RoFF17: presentata la Festa del Cinema 2022, ecco novità, ospiti, tutti i film e le trame

Presentata la Festa del Cinema di Roma 2022 (#RoFF17): torna il concorso, nuove sezioni, tanti doc, molta Italia con Archibugi, Placido, Andò, Di Gregorio, i nuovi di David O. Russell e Stephen Frears, serie come Django, Romulus II, Sono Lillo; premio alla carriera a James Ivory e poche star all’orizzonte

Presentata questa mattina la Festa del Cinema di Roma 2022, dal 13 al 23 ottobre all’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” e in altri luoghi della Capitale, per un totale di 28 schermi. A fare gli onori di casa il nuovo Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Gian Luca Farinelli e la nuova Direttrice Artistica, Paola Malanga.

Tra gli annunci il premio alla carriera a James Ivory, mentre non sono state svelate le star che sfileranno sul red carpet né la giuria del Concorso internazionale, ma per la sezione Commedia ci saranno Carlo Verdone, Marisa Paredes e Teresa Mannino. Annunciato anche il budget del festival, che ammonta a 6 milioni 373 mila euro, con un aumento di quasi 700 mila euro rispetto alla passata stagione.

Pochi i nomi di rilievo tra i 16 film del nuovo Concorso Progressive Cinema, che dopo anni di festa “mondiana” senza competizione vedrà una giuria tornare ad assegnare dei premi: in un elenco condito da nomi minori e ben 5 opere prime, che ricorda molto il Torino Film Festival, da segnalare giusto Causeway, prodotto e interpretato da Jennifer Lawrence soldatessa che torna a casa dopo la guerra, Raymond & Ray, con i due fratellastri Ethan Hawke e Ewan McGregor che devono partecipare al funerale del terribile padre, e i due italiani La cura di Francesco Patierno, con Francesco Di Leva, Alessandro Preziosi e Francesco Mandelli membri di una troupe che gira La peste a Napoli durante il lockdown, e I morti rimangono con la bocca aperta di Fabrizio Ferraro, storia di partigiani sull’Appennino innevato del 1944.

La sezione Freestyle, tra serie e doc, presenta tra gli altri le attesissime serie Django – La serie (Sky) con Matthias Schoenaerts nel ruolo che fu di Franco Nero nell’iconico western di Sergio Corbucci, Romulus II – La guerra per Roma (Sky) con Andrea Arcangeli e Francesco Di Napoli e quanto accade dopo la fondazione della città eterna, e Sono Lillo (Prime Video) con Lillo e il suo Posaman. E poi ancora documentari su Jane Campion, David Lynch, Paul Newman e Joanne Woodward (protagonisti anche del manifesto ufficiale di RoFF17), Louis Armstrong, Dario Fo, Diego Armando Maradona, Lelio Luttazzi, la street artist Laika, il gol di Turone, La divina cometa di Mimmo Palladino, con l’inferno dantesco che incrocia il presepe, e la commedia noir La California con le gemelle Provvedi (Le Donatella) e Lodo Guenzi, nonché Piera Degli Esposti in veste di narratrice, al suo ultimo lavoro.

Tutti i nomi più importanti si concentrano nella nuova sezione (non competitiva) Gran Public, che comprende 16 titoli. Si parte con un ensemble internazionale prestigioso, da Christian Bale a Margot Robbie, da Anya Taylor-Joy a Taylor Swift, da Rami Malek a Robert De Niro per il nuovo film di David O. Russell, Amsterdam, in cui tre testimoni di un delitto ne diventano i principali sospettati. The Lost King di Stephen Frears vede Sally Hawkins alla ricerca dei resti di re Riccardo III, mentre in Butcher’s Crossing c’è Nicolas Cage è un cacciatore di bufali e maestro di vita di un giovane neolaureato nel West del 1870. The Menu è invece una black comedy culinaria con lo chef Ralph Fiennes e gli ignari ospiti tra cui Anya Taylor-Joy e Nicholas Hoult, mentre What’s Love Got to Do With It? vede Lily James alle prese con il suo matrimonio interraziale e l’eccentrica mamma Emma Thompson. Chiudono Bros, la prima romantic comedy prodotta da una major (Universal) con cast LGBTQ, La signora Harris va a Parigi con lo scontro epico tra la donna delle pulizie Lesley Manville e la direttrice di Dior Isabelle Huppert, e Rheingold con il giovane rapper tedesco Fatih Akin e una storia ambientata in Iraq.

Tra gli italiani inaugura Il colibrì di Francesca Archibugi, film d’apertura della Festa del Cinema, interpretato da un grande cast che comprende Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo. Poi due film con Edoardo Leo, Era ora con Barbara Ronchi e War – La guerra desiderata con Miriam Leone, e poi L’ombra di Caravaggio di Michele Placido con il celebre pittore Riccardo Scamarcio spiato e “raccontato” da Louis Garrel e Isabelle Huppert, Il principe di Roma con lo Scrooge trasteverino Marco Giallini, La stranezza di Roberto Andò con Toni Servillo nei panni di Pirandello accanto a Ficarra e Picone, Astolfo, diretto e interpretato da Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli, Rapiniamo il Duce con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis intenzionati a rubare il tesoro di Mussolini a fine guerra.

Tra le Proiezioni speciali ci saranno i documentari A Cooler Climate di James Ivory sui suoi inizi carriera, Polanski, Horowitz. Hometown con Roman Polanski e il fotografo Ryszard Horowitz e i loro ricordi giovanili sulle persecuzioni naziste, Kill Me If You Can di Alex Infascelli sul dirottamento aereo più lungo della storia, Ora tocca a noi di Walter Veltroni su Pio La Torre, Ritratto di Regina di Fabrizio Ferri su Elisabetta II e la fotografia, e Umberto Eco – La biblioteca del mondo di Davide Ferrario.

Tra il Best of 2022 alcuni titoli passati già in altri festival, tra cui Cut! Zombi contro zombi di Michel Hazanavicius, Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi, Le vele scarlatte di Pietro Marcello, L’Innocent di Louis Garrel e la Palma d’Oro dell’ultimo Festival di Cannes, Triangle of Sadness di Ruben Östlund. Nella sezione Storia del cinema gli omaggi a James Ivory, Marisa Paredes e Jean-Luc Godard, i restauri de L’anatra all’arancia di Salce, La grande abbuffata di Ferreri, Il ladro di bambini di Amelio, La porta del cielo di De Sica, i documentari sull’Azzurro Scipioni, su Claudia Cardinale, su Steno, su Virna Lisi, sui comici anni ’80 Roberto Benigni, Francesco Nuti, Massimo Troisi e Carlo Verdone, e ben due su Pier Paolo Pasolini. Infine, dopo le retrospettive su Paul Newman e Joanne Woodward e su James Ivory, gli incontri con il pubblico vedranno protagonisti Paolo Virzì, Luc Besson, James Gray, Mario Martone e Stephen Frears.


Tutti i dettagli della Festa del Cinema di Roma 2022

La Selezione Ufficiale della Festa del Cinema 2022 sarà composta dalle seguenti sezioni:
▪ Concorso Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani
Concorso internazionale senza distinzione tra film di finzione, documentari e film in animazione.
▪ Freestyle
Sezione non competitiva composta da titoli di formato e stile liberi, dalle serie ai video clip, dai film alla videoarte.
▪ Grand Public
Sezione non competitiva dedicata al cinema per il grande pubblico.
▪ Proiezioni speciali
Sezione non competitiva.
▪ Best of 2022
Sezione non competitiva composta da film provenienti da altri festival internazionali, considerati tra i migliori della stagione.
▪ Storia del Cinema
Sezione non competitiva dedicata a celebri film in versione restaurata, agli omaggi e all’approfondimento della storia del cinema italiano e internazionale.
▪ Retrospettiva
Sezione non competitiva che omaggia l’opera dei più importanti protagonisti della settima arte.
Ad affiancare il programma dei film, due sezioni dedicate agli Incontri con il pubblico:
▪ Paso Doble
Due autori si confronteranno su temi riguardanti il mondo del cinema, le sue storie, i suoi protagonisti.
▪ Absolute Beginners
Un autore affermato rievocherà la storia del proprio esordio sul grande schermo.
Una serie di Eventi si svolgerà in tutta la città in collaborazione con le più interessanti realtà culturali della Capitale.

