Pokémon: Detective Pikachu è un film d’animazione dedicato ai personaggi che hanno incantato un’intera generazione: facile attirare un certo target, la storia però offre poche sorprese.
Ironico Pikachu parlante e investigatore
Tim Goodman (interpretato dal giovane Justice Smith) sognava di fare l’allenatore di Pokémon ma poi ha cambiato idea per lavorare nelle assicurazioni. A soli 22 anni sembra soddisfatto della sua vita monotona e sempre uguale, eppure è costretto a mettere tutto in discussione quando arriva la notizia della morte di suo padre Harry. L’uomo lavorava come investigatore insieme al suo fedele compagno Pikachu, il che costringe l’ignaro Tim ad immergersi sempre più nei meandri di un mistero pronto ad allargarsi a vista d’occhio. Ad aiutarlo ci sono un esemplare di Pikachu particolarmente arguto ed ironico (doppiato da Ryan Reynolds nella versione originale) ma anche un’affascinante stagista di nome Lucy (Kathryn Newton), sempre a caccia di scoop visto che da grande vorrebbe fare proprio la giornalista.
Un mondo in cui i Pokémon sono ben integrati
Rob Letterman, regista di Pokémon: Detective Pikachu, disegna i contorni di Ryme City, una città nella quale ogni umano vive accanto ad un Pokémon con tutta la naturalità possibile. È bello constatare che ogni Pokémon riesce a trovare la connotazione più naturale sul grande schermo: da Psyduck pronto a distruggere tutto al primo mal di testa a Mr. Mime che può avvalersi solamente delle proprie doti mimiche per comunicare, saranno in molti a rivivere l’effetto amarcord. Da apprezzare soprattutto la resa stilistica dei disegni: i Pokémon, seppure in chiave moderna, rispecchiano alla perfezione il modello lanciato alla fine degli anni ’90. Pikachu ha la solita dolcezza, Bulbasaur la solita empatia, mentre non mancano Squirtle, Charmander, Snubbull, Ditto e molti altri. Il risultato, nemmeno a dirlo, è un mondo ideale che fa sorridere e che tutti i fan vorrebbero visitare almeno una volta nella vita.
Tocco glamour e teen
Dalla colonna sonora alla scelta dei protagonisti, Pokémon: Detective Pikachu rivela il proprio tocco patinato. Justice Smith di recente è balzato agli onori della cronaca per la serie di Baz Luhrmann The Get Down, per il teen movie Ogni giorno ma sopratutto per il blockbuster Jurassic World: Il regno distrutto. Di spicco anche la presenza di Rita Ora, alla quale è riservato un piccolo ruolo all’interno della pellicola (quello della dottoressa Ann Laurent, impegnata in alcuni esperimenti genetici sui Pokémon) oltre che l’onore di interpretare insieme a Kygo l’orecchiabilissimo main theme del film, Carry On. Meno patinata ma altamente qualificata la presenza di Ryan Reynolds e Bill Nighy, capaci di restare a metà tra “buoni e cattivi” dall’inizio alla fine della storia.
Un film semplice
L’intreccio per così dire ‘thriller’ di Pokémon: Detective Pikachu è abbastanza basico, strutturato sui classici piloni del genere: buoni e cattivi, interessi economici che spingono a dire delle bugie, buoni che si rivelano cattivi, rapimenti, ricatti e inganni. Ciò non impedisce tuttavia alla pellicola di rivelarsi piacevole. Sebbene non presenti nulla di particolarmente innovativo ed accattivante, in molti ameranno rivedere i propri Pokémon preferiti sul grande schermo. Non è casuale la scelta del protagonista, ovvero l’iconico Pikachu. Da sempre questo Pokémon giallo tipo Elettro, col suo musetto tenero e gli occhioni pronti a conquistare anche i cuori più duri, rappresenta uno dei simboli più riconoscibili del brand. La produzione, come dichiarato alla vigilia del debutto nelle sale, ha voluto creare un fil rouge con il cartone animato, i videogiochi e tutto ciò che concerne l’universo Pokémon. Aspetto – testimoniato anche dalla scelta del leggendario Mewtwo come antagonista – che va senza dubbio apprezzato.
Pokémon: Detective Pikachu esce nelle sale il 9 marzo 2019 distribuito da Warner Bros Italia.