Red Zone: recensione dell’esplosivo action movie con Wahlberg

Red Zone 22 miglia di fuoco - banner

Red Zone – 22 miglia di fuoco catapulta lo spettatore in un mondo di violenza e sangue, in cui bene e male combattono in una lotta contro il tempo. Dal 15 novembre nelle sale, il nuovo film di Peter Berg vede, impeccabili, a dominare lo schermo Mark Wahlberg e Iko Uwais.

La Red Zone entra in azione

Red Zone – 22 miglia di fuoco è la nuova elettrizzante spy-story di Peter Berg (Battleship), in sala dal 15 novembre. A dominare lo schermo, Mark Wahlberg (alla sua quarta collaborazione con il regista, già visto in Lone Survivor e nella saga Transformers), Lauren Cohan (The Walking Dead) e Iko Uwais (saga The Raid), affiancati dal due volte candidato al premio Oscar John Malkovich (Nel centro del mirino). Gli eventi del film mostrano una realtà politica caotica che esiste sia negli Stati Uniti sia all’estero, dove ogni giorno sorgono delle possibili minacce alla democrazia: queste possono essere trattate con la diplomazia, ma, se questa fallisce, si passa all’intervento militare. Se neanche questo è in grado di risolvere la crisi, interviene la Red Zone, un’operazione lanciata dai servizi segreti i cui membri non agiscono come cittadini: sono fuori da qualsiasi regola e qualsiasi Stato. Il loro unico obiettivo è il successo della missione, a qualsiasi costo.

Red Zone 22 miglia di fuoco - Mark Wahlberg
Mark Wahlberg interpreta James Silva

La trama è semplice, l’azione è dominante

Il gruppo di super-agenti capitanato da James Silva (Mark Wahlberg) e Alice Kerr (Lauren Cohan) deve proteggere un informatore, Li Noor (Iko Uwais), e fare in modo che salga su un aereo diretto negli Stati Uniti, così da poter ricevere da lui il codice che permetterà alla squadra di sventare pericoli mondiali. In una corsa contro il tempo, devono essere percorse 22 miglia (da cui il titolo originale, Mile 22): apparentemente una missione semplice, se non fosse che ci saranno continui scontri con altre squadre d’assalto nemiche. A distanza, il gruppo è aiutato da un uomo misterioso, l’Alfiere (John Malkovich), che controlla la delicatissima operazione da una base segreta con il resto del team. È propio la linearità della trama di base che permette l’esplosione sullo schermo dell’azione.

I “buoni” contro i “cattivi”

«La nostra [di Wahlberg e Berg] idea di divertimento è creare un mondo pieno di violenza, tradimenti, intrighi che fanno grande una storia. Nel mondo stanno succedendo un sacco di cose folli ma noi intratteniamo e basta: vogliamo che la gente si sieda, si allacci le cinture e si goda il viaggio» dice Mark Wahlberg. E così è: in 94 minuti di azione pura, lo spettatore è catapultato in un mondo quanto mai simile a quello delle tensioni della Guerra Fredda (seppur contemporaneo). I ruoli sono infatti perfettamente definiti (cosa che strizza l’occhio alla tendenza propagandistica del cinema d’azione americano – ma, d’altro canto, non è una novità nella produzione di Peter Berg) e gli eroici statunitensi si battono contro gli indocinesi: ma c’è di più. Berg inserisce una seconda sub-trama, mostrando, durante tutto il film, un aereo russo, su cui una misteriosa donna controlla lo svolgimento degli eventi: l’intreccio delle trame, spiegato solo negli ultimi secondi del film, lascia spazio a un potenziale seguito.

Red Zone 22 miglia di fuoco - Lauren Cohan
Lauren Cohan interpreta Alice Kerr

Il tema trasversale

Lo sviluppo dei personaggi, seguendo l’ottica della dicotomia bene/male da questi incarnata, è limitato solo agli agenti americani: magistrale è Wahlberg, nei panni di un leader che sembra scontroso e insensibile, ma è in realtà protettivo della sua squadra e dedicato alla missione fino all’ultimo respiro. Silva è duro ed esigente, con una tendenza al monologo e un costante e ossessivo tic che si lega alla sua instabilità mentale. La persona a cui si lega di più è Alice: lei, una madre vessata dal divorzio, cerca in tutti i modi di mantenere il rapporto con la figlia senza perdere mai un colpo sul lavoro. Questa sua lotta per conciliare i due mondi è un po’ la chiave di lettura di tutto il film, che sviluppa in modo trasversale il rapporto tra madri e figli: persino Silva e l’Alfiere usano come nomi in codice, rispettivamente, “Figlio 1” e “Madre”.

Iko Uwais lascia senza fiato

Snodo centrale della narrazione è Li Noor, il “pacco” che deve essere mandato negli Stati Uniti: straordinario è Iko Uwais, che Berg aveva notato proprio in The Raid. L’attore, infatti, è un maestro di arti marziali indonesiano, e già nella saga di Gareth Evans si era distinto per il fatto di aver creato la propria coreografia di combattimento. Così è stato anche per Red Zone –22 miglia di fuoco, dove Uwais esibisce le proprie tecniche di combattimento in diverse scene, tenendo lo spettatore con gli occhi incollati allo schermo. Ha raccontato Berg che l’intero progetto di Red Zone – 22 miglia di fuoco è nato intorno alla figura di Uwais, dopo essere «rimasto affascinato da Iko […], dalla sua brutalità fisica […]. Ho pensato “Voglio lavorare con quell’attore. Non so come, per cosa, quando o dove, ma Iko è speciale”». Noor coniuga così una strabiliante abilità fisica che gli permette di combattere anche ammanettato e una personalità misteriosa, che non riesce ad essere compresa a fondo neanche dallo spettatore, men che meno dagli agenti che lo scortano a destinazione.

Red Zone 22 miglia di fuoco - Iko Uwais
Iko Uwais interpreta Li Noor

Ci sarà un seguito?

Peter Berg crea così un film avvincente, con una critica alla società contemporanea sullo sfondo e delle indagini caratteriali ben costruite, che però può anche essere visto solo come un film d’azione, grazie al quale lo spettatore è catapultato in un mondo di stunts e di violenza, di sparatorie e di sangue che ha come solo scopo lo svago di chi sta guardando. L’adrenalina è a mille e i personaggi sui generis rendono il tutto ancora più travolgente. Resta solo da chiedersi se il finale aperto porterà a un secondo capitolo. Per ora, l’appuntamento è nelle sale il 15 novembre.

Il film è distribuito da Universal Pictures e Lucky Red, in associazione con 3 Marys.

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