GIURIE E PREMI

Una giuria composta da professionisti del mondo del cinema, della cultura e delle arti (che sarà annunciata successivamente) assegnerà ai film del Concorso Progressive Cinema i seguenti riconoscimenti:
▪ Miglior Film
▪ Gran Premio della Giuria
▪ Miglior regia
▪ Miglior sceneggiatura
▪ Premio “Monica Vitti” alla Miglior attrice
▪ Premio “Vittorio Gassman” al Miglior attore
▪ Premio speciale della Giuria, a scelta in una delle seguenti categorie: fotografia, montaggio, colonna sonora originale.

La Festa prevede anche l’assegnazione di due premi trasversali:
▪ Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia
Una giuria presieduta dal cineasta Carlo Verdone e composta dall’attrice Marisa Paredes e dall’autrice e attrice Teresa Mannino assegnerà il Premio “Ugo Tognazzi” alla miglior commedia, che sarà scelta fra i titoli in programma nelle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public.
▪ Premio Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas
Una giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Julie Bertuccelli e composta dalla critica cinematografica Daniela Michel e dal regista Roberto De Paolis assegnerà il Premio Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas, che sarà scelta fra i titoli in programma nelle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public.
▪ Premio del pubblico FS
Come ogni anno, il pubblico sarà protagonista della Festa assegnando uno specifico riconoscimento. Tra i film del Concorso Progressive Cinema, gli spettatori voteranno il Premio del Pubblico FS, Official Sponsor della Festa. Il pubblico della proiezione ufficiale e della prima replica di un film potrà esprimere il proprio voto utilizzando l’APP ufficiale della Festa del Cinema “Rome Film Fest” (disponibile per iOS e Android) e attraverso il sito www.romacinemafest.it. Per entrare nella piattaforma di voto, sarà necessario inserire il codice riportato sul biglietto di ingresso.
L’immagine della Lupa Capitolina, che ispira il nuovo logo della Festa, caratterizzerà tutti i Premi che la manifestazione assegnerà quest’anno.

I NUMERI DELLA DICIASSETTESIMA EDIZIONE

16 film nel Concorso Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani
25 Freestyle
16 Grand Public
11 Proiezioni Speciali
11 Best of 2022
23 Storia del Cinema
1 Retrospettiva con 15 titoli
5 Absolute Beginners
15 Eventi della Festa
9 Eventi per il sociale e per l’ambiente
33 Paesi partecipanti: Arabia Saudita, Austria, Cile, Corea del Sud, Cuba, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Marocco, Messico, Paesi Bassi, Palestina, Polonia, Qatar, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ucraina, Ungheria.


Tutti i film e le trame della Selezione Ufficiale

CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI DOMANI

Concorso internazionale specializzato composto da 16 titoli, senza distinzione tra film di finzione, documentari e film in animazione.

ALAM
di Firas Khoury, Francia, Tunisia, Palestina, Arabia Saudita, Qatar, 2022, 110’ | Opera prima | Cast: Mahmood Bakri, Sereen Khass, Mohammad Karaki, Muhammad Abed Elrahman, Ahmad Zaghmouri, Saleh Bakri.
Una scuola superiore in Palestina. Una bandiera palestinese che deve sventolare il giorno dell’Indipendenza di Israele, che per i palestinesi è un giorno di lutto (la “nakba”). Filas Khoury, esordiente nel lungometraggio, gira (in Tunisia, per ovvi motivi) un film che parla di temi universali (amore, amicizia, lotta contro le ingiustizie, ricerca della propria identità, conflitti generazionali) in un contesto dove l’affermazione dei giovani palestinesi è negata da una tragedia che dura dal 1948. E trova la sua forza e originalità nel mostrare come la tragedia è calata nella quotidianità, e nel portare sullo schermo (con empatia, ironia sferzante e senso del paradosso) una nuova generazione trascurata dai media, che resiste orgogliosamente senza usare la logica della violenza.

EL CASO PADILLA | THE PADILLA AFFAIR
di Pavel Giroud, Spagna, Cuba, 2022, 78’ | Doc |
“Dì la verità”: si apre con questa frase il nuovo film del cineasta cubano Pavel Giroud, subito seguita da una ripresa del 1983 della tv francese, dove il conduttore sta intervistando Heberto Padilla, il poeta autore della raccolta Fuera de juego con la quale divenne famoso anche in Europa ma per la quale fu arrestato e condannato da Castro. Back al 1971 e al bianco e nero della straordinaria registrazione della ritrattazione della propria opera, il 27 aprile, davanti agli intellettuali e amici membri dell’Uneac (Unione degli scrittori e artisti cubani): oltre due ore di girato, riemerso dopo cinquant’anni da un archivio governativo, che Giroud seleziona e intercala con altri materiali che danno il senso del periodo storico. Mentre Padilla, che ha teatralmente appallottolato il testo del discorso fin dall’inizio, continua nella propria abiura, sempre più sudato e istrionico, in un crescendo di cadenze drammatiche shakespeariane di sconvolgente (e coinvolgente) tensione.

CAUSEWAY
di Lila Neugebauer, Stati Uniti, 2022, 92’ | Opera prima | Cast: Jennifer Lawrence, Brian Tyree Henry, Linda Emond, Jayne Houdyshell, Stephen McKinley Henderson, Russell Harvard, Fred Weller, Sean Carvajal, Will Pullen, Neal Huff.
Prodotto e magnificamente interpretato da Jennifer Lawrence, l’esordio alla regia di Lila Neugebauer esplora e racconta con grande sensibilità il modo di affrontare i traumi psicologici e fisici che i soldati riportano in guerra, ma anche le difficoltà, le incomprensioni e le sofferenze che sembrano aver segnato le loro vite precedenti, spingendoli ad arruolarsi e partire per mete lontane, dove i conflitti armati sono cruenti e il futuro incerto e pericoloso. La storia di un’amicizia non semplice, ma tenera e reale, sullo sfondo di un’inedita New Orleans e il ritorno per Jennifer Lawrence a una recitazione semplice, minimalista ma di grande efficacia, che ci riporta indietro a quel memorabile Winter’s Bone degli inizi della sua carriera stellare.

LA CURA
di Francesco Patierno, Italia, 2022, 87’ Cast: Francesco di Leva, Alessandro Preziosi, Francesco Mandelli, Cristina Donadio, Andrea Renzi, Antonino Iuorio, Peppe Lanzetta.
Corso Umberto, il rione Sanità, le Terme, la stazione di Mergellina, l’Hotel Oriente, la Prefettura, strade, angoli, per lo più deserti: Napoli in pieno lockdown. Una città spettrale e fuori dal tempo per la rilettura contemporanea di Francesco Patierno di La peste di Albert Camus, dove i sentimenti, le paure, i conflitti del libro scivolano armoniosamente dentro il disorientamento generato dalla pandemia, e pezzi di realtà, come un uomo disperato che urla di notte per strada, riflettono il testo. Un ospedale e i suoi medici e volontari, i funzionari, i commercianti, le persone normali, tutti si mescolano con una troupe che sta girando un film sulla Peste, in una coralità drammatica asciutta e coinvolgente. Chi vuole scappare. Chi decide di restare. Ma da soli non si resiste alla paura.

