La nostra recensione di Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco diretto da Zack Snyder, su Netflix dal 20 dicembre, con Sofia Boutella, Djimon Hounsou e Anthony Hopkins: Snyder manca clamorosamente il bersaglio con un film macedonia che è più frustrante che avvincente
Ci sono voluti moltissimi anni affinché Zack Snyder (300, L’uomo d’acciaio, Batman vs Superman) potesse trasporre un progetto che covava in grembo da tempo immemore, perfino da prima di quel 300 che gli ha regalato fama e credito a Hollywood. Rebel Moon – Parte 1: Ragazza del fuoco è finalmente divenuto realtà grazie ai soldi e alle ambizioni di Netflix, pronta ad avviare una saga epica fantascientifica in grado rivaleggiare con le altre piattaforme. O almeno questa era l’idea. Perché la magnum opus di Snyder cade sotto il peso di una sfrontatezza eccessiva e di una contaminazione fuori controllo, che tolgono personalità e profondità alla visione dell’autore per un inevitabile effetto macedonia.
Una ribelle e il suo destino
Dopo un atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto Kora (Sofia Boutella) inizia una nuova vita in un tranquillo insediamento di agricoltori. Presto diventa l’unica speranza di sopravvivenza della comunità quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario, l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein), scoprono che i contadini hanno inconsapevolmente venduto i raccolti a dei nemici di Balisarius. Insieme a Gunnar (Michiel Huisman), un contadino che non conosce la guerra, Kora parte alla ricerca di combattenti ribelli, trovando Kai (Charlie Hunnam), il Generale Titus (Djimon Hounsou), Nemesis (Doona Bae), Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy).
Fritto misto à la Snyder
A tutti piacciono i fritti misti, non nascondiamocelo. Ci piacciono perché dentro troviamo sempre un gusto, una suggestione, un ricordo magari che ci appartengono, che sentiamo nostri e che ci fanno sentire in qualche modo al sicuro. Vale per tutti gli ambiti, anche per il cinema, ma il problema dei fritti misti è che, una volta esaurito quell’attimo di estasi iniziale, ci si accorge di come il tutto sia tremendamente piatto e senza personalità. Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è esattamente questo. Non c’è dubbio che Zack Snyder abbia voluto realizzare la propria epopea fantascientifica con spruzzate di fantasy e non c’è altresì dubbio che nel farlo abbia razziato praticamente dappertutto.
Ci sono echi de Il signore degli anelli, di Dune, di Matrix, di Star Trek, persino di Avatar, ma il debito maggiore è senza esitazione verso Star Wars, sia a livello tematico che soprattutto diegetico. Sembra quasi che la creatura di George Lucas sia stata smontata pezzo per pezzo e rimontata in maniera solo apparentemente diversa, perché alla fine anche i movimenti drammaturgici sono gli stessi ma con personaggi molto meno interessanti e tridimensionali. Ora, si potrebbe pensare che la derivatività sia il tallone di Achille principale del nuovo progetto snyderiano, ma il fulcro del problema è più profondo e riguarda un’assoluta mancanza di sguardo.
Un mondo senza carattere
Lo stile di Snyder è riconoscibilissimo da sempre, tanto da avergli fatto guadagnare la nomea di autore a tutti gli effetti perché possiede un’estetica programmaticamente sua; più che un vezzo visivo una vera e propria dichiarazione d’intenti, o forse sensibilità cinematografica, che rifiuta ad esempio la leggerezza e l’apporto comico marvelliana per ricercare l’epos nella sua forma più autentica e grezza nei propri personaggi e nei propri mondi narrativi. Un approccio che ovviamente anche Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco porta avanti con coerenza, ma che come in molte altre occasioni sembra un po’ fine a sé stesso e mai davvero capace di trasportare il respiro dell’epica nel racconto.
Perché l’universo narrativo di quest’epopea spaziale è goffo, semplicistico fino allo sfinimento, mal bilanciato e con troppi spunti aperti e abbandonati a sé stessi, senza considerare una messa in scena perfino più fracassona e sghemba del solito. Non che il regista americano non abbia rispetto della materia drammaturgica o del medium stesso, tutt’altro, solo che si lascia troppo andare a briglie sciolte, senza riuscire a controllare le tante suggestioni visive e narrative che scaraventa sullo schermo ad una velocità ipertrofica, abbandonandosi all’ipercineticità più estrema. Troppi personaggi, troppe sottotrame, troppe svolte non regalano necessariamente complessità e questo è il caso.
Appiattire il dramma
Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco è un film piatto e pigro. Lo è sul piano narrativo, lo è sul piano visivo e soprattutto lo è sul piano realizzativo, il che vuol dire che non basta creare un film Frankenstein che assorba e rigurgiti oltre cinquant’anni di immaginari e universi cinematografici per creare un ibrido in grado di funzionare, di essere al passo coi tempi e di poter dare freschezza ad un genere come quello del fantasy action con spruzzate di fantascienza qua e là. Soprattutto se, come a questo giro, il comparto attori è palesemente tutto fuori dal progetto, a cominciare da una Sofia Boutella mai così poco carismatica.
L’impressione è che il grande disegno sneyderiano sia partito nella maniera peggiore possibile, nonostante un finale aperto che potrebbe lasciar presagire qualche bagliore d’interesse futuro. Certo è che occorre invertire la marcia sin dal secondo film già annunciato, perché qui il rischio di una trilogia che vada peggiorando di pellicola in pellicola è altissimo e Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco si porta dietro tante criticità difficilmente risolvibili. Questo è l’ennesimo passo falso di un autore estremamente ambizioso, dotato di una riconoscibilità e di un’estetica immediate tra time lapse, slow motion nelle scene d’azione più concitate e fotografia ipersatura che lavora sui toni scuri.
Un autore che, però, non ha ancora dosato la sua hubris artistica con la consapevolezza del racconto drammaturgico, delle sue tempistiche, delle sue leggi, delle sue necessità. Anche, eventualmente, per poterle distruggere.
TITOLO | Rebel Moon – Parte 1: Ragazza del fuoco |
REGIA | Zack Snyder |
ATTORI | Sofia Boutella, Fra Fee, Ed Skrein, Michiel Huisman, Charlie Hunnam, Djimon Hounsou, Doona Bae, Staz Nair, E. Duffy, Anthony Hopkins |
USCITA | 20 dicembre 2023 |
DISTRIBUZIONE | Netflix |
Due stelle