RoFF17: Educazione fisica, recensione del dramma corale con Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Sergio Rubini e Giovanna Mezzogiorno

Educazione fisica - Claudio Santamaria, Raffaella Rea, Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro (foto di Gianfilippo De Rossi)
Educazione fisica - Claudio Santamaria, Raffaella Rea, Giovanna Mezzogiorno, Sergio Rubini e Angela Finocchiaro (foto di Gianfilippo De Rossi)

La recensione di Educazione fisica di Stefano Cipani, il dramma corale scritto dai fratelli D’Innocenzo e interpretato da Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Giovanna Mezzogiorno, presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma

Un solo luogo, la palestra malandata di una scuola media, quattro genitori in cerca di risposte su un orrendo crimine commesso dai loro figli e la preside dell’istituto che li ha convocati. Tratto dalla pièce teatrale di Giorgio Scianna, scritto dai fratelli D’Innocenzo (La terra dell’abbondanza, Favolacce).diretto da Stefano Cipani e interpretato da Claudio Santamaria, Angela Finocchiaro, Raffaella Rea, Sergio Rubini e Giovanna Mezzogiorno, Educazione fisica è approdato alla 17ª Festa del Cinema di Roma.

Dei figli modello

Franco (Claudio Santamaria) è il padre di Cristian, un ragazzino che frequenta la terza media, è sposato ma tradisce la moglie con Carmen (Raffaella Rea) mamma di Giordano. Aldo (Sergio Rubini) e Rossella (Angela Finocchiaro) hanno invece adottato Arsen dall’Africa molti anni prima; lui è il responsabile dell’accoglienza del pronto soccorso di un ospedale, lei è una comune casalinga. Un pomeriggio vengono convocati dalla preside (Giovanna Mezzogiorno) della scuola che i ragazzi frequentano, la quale li informa di un fatto gravissimo: i loro figli avrebbero ripetutamente stuprato una loro compagna di classe. Una volta superati l’incredulità e lo shock per la rivelazione, i genitori cominciano a fare muro contro la preside per difendere la propria progenie fino allo stremo. Una serie di avvenimenti sempre più drammatici li costringeranno però a prendere delle decisioni fino a quel momento impensabili, nel tentativo disperato di proteggere se stessi oltre ai propri “pargoli”.

Educazione fisica - Angela Finocchiaro, Raffaella Rea - ClaudioSantamaria e Sergio Rubini (foto di Gianfilippo De Rossi)
Educazione fisica – Angela Finocchiaro, Raffaella Rea – ClaudioSantamaria e Sergio Rubini (foto di Gianfilippo De Rossi)

I mostri camminano tra noi e sono troppi

È un film di mostri questo Educazione fisica. Mostri medio-alto borghesi col macchinone, l’amante e il voto rigorosamente a sinistra anche se sono di destra. Ma anche mostri proletari che adottano bimbi africani per salvarli dall’orrore, per poi salvarli di nuovo quando diventano essi stessi orrore. Se i figli si sono macchiati di un crimine atroce, peraltro senza neanche dimostrare una briciola di pentimento visto che continuano a giocare imperterriti, i padri e le madri si rifiutano di vedere, di accettare. Perché il male, nella loro quotidianità, è fuori dalle loro case e di lì non è mai passato. Neanche di fronte all’evidenza delle prove si arrenderanno questi mostri, ma questa volta non per negare la verità bensì per sovvertirla, modificarla, renderla sopportabile. Un quadro fin troppo desolato e desolante, quello che Educazione fisica vorrebbe rappresentare. Perché di mostri così non ne esistono neanche nei film dell’orrore, figuriamoci nella realtà.

Manicheismo un tanto ar chilo

I personaggi di Educazione fisica sono incasellati in due fazioni ben distinte: bene e male, luce e oscurità. Da una parte la preside integerrima che vuole arrivare alla verità e proteggere a tutti i costi la vittima, dall’altra i genitori carnefici che vogliono obliterarla quella verità e proteggere i carnefici prodotto (o non) del loro stesso sangue. Non c’è spazio per la sfumatura, per il grigio, per un personaggio che possa venire sporcato dal ricatto o ripulito dal senso di colpa. Tutto è fin troppo chiaro, i demoni sono da una parte e gli angeli dall’altra, come in una sorta di Armageddon la cui posta in palio è la nostra stessa umanità. Ed è così che lentamente Educazione fisica sprofonda verso il manicheismo assoluto, che non è solo poco interessante ma persino irritante. La scrittura dei fratelli D’Innocenzo continua a raccontarci di un mondo sporco, mefitico e tossico, dove non esistono né redenzione, né speranza e né tantomeno senso di colpa. Come si dice, il troppo stroppia.

Educazione fisica - ClaudioSantamaria (foto di Gianfilippo De Rossi)
Educazione fisica – ClaudioSantamaria (foto di Gianfilippo De Rossi)

Un luogo asfissiante

L’idea di ambientare la narrazione in un unico spazio chiuso, angusto e in questo caso pure pubblico come la palestra di una scuola è certamente mutuata dalla volontà/necessità di non lasciare nessuno scampo ai propri protagonisti. Certamente nessuno impedisce loro di andarsene, ma andarsene vorrebbe dire rinunciare al gioco di potere che ivi si è creato, andarsene vorrebbe dire arrendersi alla possibilità della giustizia. Peccato che anche in questo caso le dinamiche che si creano tra i personaggi siano eccessivamente costruite e poco veritiere, a partire dall’azione della preside di convocare i genitori dei ragazzi prima della polizia. Un simile cortocircuito narrativo ovviamente spezza la sospensione dell’incredulità quasi subito, con il risultato che fatichiamo a credere agli eventi che si susseguono con un ritmo anche abbastanza indiavolato. Il film diventa allora asfissiante come la palestra in cui è ambientato, ma non in senso positivo. C’è troppa oscurità, troppa voglia di essere cattivi a tutti i costi e, soprattutto, manca paradossalmente il coraggio di esserlo del tutto nel finale.

Le colpe dei genitori ricadono sempre…

I presupposti affinché Educazione fisica potesse dirci qualcosa di veramente interessante sul senso dell’educazione dei figli e sull’essere genitori c’erano tutti: un cast di attori di rango (che purtroppo rimangono incastrati nei loro personaggi senza offrire sfumature o colori di altro tipo), la presenza dell’istituzione scolastica come arena della storia (elemento non certamente casuale) e un dilemma etico e morale dalle mille possibilità. Peccato che i dialoghi, la resa scenica e le intenzioni siano superficiali e arbitrari e che non ci sia mai un pay-off emotivo a ripagare di tanta sofferenza e di tanto marciume. Un film sulla colpa senza il senso di colpa, un film di colpevoli senza colpevoli.

Educazione fisica - Giovanna Mezzogiorno (foto di Gianfilippo De Rossi)
Educazione fisica – Giovanna Mezzogiorno (foto di Gianfilippo De Rossi)

Educazione fisica. Regia di Stefano Cipani con Angela Finocchiaro, Sergio Rubini, Claudio Santamaria, Raffaella Rea e Giovanna Mezzogiorno, in uscita prossimamente nelle sale distribuito da 01 Distribution.

VOTO:

Due stelle

 

 

 

 

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