FOUDRE | THUNDER
di Carmen Jaquier, Svizzera, 2022, 92’ | Opera prima | Cast: Lilith Grasmug, Mermoz Melchior, Benjamin Python, Noah Watzlawick, Sabine Timoteo, François Revaclier, Diana Gervalla, Lou Iff, Léa Gigon, Marco Calamandrei.
Nell’estate del 1900, dalla pace del convento nel quale da cinque anni sta facendo il noviziato, la diciassettenne Elisabeth è sbalzata, poco prima di prendere i voti, di nuovo a casa, per lavorare la terra, dopo la morte improvvisa della sorella maggiore Innocente. Ma la morte è misteriosa, la famiglia silenziosa e solo tre suoi amici d’infanzia sembrano condividere l’ansia di conoscenza e di libertà di Elisabeth. Immersa nel solare scenario di una valle svizzera, una storia di progressiva affermazione di autonomia, volontà e desiderio, dove la cupezza repressiva dell’ambiente e delle credenze viene progressivamente sfaldata dall’energia vitale dei quattro amici, sempre più complici, sempre più innamorati l’uno degli altri e dei rispettivi corpi.

HOURIA
di Mounia Meddour, Francia, 2022, 104’ Cast: Lyna Khoudri, Rachida Brakni, Hilda Amira Douaouda.
Quasi una metafora dell’attuale situazione dell’Algeria – dove l’Hirak, un imponente movimento politico e civile di opposizione al regime, è stato definitivamente soffocato dalla pandemia ad appena un anno dalla sua nascita – l’ultimo film di Mounia Meddour (Papicha), insieme popolare e sofisticato, racconta la storia di Houria, una ballerina di talento che, dopo aver subito pesanti menomazioni fisiche in seguito ad un grave episodio di violenza, continua la sua eroica resistenza nel perseguire un sogno che sembra impossibile da realizzarsi. Ballare ancora, tra Felicità e Gloria, ballare avvolte nei colori di abiti sgargianti, su una terrazza o su una spiaggia, tutte immerse in una sorellanza ideale di donne che si sostengono a vicenda, intorno a un nucleo di resilienza incrollabile.

IN EINEM LAND, DAS ES NICHT MEHR GIBT | IN A LAND THAT NO LONGER EXISTS
di Aelrun Goette, Germania, 2022, 101’ Cast: Marlene Burow, Sabin Tambrea, David Schütter, Claudia Michelsen, Jördis Triebel.
Primo film di finzione della regista tedesca Aelrun Goette, nota al pubblico internazionale per il documentario Die Kinder sind tot (Prix Regard Neuf a Visions du Réel 2003). Nel 1988, a pochi mesi dalla caduta del Muro, per una sua foto apparsa casualmente su Sibylle (il Vogue dell’Est), una diciassettenne di Berlino Est si trova immersa nel mondo della moda. Tra fotografi, modelle, nuove idee e stili di vita, il film è basato su fatti realmente accaduti, ispirato all’esperienza di modella della regista stessa tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 nella Repubblica Democratica Tedesca. Sospesa tra personale e pubblico, sentimenti e coerenza politica, un’opera che strada facendo si trasforma in un energetico inno alla bellezza ed alla libertà.

JANVĀRIS | JANUARY
di Viesturs Kairišs, Lettonia, Lituania, Polonia, 2022, 94’ Cast: Kārlis Arnolds Avots, Alise Dzene, Baiba Broka, Aleksas Kazanavičius, Juhan Ulfsak, Sandis Runge.
Gennaio 1991. Tre aspiranti filmmaker si trovano di fronte all’invasione dei carri armati sovietici che vogliono reprimere l’indipendenza della Lettonia dichiarata il 4 maggio dell’anno prima. Il film di Viesturs Kairišs (che allora aveva diciannove anni) non solo ricostruisce una generazione che sognava il cinema di Bergman, di Tarkovskij e di Jim Jarmusch (di Stranger than Paradise circolano cassette pirata…), era avida di conoscere il mondo e si confrontò con la Storia. Parla del presente e della forza incontenibile della giovinezza, ritrovando la libertà e l’entusiasmo della nouvelle vague e della Nová vlna. Kairišs rende anche omaggio alla figura carismatica di Juris Podnieks, uno dei più promettenti registi lettoni, che morì a quarantadue anni nel 1992.

JEONG-SUN
di Jeong Ji-hye, Corea del Sud, 2022, 105’ | Opera prima | Cast: Kim Kum-soon, Yun Seon-a, Cho Hyeon-woo, Kim Yong-joon.
I crimini sessuali digitali sono in crescente aumento in Corea del Sud, dove le vittime affrontano innumerevoli difficoltà nel perseguire azioni legali a causa della disparità di genere e di un’inadeguata risposta al problema da parte del governo. Nell’affrontare questa problematica, divenuta di scottante attualità, la giovane regista Jeong Ji-hye, al suo primo lungometraggio, racconta la storia di un’operaia di mezz’età che, per cultura e inesperienza, si muove incerta nell’universo digitale, vittima silenziosa di soprusi e prevaricazioni all’interno della fabbrica in cui lavora. Uno sguardo acuto ed empatico quello di Jeong Ji-hye, che coglie con precisione la fragilità delle vittime di fronte al potere distruttivo della cyber-violenza, ma ci restituisce anche l’immagine indelebile di un personaggio femminile forte e inconsueto.

LV GUAN | THE HOTEL
di Wng Xiaoshuai, Hong Kong, 2022, 112’ Cast: Ning Yuanyuan, Ye Fu, Qu Ying, Huang Xiaolei, Worrapon Srisai, Dai Jun, Li Zonghan.
Girato in quattordici giorni, con poche risorse finanziarie e molta creatività, l’ultimo film di Wang Xiaoshuai, regista di spicco della cosiddetta “sesta generazione” di cineasti cinesi, è interamente ambientato in un hotel in Thailandia, dove Wang si trovava per caso in vacanza a trascorrere le festività del Capodanno Lunare, a fine gennaio 2020. Impossibilitato a muoversi e non potendo rientrare in Cina a causa del lockdown e dell’interruzione dei voli di collegamento con la madrepatria, il regista decide – insieme ad un gruppo di amici, cineasti, sceneggiatori e artisti costretti, come lui, ad un esilio temporaneo – di girare un film. Una meditazione sui devastanti effetti della pandemia, il film coglie con precisione chirurgica, il senso di intrappolamento, confusione, apatia, la frustrazione crescente e l’instabilità sentimentale che tutti abbiamo provato nei giorni del confinamento.

I MORTI RIMANGONO CON LA BOCCA APERTA
di Fabrizio Ferraro, Italia, Spagna, 2022, 84’ Cast: Emiliano Marrocchi, Domenico D’Addabbo, Fabio Fusco, Olimpia Bonato, Antonio Sinisi.
Quatro partigiani fuggono in mezzo alla neve sull’Appennino dell’Italia centrale, nel 1944. Sono inseguiti, cercano un rifugio, incontrano una ragazza. Drammaticamente ambientata in un contesto storico e politico ben preciso, tuttavia la loro storia si connette, seppur non esplicitamente, con un presente ancora fragile e falcidiato da guerre presenti o echeggianti. Fabrizio Ferraro, regista e sceneggiatore con alle spalle una formazione in scienze del cinema e filosofia del linguaggio, sceglie il bianco e nero per riportarci indietro nella storia, alternando campi larghi a primi piani, dialoghi serrati a voci narranti, intervallati da grandi silenzi e poderosi fruscii. Un film che si rivolge al passato per interrogare la contemporaneità.

