Parole rumori e anni è la nuova raccolta di Fabrizio Moro pubblicata il 9 febbraio 2018. Oltre ai brani inediti Domenica e Non mi avete fatto niente, canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2018, l’album contiene altri brani noti del cantante romano nuovamente incise.
Sguardo al passato… e a Sanremo
Con il nuovo album di Fabrizio Moro Parole rumori e anni prosegue la carriera artistica del cantante romano agli albori del successo al Festival di Sanremo 2018 vinto in coppia con Ermal Meta con la canzone Non mi avete fatto niente. Questo brano nella vita artistica di Moro richiama l’importanza delle partecipazioni alla manifestazione canora alimentata dall’inserimento di altri brani grazie ai quali il cantante ha ottenuto diversi riconoscimenti. Non si poteva omettere Pensa che nell’edizione 2007 del festival vinse il primo premio nella sezione delle nuove proposte toccando una tematica sociale molto delicata attraverso una riflessione sulle forme di violenza delle organizzazioni criminali. Si può ricordare che quell’anno anche Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa, vincitrice nei Big, propose una riflessione altrettanto significativa sulle detenzioni dei malati mentali negli istituti psichiatrici. Non manca Pensa, quindi, così come non manca l’autobiografia musicale Eppure mi hai cambiato la vita, terza classificata a Sanremo 2008. Dall’edizione 2017 del Festival di Sanremo proviene il brano Portami via, vincitore del Premio Lunezia come miglior testo e videoclip.
Cantante Autore
La carriera artistica di Fabrizio Moro ha visto il cantante immedesimarsi anche nel ruolo di autore per altri interpreti. A tal proposito risultano significative le re-incisioni inserite nell’album Parole rumori e anni di due brani composti in prima battuta per Noemi ed Elodie. La canzone Sono solo parole, portata al successo da Noemi, si piazzò terza nell’edizione 2012 del Festival mentre Un’altra vita è il singolo con il quale Elodie ha avviato il proprio decorso artistico procedendo verso il traguardo della finale di Amici di Maria De Filippi 2016 conquistando il secondo posto. Moro dunque ripropone questi due brani disegnando un arrangiamento musicale che esalti il suo timbro vocale dal carattere scuro e graffiante.
La nostalgia
Oltre ad uno sguardo al passato artistico che rivive nell’album attraverso brani composti per il Festival di Sanremo, in Parole rumori e anni sono presenti canzoni che rimandano ad un passato più intimo legato a quanto potrebbe identificare la dimensione puramente biografica dell’artista. Parole rumori e giorni, prima traccia del nuovo disco, oltre a stabilire una corrispondenza quasi speculare con il titolo dell’album, riporta una riflessione della persona sul proprio passato viaggiando sulla linea demarcata dal rammarico che ognuno di noi può vivere nel momento in cui ci si rende conto che forse è troppo tardi per prendere quelle decisioni che al tempo non sembravano così fondamentali. Il senso di nostalgia per un qualcosa che si apprende non può più essere è presente nella pervasiva L’eternità in cui la stratificazione musicale delle fasce sonore crea un crescendo di accompagnamento al testo in cui, dopo diverse divagazioni, viene chiaramente esplicitato ” che da domani sarà tutto cambiato e non ci vedremo più”.
Nessun rimpianto
Autobiografica al pari di Eppure mi hai cambiato la vita è Acqua, brano il cui incipit pianistico ricorda le colonne sonore di Ludovico Einaudi. Il protagonista della canzone analizza via via le differenti situazioni cui è andato incontro durante la sua vita: concerti, storia d’amore e nascita dei figli risultano essere toccati maggiormente da Fabrizio Moro in un brano che parla di vita. Con Acqua inizia un percorso quasi risolutivo della nostalgia presente in alcuni brani dell’album. Moro mette il punto a questo stato così riflessivo quanto malinconico collocando il brano Il peggio è passato come ultima traccia. Non è difficile immaginare la motivazione di una scelta simile: il testo parla di calma e virtù ma anche di rivoluzione e illusione. In questo modo Fabrizio Moro genera certamente un caos da quale però lui resta fuori guardando alla propria dimensione biografica e “resta in un monolocale” con l’amata rassicurandola “che il peggio è passato”.
