RoFF17: Astolfo, recensione della nuova garbata commedia di Gianni Di Gregorio

Astolfo - Gianni Di GregorioStefania Sandrelli (foto Lucky Red)
Astolfo - Gianni Di Gregorio e Stefania Sandrelli (foto Lucky Red)

La nostra recensione di Astolfo, la nuova tenerissima commedia diretta e interpretata da Gianni Di Gregorio presentata alla Festa del Cinema di Roma con un’incantevole Stefania Sandrelli 

Gianni Di Gregorio torna nella sua amata città per presentare la sua ultima commedia romantica Astolfo, in concorso alla 17ª Festa del Cinema di Roma. Una storia piena di garbo e delicatezza, in cui oltre al regista/protagonista spicca una Stefania Sandrelli che si fa anima solitaria in cerca d’amore.

Quando Astolfo conobbe Stefania

Astolfo (Gianni Di Gregorio) è un professore romano ormai in pensione che, da un giorno all’altro, si vede sbattuto fuori di casa a causa di una controversia con il suo affittuario. Decide così di tornare nel paese natale della sua famiglia dove possiede un palazzo del ‘500in condizioni fatiscenti, per ristrutturarlo e magari integrare qualcosa alla sua pensione. Quando però arriva si rende conto che l’edificio è abusivamente abitato da un anziano signore di nome Carlo (Alfonso Santagata), a cui si aggiungono in seguito un ragazzo un po’ sbandato chiamato Daniel (Mauro Lamantia) e Oreste (Alberto Testone), un altro vecchietto esperto di ragù . Nel frattempo è costretto anche a scontrarsi con il prete (Andrea Cosentino) e il Sindaco (Simone Colombari) in quanto questi ultimi non vedono di buon occhio il suo ritorno in città, oltre al fatto che il primo si è appropriato dei terreni di famiglia di Astolfo. Quando un suo vecchio amico gli presenta però Stefania (Stefania Sandrelli) Astolfo se ne innamora perdutamente e comincia a corteggiarla sperando che il suo sentimento sia ricambiato.

Astolfo - Stefania Sandrelli (foto Lucky Red)
Astolfo – Stefania Sandrelli (foto Lucky Red)

L’amore secondo Di Gregorio

Il punto di vista del regista romano sull’amore è un qualcosa di unico, per certi versi irripetibile. La sua non è una di quelle storie d’amore che tanto piacciono oltreoceano, quelle con dichiarazioni plateali, tramonti sul mare mozzafiato, musiche extradiegetiche mielose o corteggiamenti improbabili. Qui siamo invece dalle parti della sottrazione pura, del togliere anziché aggiungere, del realismo che ha giusto una punta di magia. In questo Astolfo Di Gregorio gioca con gli sguardi, con le parole a metà o sussurrate, con le emozioni che non vengono spiattellate in faccia allo spettatore ma lasciate depositare sul fondo lentamente, con estrema eleganza. La relazione tra Astolfo e Stefania cresce con il giusto passo, subisce una battuta d’arresto per influenze esterne al loro controllo e poi riprende forse ancora più forte. Li vediamo lì, in quella macchina, a scambiarsi teneri sorrisi mentre il futuro li attende incerto. Forse sarà amore, forse solo una bella amicizia ma di certo insieme saranno un po’ più felici.

Astolfo - Gianni Di Gregorio (foto Lucky Red)
Astolfo – Gianni Di Gregorio (foto Lucky Red)

Un uomo gentile

Astolfo è un film gentile tanto quanto il suo omonimo protagonista, che De Gregorio dipinge in maniera attenta e premurosa. Il suo è un personaggio che combatte il sopruso e l’arroganza del potere (laico o clericale che sia) con il sorriso, che è capace di arrendersi quando deve farlo ma non per mancanza di spirito combattivo o coraggio, bensì per la consapevolezza che alle volte bisogna combattere il rumore con il silenzio e che non è sempre necessario o persino auspicabile non rassegnarsi alle sopraffazioni. Questo non vuol dire che il suo Astolfo non reagisca, anzi. Lo fa quando sta per prendere a pugni il sindaco, lo fa quando ne dice quattro al prete, lo fa quando decide di battersi per una questione di principio. Un uomo gentile il suo, come la gentilezza che tanto manca a tanto cinema italiano degli ultimi tempi.

Un uomo che fa dell’empatia e del sapersi adattare ai cambiamenti due caratteristiche fondamentali del suo essere e della sua visione del mondo, una sorta di superpotere che gli impedisce di commettere errori che potrebbero avere gravi conseguenze. E se anche gli altri lo accusano di essere un cacciatore di dote, come tentano di farei figli della stessa Stefania, lui scrolla le spalle e va avanti con un sorriso. Ché tanto non c’è nulla che possa turbare la sua serenità, neanche la mancanza di sonno che lo affligge, soprattutto quando si lascia cullare dal dolce abbraccio della notte.

Astolfo - Gianni Di Gregorio e Stefania Sandrelli ( foto Lucky Red)
Astolfo – Gianni Di Gregorio e Stefania Sandrelli ( foto Lucky Red)

L’arte dello stare assieme

Come tutti i film di De Gregorio anche Astolfo non si fa mancare tavolate e convivialità davanti ad un buon piatto di pasta o ad un buon vino. Soprattutto quelle coi suoi coinquilini peculiari sono estremamente divertenti, e ci dicono molto sia di Astolfo che di ognuno di questi scombinati ma in fondo buoni e fragili esseri umani. Lo stare assieme, la condivisione, il sapersi e il volersi aiutare l’un l’altro in tutte le circostanze sono valori imprescindibili della poetica di De Gregorio, e qui vengono riproposti con ancora più calore e tenerezza. Daniel, Carlo, Oreste sono degli outsider e hanno bisogno di un posto da poter chiamare casa, un posto in cui le logiche marce del potere non possano sopravvivere. 

Poi certo, la storia è fin troppo stringata, gli eventi latitano e anche i personaggi non hanno archi di trasformazione veri e propri rimanendo un po’ statici nella loro caratterizzazione però il film avanza, seppur lentamente. In maniera potremmo dire gentile, come il suo regista o come Astolfo stesso che non rinuncia a ridere e a strapparci qualche risata e che ci ricorda il bisogno, ora più che mai, dell’accettazione e dell’accoglienza.

Astolfo. Regia di Gianni Di Gregorio con Gianni De Gregorio, Stefania Sandrelli, Simone Colombari, Andrea Cosentino e Alberto Testone, in uscita nelle sale il 20 Ottobre distribuito da Lucky Red.

VOTO:

Tre stelle

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