RAMONA
di Andrea Bagney, Spagna, 2022, 80’ | Opera prima | Cast: Lourdes Hernández, Bruno Lastra, Francesco Carril.
Madrid come Manhattan: sontuosi scorci della città in bianco e nero sottolineati dalla musica di Tchaikovsky. Si apre così, con un omaggio al capolavoro di Woody Allen, il film d’esordio della regista spagnola Andrea Bagney, una storia d’amore (e di amori) tutta costruita intorno alla protagonista, aspirante attrice trentenne in cerca del senso della vita, ora bionda ora bruna, ora entusiasta ora dubbiosa, ora innamorata del boyfriend Nico ora attratta dal regista Bruno. Dal bianco e nero della vita al colore della messa i scena (dove, tra l’altro, Ramona replica monologhi di Diane Keaton in Io e Annie e di Julie Delpy in Prima dell’alba), la commedia romantica si snoda tra chiacchiere, passeggiate e nevrosi, trascinata dalla protagonista Lourdes Hernandez, nota in Spagna come cantautrice con lo pseudonimo Russian Red.

RAYMOND & RAY
di Rodrigo García, Stati Uniti, 2022, 100’ Cast: Ethan Hawke, Ewan McGregor, Maribel Verdú, Tom Bower, Vondie Curtis Hall, Sophie Okonedo.
Due fratellastri, uniti da un padre con cui avevano un rapporto quanto meno contrastato e al cui funerale devono partecipare: Ewan McGregor (che gioca contro il suo tipico ruolo) e Ethan Hawke. Un regista-sceneggiatore colombiano, Rodrigo Garciá, figlio di Gabriel García Márquez, che ha esordito come regista nel 2000 con Le cose che so di lei (premio di Un certain regard a Cannes), e ha spesso collaborato con Alfonso Cuarón (che di Raymond & Ray è uno dei produttori) e Guillermo del Toro. Una grande capacità di reinventare i generi (road movie, commedia, family drama) e di costruire personaggi di cui innamorarsi. Come quelli interpretati da Maribel Verdú e da Sophie Okonedo, dove García mostra di essere uno dei migliori direttori di attrici del cinema contemporaneo.

SANCTUARY
di Zachary Wigon, Stati Uniti, 2022, 96’ Cast: Margaret Qualley, Christopher Abbott.
Un uomo nella suite di un hotel di lusso. Bussa alla porta una ragazza, bionda, bella, in tailleur professionale, che lo sottopone a un’intervista formale. Via via che le domande si fanno più personali, il gioco si chiarisce: Rebecca è una escort dominatrix, Hal il suo ricco cliente, pronto a tutto, anche a pulire ogni centimetro del bagno in mutande. Ma questo è solo l’inizio del nuovo romantic thriller di Zachary Wigon, che ha già lavorato sugli inganni, i trucchi, i buchi neri dei rapporti uomo-donna in The Heart Machine. Chiusi in una stanza, Margaret Qualley (figlia di Andie MacDowell e autostoppista hippie in C’era una volta a Hollywood) e Christopher Abbott (Piercing, la serie Girls) rimbalzano tra giochi erotici, rimbrotti, minacce, ricatti, svelano lati oscuri, ansie e fragilità, mentre macchina da presa e dialogo virano dall’erotico al noir. Ma tutto, compreso il finale, è imprevedibile.

SHTTL
di Ady Walter, Francia, Ucraina, 2022, 109’ | Opera prima | Cast: Moshe Lobel, Antoine Millet, Saul Rubinek, Anisia Stasevich, Pyotr Ninevsky, Daniel Kenigsberg, Emily Karpel.
1941: il giovane Mendele è entusiasta di lavorare nel cinema a Odessa, ma torna nel suo paese (“shtetl”, in yiddish) in Ucraina, al confine con la Polonia, dove il suo amore di sempre sta per sposare il figlio del rabbino. E questo il giorno prima dell’invasione nazista. L’esordiente argentino Ady Walter usa il piano-sequenza e il bianco e nero (anche se la continuità spazio-temporale è infranta da flashback a colori) come strumenti per calare lo spettatore dentro la realtà di un mondo ebraico sull’orlo della tragedia, tra ricostruzione filologica e allusione al presente. A parlare yiddish è un cast internazionale, tra cui Saul Rubinek (Gli spietati), che recita per la prima volta in questa lingua. Il villaggio è stato interamente ricostruito a sessanta chilometri da Kyiv, con l’intenzione di diventare, dopo le riprese, un museo a cielo aperto. La grafia del titolo è un omaggio al romanzo “La sparizione” di Perec, dove scompare la lettera “e”, per alludere a un altro vuoto.

LA TOUR | LOCKDOWN TOWER
di Guillaume Nicloux, Francia, 2022, 89’ Cast: Angèle Mac, Hatik, Ahmed Abdel-Laoui, Kylian Larmonie, Merveille Nsombi, Nicolas Pignon.
Una signora di colore una mattina esce dal torreggiante condominio di periferia in cui abita e viene inghiottita dal nero, un velario scuro, una nebbia, un’entità che divora chiunque si avventuri all’esterno da porte o finestre. Isolati dal mondo esterno, ecco i diversi gruppi famigliari: coppie e single, vecchi e bambini, gatti e cani di diversa taglia. E soprattutto bianchi, neri e nordafricani, divisi per piani e per etnie, più o meno armati e, mentre le scorte alimentari e idriche si assottigliano, più o meno decisi a conquistare la sopravvivenza e il dominio con la forza. Regista e sceneggiatore, Guillaume Nicloux affronta il distopico con un occhio a J. G. Ballard (Condominio, ma non solo) e uno allo spirito caustico di Michel Houellebecq, del quale nel 2014 mise in scena il “rapimento” e che è ringraziato nei titoli di coda.


FREESTYLE

Sezione non competitiva composta da 25 titoli di formato e stile liberi, dalle serie ai video clip, dai film alla videoarte.

75 – BIENNALE RONCONI VENEZIA
di Jacopo Quadri, Italia, 2022, 84’ | Doc |
Alla metà degli anni Settanta una generazione si convince che il teatro possa cambiare il mondo. Si sono affermati sulla scena internazionale i giovani maestri che segneranno i decenni successivi: Peter Brook,il Living Theatre, Jerzy Grotwski, Ariane Mnouchkine, Meredith Monk, Andrei Serban, Giuliano Scabia, Dacia Maraini, Robert Wilson… Luca Ronconi, reduce del successo internazionale dell’Orlando Furioso e dell’Orestea, nel 1975 viene nominato direttore della Biennale Teatro. Ronconi li chiama tutti a Venezia, per un festival-laboratorio memorabile, che attira centinaia di giovani, alcuni destinati a lunghe carriere teatrali, come Roberto Bacci, Giorgio Barberio Corsetti, Federico Tiezzi. Attraverso decine di interviste e materiali di repertorio, Jacopo Quadri restituisce il clima di quella stagione irripetibile, l’ultima fiammata dell’Utopia. E non a caso proprio Utopia si intitola lo spettacolo “impossibile” realizzato da Luca Ronconi in quell’occasione.

AMATE SPONDE
di Egidio Eronico, Italia, 2022, 78’ | Doc |
Come in una lunga suite, il racconto cinematografico di un Paese, l’Italia, nella sua attuale fisionomia, in un film fatto di sole immagini e musica. Un Atlante domestico di meraviglie a volte incomprese e di luoghi conosciuti, amati e spesso smarriti. E di gente colta nel suo vivere in un territorio ad alta stratificazione, tra la grandezza ancora fruibile del passato e l’apparente stasi del presente. Un Paese segnato da forti disuguaglianze e ciò nonostante in continua trasformazione nella difficile corsa verso uno sviluppo sostenibile, problematicamente sospeso tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di un equilibrio per salvaguardare il proprio èthos.