Che problemi avete?
Un altro messaggio che è presente in Parole rumori e anni di Fabrizio Moro è quello della libertà cui ha diritto ogni essere umano, si tratti di una libertà da conquistare per specifici ideali o semplicemente da una condizione cui si era soggetti entro i confini di una dimensione a cui non ci si sente più di appartenere. I brani dove questo messaggio è maggiormente evidenziato sono Libero e Da una sola parte. La prima di queste due canzoni, che occupa la posizione 2 nella tracklist, è un chiaro quanto mai diretto grido di libertà. Tante domande che si intensificano lungo il decorso testuale la cui risposta inizia a piantare le radici nei primi quattro versi del ritornello con la voce ancora stanziata nel registro medio grave a cui segue l’esplosione nell’ottava superiore sui restanti versi del ritornello “Libero perché ognuno è libero di andare libero da una storia che è finita male e da uomo libero ricominciare perché la libertà è sacra come il pane”. Penultima traccia è l’ingannevole Da una sola parte. Ingannevole per un intro strumentale pianistico che fa pensare ad un ritorno di quel carattere nostalgico già discusso, ma l’ascoltatore è immediatamente proiettato in un’altra dimensione dal breve assolo di chitarra elettrica accompagnato dalla scansione ritmico della batteria. Questa combinazione a tratti sembra richiamare le sonorità di un particolare rock simile a quelle che gli ascoltatori amanti del genere possono ritrovare nei Modena City Ramblers: qualora fosse si tratterebbe di un valore aggiunto per Fabrizio Moro e non certo di un fattore penalizzante. Quasi outsider appare il brano Sono come sono: una considerazione strettamente personale sul chi si è e in che modo agire nella realtà in cui ci si trova. Non sempre si trova una risposta alle domane e l’iterazione delle parole “sono come sono” fanno pensare ad un interrogativo posto a sé stessi piuttosto che una risposta diretta.
Qualche rimando anni ’70
Non si può affermare con certezza quali siano le fonti di ispirazione di Fabrizio Moro, o meglio a quante fonti il cantante romano possa essersi ispirato per la costituzione della sua nuova raccolta the best of Parole rumori e anni. Ad ogni modo si può ipotizzare la volontà di riproporre sonorità italiane anni 70. L’ottava traccia dell’album Alessandra sarà sempre più bella conferisce all’album quella semplicità musicale e testuale che ricorda, per certi versi, ciò che era alla base delle canzoni di Rino Gaetano. Si intenda comunque che semplicità non vuol dire banalità e inoltre nel testo Fabrizio Moro intende, magari involontariamente, un omaggio a quel gruppo di cantautori “semplici” che hanno fatto la storia della musica pop italiana. Il testo è una carrellata di nomi propri di persone a cui vengono attribuite diverse attività pratiche le quali, però, non risultano minimamente paragonabili a ciò che è Alessandra che, comunque vadano le cose, “sarà sempre più bella”. Tanto perché di rimandi si parla è notevole il secondo inedito Domenica in cui Moro dimostra la propria abilità anche di arrangiatore sfruttando timbriche strumentali modellate su una scrittura tipica degli anni 70 che rimanda allo stile funky con l’inserimento del classico pianoforte a smorzare il sapore elettronico della maggior parte degli strumenti musicali.
Parole rumori e anni è la nuova raccolta di Fabrizio Moro uscita il 9 febbraio per l’etichetta Sony Music RCA Records. Tra i brani contenuti nell’album il singolo vincitore del Festival di Sanremo 2018 Non mi avete fatto niente, cantato in coppia con Ermal Meta.
Tracklist
- Parole rumori e giorni
- Pensa
- Libero
- Portami via
- Non mi avete fatto niente
- Sono solo parole
- L’eternità
- Alessandra sarà sempre più bella
- Un’altra vita
- Sono come sono
- Acqua
- Domenica
- Eppure mi hai cambiato la vita
- Da una sola parte
- Il peggio è passato