si tratta di un virus sconosciuto ed estremamente aggressivo. Nonostante lo scetticismo dei colleghi, ma con il sostegno del marito (Noah Emmerich, The Truman Show, The Americans) e l’aiuto prezioso del suo maestro e mentore, il Dottor Wade Carter, Nancy cercherà di capire cosa stia realmente accadendo.

Notre-Dame, nel cuore dell’inferno

15 aprile 2019. Ore 18:20. Un allarme suona mentre la messa del lunedì santo è in corso a Notre-Dame de Paris. Notre-Dame, simbolo architettonico, culturale e religioso d’Europa, sta bruciando. È l’inizio di una lotta di epiche proporzioni, una corsa contro il tempo sotto gli occhi del mondo intero. Notre-Dame, nel cuore dell’inferno, in onda su National Geographic martedì 17 settembre alle 20:55, ripercorre quelle ore ricostruendo passo dopo passo le complicate operazioni per lo spegnimento dell’incendio, attraverso i video esclusivi delle squadre di intervento, interviste e ricostruzioni grafiche.

Agire ora: impegno globale

Un progetto di sensibilizzazione sul tema della povertà estrema e della sostenibilità che vede coinvolte in prima linea alcune delle più grandi star di Hollywood. Dal 7 settembre, il sabato alle 22:55, National Geographic propone Agire ora: impegno globale, il documentario in 6 episodi che vede impegnati nomi come Hugh Jackman, Priyanka ChopraRachel BrosnahanDarren CrissPharrel Williams e Usher. Girato tra Filippine, Messico, Stati Uniti e Sud Africa, la serie è stata realizzata in collaborazione con Procter & Gamble e con Global Citizen, l’organizzazione il cui scopo è fare pressioni affinché i leader mondiali onorino gli impegni presi per il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.

11 Settembre: paura nei cieli

La mattina dell’11 settembre 2001, sono 500 gli aerei in volo sul nord Atlantico. Nessuno sa se tra questi ci siano altri voli in mano ai terroristi. 4500 vite sono nelle mani di un piccolo gruppo di controllori di volo della zona rurale di Gander il cui compito è far atterrare in breve tempo 167 aerei evitando incidenti. 11 Settembre: Paura nei cieli sarà in onda su National Geographic martedì 11 settembre alle 21:55.

Per tutti gli aggiornamenti dedicati ai canali Fox, continuate a seguirci!

ArtMedia – Cinema e Scuola a Venezia per 3 giorni di incontri

ArtMedia – Cinema e Scuola - Francesco Piccolo, Emir Kusturica, Elena Sofia Ricci
Da sinistra verso destra: Francesco Piccolo, Emir Kusturica ed Elena Sofia Ricci, ospiti negli incontri organizzati da ArtMedia – Cinema e Scuola in occasione della Mostra del Cinema di Venezia.

Anche  ArtMedia – Cinema e Scuola è alla Mostra di Venezia per tre giorni di incontri tra talenti del cinema e studenti. Ospiti di Immagini, personaggi, storie – Percorsi di cinema per studenti sono Francesco Piccolo, Emir Kusturica ed Elena Sofia Ricci.

Venezia 76, tre giorni di incontri, il 30, 31 agosto e 1 settembre, presso la Sala Tropicana dell’Italian Pavilion all’Hotel Excelsior, per l’iniziativa Immagini, personaggi, storie -Percorsi di cinema per studenti di ArtMedia – Cinema e Scuola. Gli incontri si terranno venerdì 30 agosto con Francesco Piccolo, moderato da Laura Delli Colli, alle ore 16.30; sabato 31 agosto con Emir Kusturica, moderato da Silvia Bizio, alle ore 15.30 e domenica 1 settembre con Elena Sofia Ricci, moderato da Laura Delli Colli alle ore 17.00.

ArtMedia – Cinema e Scuola, Immagini, personaggi, storie – Percorsi di Cinema per studenti si trasferisce al Lido di Venezia per realizzare una tre giorni di incontri tra talenti del cinema italiano e internazionale e studenti. I protagonisti dialogheranno della propria professione e riceveranno il Wind of Europe International Award – già consegnato a Matteo Garrone, Julie Taymor, Sergio Castellitto, Valeria Golino, Andrè Aciman, Margherita Buy, Toby Jones, Cristian Mungiu, al tre volte Premio Oscar Vittorio Storaro e a molti altri. L’iniziativa è realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC ideata e curata da Loredana Commonara. Il progetto è rivolto agli studenti delle scuole italiane, con la finalità di realizzare un percorso di educazione, apprendimento e approfondimento della cultura cinematografica attraverso rassegne, incontri ed eventi.

Gli obiettivi di ArtMedia – Cinema e Scuola sono educare all’immagine e sviluppare capacità di interpretazione delle narrazioni e del testo audiovisivo, sviluppare capacità di analisi tramite fruizione di opere, sviluppare capacità di critica della realtà e dei fatti contemporanei, avvicinare gli studenti al mondo del “lavoro creativo” attraverso la sperimentazione in campo, ridurre la distanza tra pubblico e specialisti del settore. Immagini, personaggi, storie – Percorsi di Cinema per studenti ha già realizzato in primavera 3 appuntamenti a Roma, durante i quali gli studenti hanno partecipato a un incontro – dibattito con il regista Daniele Luchetti, preceduto dalla proiezione del suo film Momenti di trascurabile felicità, con l’attore Alessandro Borghi per il film Sulla mia pelle e con il regista Riccardo Milani e l’attrice Paola Cortellesi per il film Ma cosa ci dice il cervello. Tutti gli incontri sono stati moderati dal critico cinematografico e regista Mario Sesti. Dopo la tappa al Lido di Venezia il progetto riprenderà col nuovo anno scolastico, per coinvolgere anche sceneggiatori, tecnici e maestranze del cinema. Già confermati due appuntamenti romani in autunno, con il regista Claudio Giovannesi e l’autore e sceneggiatore Roberto Saviano, insieme alla proiezione del film La paranza dei bambini, Orso d’Argento all’ultimo festival di Berlino, e con l’attrice Valeria Golino, accompagnata dalla proiezione della sua seconda opera da regista, Euforia.