BASSIFONDI
di Francesco Pividori, Italia, 2022, 94’ | Opera prima | Cast: Gabriele Silli, Romano Talevi.
Francesco Pividori, in arte Trash Secco, artista e videomaker per Achille Lauro e Marracash, esordisce con un film scritto da Damiano e Fabio D’Innocenzo. Ne sono protagonisti due senzatetto, Romeo e Callisto, che vivono tra ratti e nutrie sotto un ponte, in una Roma in “decomposizione cromatica”. Chiedono “uno spiccio” ai passanti che li ignorano e si nutrono anche di latte scaduto. Ma Bassifondi non è solo un modo per rendere visibile e ridare dignità di persona a chi di solito è rimosso; è anche la grande storia di un impossibile amore fraterno e un viaggio visionario verso la morte. Ne sono sorprendenti interpreti, quasi una coppia beckettiana, Gabriele Silli (artista e interprete di Re Granchio) e Romano Talevi (diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, con una lunga militanza teatrale e televisiva alle spalle).

LA CALIFORNIA
di Cinzia Bomoll, Italia, Cile, 2022, 100’ Cast: Piera Degli Esposti (voce narrante), Silvia Provvedi, Giulia Provvedi, Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Alfredo Castro, Andrea Roncato, Riccardo Frascari, Enrico Salimbeni, Andrea Montovoli, Lorenzo Ansaloni, Andrea Mingardi, Angela Baraldi, Stefano Pesce, Stefano Fregni, Paola Lavini, Nina Zilli.
Il cadavere di una ragazza in una vecchia vasca da bagno in mezzo alla campagna. Un’altra ragazza, la sua gemella, la osserva. La loro storia si riavvolge da qui. Sospeso tra noir e commedia, un film immerso nella provincia italiana, con le sue molteplici declinazioni e dimensioni: talvolta frontiera, altre volte scoperta di identità o una realtà dalla quale partire per trovarne poi di nuove. La California è un pezzo di campagna tra la via Emilia e il West, fatto di tanti microcosmi che s’incastrano in una collettività vera e vissuta, viscerale, ironica, emiliana. Scritto dalla regista Cinzia Bomoll insieme a Piera degli Esposti (voce narrante, al suo ultimo film), La California mescola facce, tipi, atmosfere, gioca sulla surreale leggerezza di una comunità nella quale possono convivere, insieme alle gemelle, personaggi eccentrici come Nina Zilli e Angela Baraldi, Vito, Lodo Guenzi, Andrea Roncato e persino il mito del cinema cileno Alfredo Castro.

DANIEL PENNAC: HO VISTO MARADONA!
di Ximo Solano, Spagna, Italia, 2022, 82’ | Doc |
La storia dell’indagine creativa e surreale di Daniel Pennac su una leggenda: Diego Armando Maradona. L’attore e drammaturgo Ximo Solano e il giornalista e scrittore Joan Tur e Pennac si sono imbarcati in un viaggio che diventa rappresentazione non solo di un’icona calcistica ma anche di una sorta di entità sovrannaturale, del simbolo di una città e di un popolo: questo è stato Diego Armando Maradona per la città di Napoli. Il brano, del quale fa parte la famosa canzone napoletana dedicata a Diego, fa da titolo al lavoro teatrale concepito in collaborazione con il “Pibe de Oro” e messo in scena da Pennac con la sua compagnia, ora divenuto film. In questo viaggio, Pennac ci racconta anche molto di sé e del suo approccio alla scrittura. Con la partecipazione straordinaria di Maurizio De Giovanni, Roberto Saviano e del fotografo Luciano Ferrara.

DARIO FO: L’ULTIMO MISTERO BUFFO
di Gianluca Rame, Italia, 2022, 90’ | Doc |
Manca poco all’entrata in scena. L’anziano attore si alza, si porta lentamente dal camerino alle quinte e dopo un accenno di esitazione entra in scena mettendo fine all’attesa. Il 1° agosto 2016 a Roma, il grande attore, drammaturgo e Premio Nobel Dario Fo, novantenne e al termine della carriera, sta per andare in scena con uno dei suoi cavalli di battaglia, Mistero Buffo, una pièce rivoluzionaria, censurata al debutto. Il film segue gli attori in un continuo confronto nel quale il teatro di Fo diventa spazio di riflessione sulla condizione umana e sulle distorsioni del potere, superando differenze linguistiche, geografiche e culturali. La magia del suo teatro si compie per un’ultima volta ancora.

DREI FRAUEN UND DER KRIEG | TRAINED TO SEE – THREE WOMAN AND THE WAR
di Luzia Schmid, Germania, Italia, 2022, 106’ | Doc |
Durante la seconda guerra mondiale, per la prima volta tre donne americane furono fotoreporter ufficiali sul fronte europeo: Martha Gellhorn (1908-1998), moglie di Ernest Hemingway dal 1940 al 1945 e amica di Eleanor Roosevelt; Margaret Bourke-White (1904-1971), che era stata un’altra delle grandi fotografe del New Deal; e Lee Miller (1907-1977), ex compagna di Man Ray e legata alle avanguardie artistiche. Luzia Schmid ricostruisce tre vite parallele attingendo a materiale spesso inedito, di grandissima drammaticità e qualità visiva, che riguarda soprattutto la liberazione dei lager di Ravensbrück, Buchenwald e Dachau, e la sconfitta della Germania. Fu un’esperienza che segnò profondamente tutte e tre; ma è stato grazie anche al loro occhio che l’Occidente ha cominciato a percepire la guerra in modo diverso, senza retorica maschilista: come una tragedia.

LA DIVINA COMETA
di Mimmo Paladino, Italia, 2022, 96’ Cast: Tomas Arana, Mimmo Borrelli, Ferdinando Bruni, Luigi Credendino, Francesco De Gregori, Elio De Capitani, Nino D’Angelo, Cristina Donadio, Giovanni Esposito, Giuliana Gargiulo Alessandro Haber, Enzo Moscato, Ginestra Paladino, Sergio Rubini, Luca Saccoia, Peppe Servillo, Toni Servillo, Eliot Sumner, Tonino Taiuti, Giovanni Veronesi, Sergio Vitolo.
A sedici anni da Quijote, uno dei più grandi artisti contemporanei torna al cinema con un film che incrocia l’Inferno della “Divina Commedia” con la tradizione del presepe napoletano, evocata dalla battuta di “Natale in casa Cupiello”: “Te piace ’o presepe?”. E come nel presepe, c’è spazio per personaggi noti e nuovi (dal Conte Ugolino a Giordano Bruno), che ogni volta si incarnano in modo imprevedibili, attraverso un uso magistrale delle location (campi sportivi, cave, stazioni abbandonate) e un attento lavoro sulla lingua (con Dante spesso tradotto in dialetto napoletano). Molti ospiti (da Francesco De Gregori, Toni e Peppe Servillo, Nino D’Angelo) prendono parte a un viaggio senza tempo dove, complice la sceneggiatura di Maurizio Braucci, è lecito vedere in filigrana altri viaggi celebri del cinema italiano, da quelli di Pasolini a quelli di Sergio Citti.

DJANGO – LA SERIE
di Francesca Comencini, Italia, Francia, 2022, 2 episodi, 100’ | Serie | Cast: Matthias Schoenaerts, Nicholas Pinnock, Lisa Vicari, Noomi Rapace.
New Babylon: la città costruita su un cratere e aperta a tutti gli emarginati, i reietti, i dannati della società, in Texas, verso il 1870. È qui che arriva Django, in cerca degli uomini che hanno sterminato la sua famiglia; e proprio qui scopre che sua figlia, ormai adulta, è ancora viva. Francesca Comencini (che ha tra i suoi film del cuore Il mucchio selvaggio di Peckinpah) affronta con la consueta grinta la direzione artistica (e la regia dei primi episodi) della serie in dieci puntate girata in Romania e ideata da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli prendendo ispirazione dall’omonimo cult movie di Sergio Corbucci del 1966. Con un cast internazionale guidato da Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace e Nicholas Pinnock, un western che si muove dal desiderio di vendetta e sopraffazione verso il bisogno di ricominciare.

ENRICO CATTANEO / RUMORE BIANCO
di Francesco Clerici, Ruggero Gabbai, Italia, 2021, 32’ | Doc |
Autore di film che hanno avuto circolazione internazionale come Il gesto delle mani e che hanno ribaltato le regole del genere del “documentario d’arte”, Francesco Clerici si confronta empaticamente con il milanese Enrico Cattaneo (1933-2019): un fotografo unico, che partì dai reportage, si innamorò degli artisti dell’Arte povera diventandone il fotografo di fiducia, e poi divenne artista lui stesso, giocando con forme e oggetti. Beffardo e iconoclasta, Cattaneo fuma sigarette nella sua casa-museo-magazzino, partecipa scettico a retrospettive che gli vengono dedicate, attende con ironia rassegnata la fine di una vita e di un’epoca di cui è stato testimone.

ER GOL DE TURONE ERA BONO
di Francesco Miccichè, Lorenzo Rossi Espagnet, Italia, 2022, 85’ | Doc |
Il 10 maggio 1981, al Comunale di Torino si gioca Juventus-Roma. C’è in ballo lo scudetto. Al 72° minuto, quando le due squadre sono ancora 0 a 0, Maurizio Turone della Roma fa un gol di testa. L’arbitro Paolo Bergamo convalida, ma immediatamente intercetta con lo sguardo la bandierina gialla del guardalinee Sancini, decreta il fuorigioco e annulla il gol. Restano 0 a 0 e la Juve vince lo scudetto. la polemica dilaga e l’episodio è visto e rivisto alla moviola. Ferita lacerante e ancora aperta, il gol di Turone è il soggetto del documentario diretto da Francesco Miccichè, nel quale immagini di repertorio e accesi dibatti d’epoca si mescolano a nuove interviste e testimonianze, nelle quali scendono in campo i protagonisti, da Turone a Bergamo e Sancini, a Prandelli, Marocchino, Pruzzo, Conti, ecc., per tentare di rispondere sempre a quella domanda: ma il gol di Turone era buono?

JANE CAMPION, LA FEMME CINÉMA | JANE CAMPION, THE CINEMA WOMAN
di Julie Bertuccelli, Francia, 2022, 100’ | Doc |
Quasi un autoritratto in forma di ritratto, accompagnato solo dalle parole di Jane Campion, tratte dalle numerose interviste cui l’autrice neozelandese non si è mai sottratta, passando dall’autobiografia all’analisi dei propri film, all’accurata e sorridente descrizione degli ostacoli e dei pregiudizi cui le registe sono sempre dovute sottostare in un lavoro prettamente maschile. A partire da quel direttore della fotografia che spiegava alla troupe di Sweetie dove avrebbe messo lui la macchina da presa se fosse stato il regista per arrivare a quella foto di gruppo a Cannes nel 2007, in cui Campion era l’unica donna schierata tra i vincitori di Palma d’oro che, forse, la guardavano con una certa curiosità. Julie Bertuccelli, attraverso foto e interviste e soprattutto attraverso immagini, squarci, volti femminili e maschili dei suoi film, ci racconta una donna e un’autrice non solo di straordinario, innovativo spessore artistico, ma anche di enorme simpatia, franchezza, propensione alla risata.

JAZZ SET
di Steve Della Casa, Caterina Taricano, Italia, 2022, 73’ | Doc |
Il jazz è libertà. Lo è dalle sue origini, quando quelle note scandivano i rari momenti di svago di coloro che in prima persona subivano gli orrori dello schiavismo. Alcune delle più belle canzoni dei cantautori italiani riproposte dai migliori strumentisti italiani.

THE LAST MOVIE STARS
di Ethan Hawke, Stati Uniti, 2022, 6 episodi, 441’ | Serie | Doc |
Diretta da Ethan Hawke, con Martin Scorsese nel ruolo di produttore esecutivo, questa epica docu-serie in sei parti celebra Paul Newman e Joanne Woodward, la loro lunga e appassionata storia d’amore e l’incredibile talento che li ha resi artisti amati in tutto il mondo. La dedizione al lavoro e la filantropia della coppia sono riportate in vita sul grande schermo grazie alla lettura di interviste trascritte con Paul, Joanne e le persone a loro più vicine, interpretate da attori contemporanei come George Clooney, Laura Linney e molti altri. Unendo sequenze tratte dai film più iconici di Woodward e Newman ad approfondimenti provenienti da illustri personalità dell’industria cinematografica, The Last Movie Stars traccia il ritratto intimo di un’inarrivabile storia d’amore mostrando il duraturo legame di una coppia intrecciata per sempre con la storia del cinema americano.

LIFE IS (NOT) A GAME
di Antonio Valerio Spera, Italia, Spagna, 2022, 90’ | Doc |
Maschera bianca da manichino, parrucca rosso fuoco, voce camuffata dal distorsore: Laika (come la cagnetta che fu lanciata nello spazio sullo Sputnik sovietico) ha animato i muri di Roma negli ultimi anni pandemici con poster e murales che urlano la sua indignazione civile (il più noto è quello che immagina un abbraccio tra Giulio Regeni e Patrick Zaki). Due anni di battaglie della street artist dall’identità misteriosa, seguita nelle sue sortite notturne dalla macchina da presa di Antonio Valerio Spera, che mescola con spirito pop anche frammenti dei video-appunti di Laika, interviste ai destinatari dei suoi messaggi, materiali di repertorio sugli argomenti “caldi” trattati dall’artista e, naturalmente, le sue opere. Per rivivere questi anni attraverso gli occhi e il talento di una donna che si definisce “un’attacchina romana” e dimostra una profonda consapevolezza morale e artistica.

LOLA
di Andrew Legge, Irlanda, Regno Unito, 2022, 80’ | Opera prima |
Cast: Stefanie Martini, Emma Appleton, Rory Fleck Byrne, Aaron Monaghan
Found footage di fine anni Trenta, inizio anni quaranta, scoperto nella cantina di una casa di campagna inglese nel 2021: al centro ci sono due sorelle, Mars e Thom. Ragazze sveglie: la prima ha ripreso instancabile se stessa e la sorella e soprattutto l’invenzione di quest’ultima, LOLA, una macchina capace di connettersi con la radio e la tv del futuro. Un futuro che non vuol dire solo David Bowie, Bob Dylan e il rock’n’roll, ma anche gli sviluppi della Seconda guerra mondiale, allora in corso. Abilissimo lavoro di montaggio e “trucco” dei materiali d’epoca da parte del regista e sceneggiatore Andrew Legge (al debutto nel lungometraggio) e della dop Oona Menges (figlia di Chris Menges) e del montatore Colin Campbell, LOLA, tra commedia distopica e dramma spionistico, ridà vita al mockumentary. Con il ricordo dei nazisti che entrano a Londra in It Happened Here (1965) di Brownlow e Mollo.

LOUIS ARMSTRONG’S BLACK & BLUES
di Sacha Jenkins, Stati Uniti, 2022, 104’ | Doc |
Attingendo ai diari audio di Louis Armstrong, il documentarista (e lui stesso musicista) Sacha Jenkins (Wu-Tang Clan: Of Mics and Men) rivisita la musica e rivaluta la politica del leggendario trombettista e cantante jazz. Attraverso gli anni, Louis Armstrong registrò meticolosamente se stesso sotto forma di diari audio, che rivelano aspetti insoliti della sua personalità, dimensioni originali e sconosciute dell’uomo di spettacolo pubblico, una delle figure più geniali dello scenario musicale internazionale. Un’incredibile serie di filmati d’archivio ci trasporta da New Orleans a New York al resto del mondo, sulla scena, per strada e a casa, tra amici, parenti e musicisti straordinari come Count Basie e Dizzy Gillespie. Prodotto da Brian Grazer e Ron Howard, un ritratto unico di un virtuoso del jazz, con una colonna sonora trascinante.