Per ulteriori informazioni, vi rimandiamo alle pagine social ufficiali Facebook e Instagram.

Mameli, domani fuori il singolo Anche quando piove con Alex Britti

Mameli - Alex Britti

Mameli pubblica domani il nuovo singolo Anche quando piove, che vede la collaborazione di Alex Britti. Il giovane cantautore sarà in tour quest’autunno. Ecco le date.

Mameli il cantautore indie-pop di origini siciliane che ha esordito ad aprile con Inno, il suo EP di debutto, non si ferma mai. Dopo Latte di Mandorla, pubblica adesso un nuovo brano in uscita venerdì nelle radio e sulle piattaforme digitali. Una canzone per lui molto speciale perché vede la collaborazione con un artista italiano che ama da sempre: Alex Britti

Con queste parole Mameli racconta la genesi del pezzo: « Alex una volta mi disse di chiamarlo se fossi passato a fare un giro a Roma. Così, una calda sera di giugno ci siamo visti, mi ha portato a mangiare un pescione (mi ha proprio detto così) e abbiamo parlato di un sacco di cose. È assurdo, lui è la mia infanzia, il mio liceo, i miei primi concerti da spettatore. Trovarmelo così vicino a cena è stato surreale. Poi gli ho detto che volevo avere un parere sulle cose nuove che stavo scrivendo: niente di completo, tante bozze con pezzi mancanti. Quando ha sentito “Anche quando piove” si è fermato un secondo, l’ha fatta ripartire, mi ha detto che era la più bella. Però mancava la parte finale, io ero rimasto bloccato su quella canzone e non sapevo cosa far succedere dopo il secondo ritornello. Il giorno dopo mi manda la fine della canzone, io ero in viaggio verso la Toscana e quando l’ho fatta partire è stato un momento magico. Suonava tutto, l’ho sentita perfetta. Dopo un mese sono stato a casa sua tre giorni e mi ha trattato come un figlio, ci siamo chiusi in casa e abbiamo solo registrato e mangiato. “Anche quando piove” è venuta fuori così, nel modo più sincero che possa esserci. Se penso a quando l’ho visto a Taormina nel 2014, non avrei mai detto che un giorno avremmo scritto una canzone insieme. Tra poco arriverà l’autunno, e ogni volta che pioverà penserò a questa storia. W la musica».

Mameli - Anche quando piove cover
Mameli – Anche quando piove cover

Mameli, sarà impegnato a dicembre con il suo primo headline show, organizzato da Vivo Concerti. Queste le prime quattro date annunciate:

02 dicembre 2019 || Bologna @ Locomotiv 

04 dicembre 2019 || Milano @ Teatro Principe

10 dicembre 2019 || Firenze @ Viper Theatre 

12 dicembre 2019 || Roma @ Largo Venue

 

Franco Battiato annuncia il nuovo disco Torneremo ancora

Franco Battiato

Franco Battiato annuncia il nuovo disco Torneremo ancora, in uscita ad ottobre e contenente il brano inedito che dà il nome all’album e quattordici brani registrati con la Royal Philharmonic Concert Orchestra.

Torneremo ancora è il titolo del nuovo lavoro di Franco Battiato e sarà pubblicato il 18 ottobre da Sony Music Legacy, disponibile su CD e in versione doppio LP, in tutti i negozi e piattaforme digitali, in preorder da oggi, 29 agosto, al link https://SMI.lnk.to/TorneremoAncora

Anticipato da una serie di indiscrezioni, l’album conterrà l’inedito Torneremo ancora e quattordici brani tra i più rappresentativi dell’originalissima opera del Maestro, registrati due anni fa in occasione di alcuni concerti in Italia con la Royal Philharmonic Concert Orchestra diretta dal Maestro Carlo Guaitoli, live realizzati proprio con il proposito di farne successivamente un progetto discografico. L’arrangiamento e l’esecuzione dei brani in chiave sinfonica hanno dato nuova luce a canzoni che fanno parte ormai del nostro patrimonio culturale. Questa la tracklist in sequenza: Torneremo ancora, Come un cammello in una grondaia, Le sacre sinfonie del tempo, Lode all’inviolato, L’animale, Tiepido aprile, Povera patria, Te lo leggo negli occhi, Perduto amor, Prospettiva Nevsky, La cura, I treni di Tozeur, E ti vengo a cercare, Le nostre anime, L’era del cinghiale bianco.

La Royal Philharmonic Concert Orchestra, tra le più prestigiose al mondo, ha collaborato con vere icone della cultura pop, come Burt Bacharach, Tina Turner, Henry Mancini, Liza Minnelli, Sting e Stevie Wonder, e nomi illustri della musica lirica, come José Carreras e Luciano Pavarotti. Artista visionario, colto, ironico, eclettico, curioso sperimentatore del nostro panorama musicale, Franco Battiato ha rivoluzionato la musica italiana fondendo più registri (musicale, linguistico, estetico) e coniugando lo spirito più avanguardistico e colto a quello più popolare. Il suo estro e la sua creatività hanno trovato espressione anche in altri ambiti artistici (pittura, cinema, editoria) contribuendo a definire la sua originale personalità.

Franco Battiato - Torneremo ancora cover
Franco Battiato – Torneremo ancora cover

 

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