LYNCH / OZ
di Alexandre O. Philippe, Stati Uniti, 2022, 108’ | Doc |
Dopo gli apprezzatissimi film-saggio The People vs. George Lucas e 78/52 (sulla scena della doccia di Psycho), Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l’universo inquietante e fiabesco di David Lynch, ritrovando l’influenza del primo non solo dove è più evidente (Cuore selvaggio, Twin Peaks – Il ritorno), ma anche dove è più sottile e a volte profonda: da The Elephant Man a Mulholland Drive e Lost Highway. In sei capitoli, accompagnati da guide come John Waters, Rodney Asher (l’autore di Room 237), Karyn Kusama (Jennifer’s Body, Destroyer) e David Lowery (l’imminente Peter Pan & Wendy della Disney), Philippe ci conduce in un viaggio nell’immaginario americano tra i suoi sogni e le sue paure ricorrenti. E attinge, con una libertà mai concessa prima, ai film di Lynch, creando accostamenti illuminanti.

IL MALEDETTO
di Giulio Base, Italia, 2022, 112’
Cast: Nicola Nocella, Ileana D’Ambra, Gianni D’Addario, Andrea Sasso, Lucia Zotti, Samuele Carrino.
Michele Anacondia è un piccolo criminale ai margini della mafia pugliese, la cui moglie lo spinge a volere di più. Il loro unico figlio muore in un agguato e Michele con vendetta personale uccide mezza cosca rivale. Il boss apprezza il suo coraggio: da ‘picciotto’ lo promuove ‘sacrista’ e quando i nemici incendiano la sua residenza va a rifugiarsi proprio da Michele e dalla moglie, la quale sobilla il marito a far fuori il capo per prenderne il posto. Michele sgozza il padrino: atto bestiale che lo porta a sua volta al comando della ‘Sacra Corona’. La coppia si trasferisce in una villa imperiale da dove Michele prosegue il comando e dove erompe la sua dannazione: la sete di sangue non si placa e precipita nella follia. Quell’ascesa irresistibile porta a una caduta rovinosa.

NINO MIGLIORI. VIAGGIO INTORNO ALLA MIA STANZA
di Elisabetta Sgarbi, Italia, 2022, 42’| Doc |
Regista di film su artisti molto diversi, del presente (Ferroni, Stagnoli, Pericoli, Ghirri) e del passato (Grünewald, Botticelli, Romanino), Elisabetta Sgarbi cerca ogni volta il dispositivo più adatto per portare le opere d’arte sullo schermo. In questo caso si lascia “irretire” dalle fotografie di un maestro nato nel 1926, che è passato da una visione del quotidiano sottilmente surrealista a una dimensione di sperimentazione e astrazione. E il film, oltre che l’evocazione di un metodo e un trattato di tecniche patafisiche (polargramma, lucigramma), diventa anche il racconto di un inseguimento amoroso, tra Migliori e la sua compagna Marina Truant, che si svolge tutto in una stanza aperta dalla colonna sonora di Mirco Mariani.

LA PAZ DEL FUTURO
di Francesco Clerici, Luca Previtali, Italia, Regno Unito, 2022, 80’ | Doc |
La Paz del Futuro è un viaggio personale, politico e artistico, che segue la figura di Janet Pavone, muralista italo-americana che si è unita alla rivoluzione sandinista in Nicaragua negli anni ’80.Quasi 25 anni dopo il suo completamento, Janet è invitata a tornare in Nicaragua e insieme a Dan Hopewell a restaurare la loro opera più monumentale: il murale “la Paz del futuro” di Quiabù, nella base militare di Estelì. Attraverso un uso ampio di materiali d’archivio e nuovi filmati, il film dipinge un ritratto in movimento (nello spazio e nel tempo) di una donna che osserva ciò che resta di una serie di murales e di una rivoluzione, proponendo una riflessione sull’arte pubblica, la politica e il passare del tempo: uno sguardo dal futuro verso il passato, e viceversa.

ROMULUS II – LA GUERRA PER ROMA
di Matteo Rovere (ep. 1), Enrico Maria Artale (ep. 2), Italia, 2022, 2 episodi, 100’ | Serie |
Cast: Andrea Arcangeli, Francesco Di Napoli, Marianna Fontana, Valentina Bellè, Emanuele Di Stefano, Max Malatesta, Vanessa Scalera (ep. 2), Sergio Romano.
“Il falso re troverà la morte. Il vero re invece vivrà”: questa è la profezia (pronunciata in protolatino, com’era la lingua di Il primo re e della prima serie Romulus) che i fratelli Yemos e Wiros devono affrontare dopo aver fondato la loro città, Roma, che fa gola al re dei sabini, Tito Tazio. Riti stregati, agguati, battaglie, sacerdotesse, vecchie maledizioni e nuovi conflitti, in un crescendo emotivo e spettacolare che conduce alla scoperta dell’identità di Romulus. Matteo Rovere guida ancora l’ideazione, la sceneggiatura e la regia (di alcuni episodi) della visionaria epopea sulla fondazione di Roma, immersa nella magia, nella carne, nel dubbio. Con lui alla regia di altri episodi Enrico Maria Artale, Michele Alhaique e Francesca Mazzoleni.

SELF–PORTRAIT AS A COFFEE POT
di William Kentridge, Sudafrica, Stati Uniti, 2022, 3 episodi, 110’ | Serie | Doc |
Che fare durante il lockdown? Chiuso nel suo studio, dove nel corso dei decenni ha creato incisioni, sculture, film d’animazione, disegni, collage, riprendendo le opere nel loro divenire, disfarsi, correggersi, perfezionarsi, William Kentridge lavora. L’artista sudafricano si riprende mentre disegna e spesso contemporaneamente chiacchiera con un altro se stesso collocato nella stessa inquadratura, con l’aplomb impassibile di un esperto comedian, pantaloni scuri e camicia bianca. Così, la sua storia e il suo lavoro, l’infanzia a Johannesburg, i paesaggi, l’apartheid, il colonialismo diventano il centro di una serie in nove parti, dove il processo artistico viene costantemente passato al filtro di un’intelligente e caustica ironia.

SONO LILLO
di Eros Puglielli, Italia, 2022, 3 episodi, 84’ | Serie | Cast: Lillo Petrolo, Pietro Sermonti, Cristiano Caccamo, Sara Lazzaro, Camilla Filippi, Marco Marzocca, Maryna, Paolo Calabresi, Anna Bonaiuto.
A cosa serve essere Posaman? A salvarsi in una festa di camorristi se non si conoscono i testi dei neomelodici, per esempio. La miniserie di Eros Puglielli (che quest’anno ha diretto Greg e Lillo in Gli idoli delle donne) parte dal personaggio comico più clamoroso che si è visto dai tempi di Tafazzi, creato da Pasquale Petrolo/Lillo nel game-show Chi ride è fuori. E diventa uno state of the art della comicità italiana contemporanea, ambientato in una specie di mondo alternativo che vorrebbe essere Brooklyn ma più che altro sembra il Testaccio. Ospiti come Paolo Calabresi, Valerio Lundini, Emanuela Fanelli, Corrado Guzzanti e Maccio Capatonda intrecciano la mai defunta arte dell’improvvisazione con un gusto iperrealista che definire transmediale sarebbe poco.

SOUVENIR D’ITALIE
di Giorgio Verdelli, Italia, 2022, 94’ | Doc |
Seguendo lo swing, negli anni ‘50 e ‘60 compose canzoni come “Legata a uno scoglio”, “Rabarbaro Blues”, “Vecchia America” (per il Quartetto Cetra), “Una zebra a pois” (per Mina), “El can de Trieste” (in triestino), “Souvenir d’Italie”, forse il suo maggior successo, che sbarcò anche in America, incisa da Perry Como. Oltre che musicista, pianista e interprete delle proprie canzoni, fu direttore d’orchestra, attore (L’avventura di Antonioni, L’ombrellone di Risi) ed eccezionale conduttore radiofonico e televisivo, da Hit Parade a Studio Uno e Doppia coppia: Lelio Luttazzi, uno degli showman più eleganti e poliedrici apparsi sui nostri schermi, nato con lo smoking, con un’anima jazz e un umorismo affiliato e bonario. Dopo i ritratti di Ezio Bosso, Pino Daniele, Paolo Conte, Giorgio Verdelli ricostruisce la sua carriera, il clamoroso errore giudiziario che la interruppe bruscamente nel 1970 (a lui è ispirato Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy) e, soprattutto, lo charme e l’intelligenza con cui rinnovava la musica e lo spettacolo italiani.


GRAND PUBLIC

Sezione non competitiva dedicata al cinema per il grande pubblico, per un totale di 16 titoli.

IL COLIBRÌ (FILM DI APERTURA)
di Francesca Archibugi, Italia, Francia, 2022, 126′ Cast: Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Bérénice Bejo, Laura Morante, Sergio Albelli, Alessandro Tedeschi, Benedetta Porcaroli, Massimo Ceccherini, Fotiní Peluso, Francesco Centorame, Pietro Ragusa, Valeria Cavalli, Nanni Moretti.
Dal romanzo premio Strega 2020, 330.000 copie vendute in Italia, tradotto il 25 lingue. “Un unico flusso di avvenimenti su piani sfalsati”, ha detto Francesca Archibugi, che con la forza dei ricordi traduce in immagini la complessa e miracolosa struttura a incastro delle pagine di Sandro Veronesi: tra coincidenze, perdite, rimpianti, amori assoluti. Con un cast delle grandi occasioni (a partire da Pierfrancesco Favino nella parte di Marco Carrera), e che riserva però più di una sorpresa, da Nanni Moretti a Massimo Ceccherini. Un film che parla delle nostre illusioni e di ciò che paghiamo per continuare a crederci e che si chiude con una canzone inedita di Sergio Endrigo, interpretata da Marco Mengoni.
Il film sarà preceduto dalla proiezione del cortometraggio:
LUCIANO PAVAROTTI, LA STELLA di Gianluigi Toccafondo, Italia, 2022, 2’
Un nuovo cortometraggio del pittore, illustratore, regista e artista italiano Gianluigi Toccafondo, un omaggio poetico a Luciano Pavarotti, alla sua straordinaria capacità espressiva e alla sua dedizione nei confronti dei giovani artisti. Il corto nasce per un’occasione unica: le celebrazioni intorno alla posa della Stella dedicata a Luciano Pavarotti sulla Walk of Fame di Los Angeles.

AMSTERDAM
di David O. Russell, Stati Uniti, 2022, 134’ Cast: Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Alessandro Nivola, Andrea Riseborough, Anya Taylor-Joy, Chris Rock, Matthias Schoenaerts, Michael Shannon, Mike Myers, Taylor Swift, Zoe Saldaña, Rami Malek, Robert De Niro.
Tre amici, un medico, un’infermiera e un avvocato, sono testimoni di una morte, che da accidentale si rivela un omicidio. E i tre, da testimoni, si trasformano in sospettati. Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington s’immergono nell’atmosfera noir degli anni 30 costruita dall’eclettico direttore della fotografia Emmanuel Lubezki (collaboratore di Alfonso Cuarón, Terrence Malick, Tim Burton) e dalla regia (e sceneggiatura) di David O. Russell, gran tessitore di trame che s’intrecciano e si ribaltano e di apparenze che ingannano. Sullo sfondo, un vergognoso complotto della storia. Sullo schermo, un cast angloamericano eccezionale, che affianca ai protagonisti star come Robert De Niro, Andrea Riseborough, Zoe Saldana, Mike Meyer, Rami Malek, Chris Rock.

ASTOLFO
di Gianni Di Gregorio, Italia, 2021, 97’ Cast: Gianni Di Gregorio, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Alberto Testone, Mauro Lamantia, Agnese Nano, Simone Colombari, Andrea Cosentino, Biagio Forestieri, Mariagrazia Pompei, Francesca Ventura, Gigio Morra.
Astolfo, placido pensionato romano, viene sfrattato dal suo appartamento e decide di tornare a vivere nella casa di famiglia, un palazzotto un tempo nobiliare e oggi in sfacelo, in un paesino dell’Italia centrale. Trova un paio di stravaganti abusivi che vivono lì, un sindaco sgradevole e impiccione, un vecchio amico che si è arricchito. E, senza volerlo, senza cercarlo, trova anche l’amore: Stefania, una signora vedova che il figlio vorrebbe confinare al ruolo di nonna e che invece è piena di voglia di vivere. Tra un prete dispettoso, la luce tagliata, i coinquilini eccentrici e i giovani presuntuosi, Gianni Di Gregorio scrive (con Gianni Pettenello) e dirige con il consueto garbo e humour quasi una rivalsa sulle disavventure sentimentali di Gianni e le donne. Con un lui una solare Stefania Sandrelli.

BROS
di Nicholas Stoller, Stati Uniti, 2022, 115’ Cast: Billy Eichner, Luke Macfarlane, Guy Branum, Miss Lawrence, Ts, Dot-Marie Jones, Jim Rash, Eve Lindley, Monica Raymund, Guillermo Díaz, Jai Rodriguez, Amanda Bearse, Debra Messing, Bowen Yang, Harvey Fierstein.
Bobby Leiber, conduttore di un podcast gay, è stato incaricato di aprire il primo museo newyorkese sulla storia LGBTQ. È omosessuale, occhialuto, single, non crede alle lunghe relazioni, finché non si innamora di Aaron, un aitante giovanotto incontrato in un club. Parte da qui la prima romantic comedy gay prodotta da una major (Universal) con cast LGBTQ. Attrazioni, ripensamenti, rifiuti, ritorni di fiamma, come nei film di Norah Efron, come accade a Meg Ryan e Billy Cristal in Harry ti presento Sally. Sulla base della sceneggiatura scritta insieme al comedian Billy Eichner (Bobby), Nicholas Stoller mette a segno una satira irresistibile dei cliché romantici hollywoodiani. Mentre parallelamente procedono i preparativi per l’apertura del museo, tra ile riunioni di un variegato e litigioso consiglio direttivo queer.

BUTCHER’S CROSSING
di Gabe Polsky, Stati Uniti, 2022, 105’ Cast: Nicolas Cage, Fred Hechinger, Xander Berkeley, Rachel Keller, Jeremy Bobb, Paul Raci.
Go West, young man! Così lo scrittore ed editore Horace Greeley incitava i giovani americani all’espansione nell’Ovest. E Will, uscito dall’università, coglie l’invito e sulla strada incontra il suo mentore, il veterano cacciatore di bufali Miller. Nicolas Cage è il feroce maestro di vita di Fred Hechinger nell’oscura epopea western ambientata nel 1870, in una valle isolata delle Montagne Rocciose del Colorado, dove vivono migliaia di bufali la cui pelle vale oro. Adattato dal romanzo omonimo di John Williams (l’autore di Augustus e di Stoner, caso letterario mondiale), Butcher’s Crossing è un commento avvincente sulla natura umana, l’ossessione, la mascolinità e il rapporto dell’uomo con il suo ambiente naturale, un’avventura al contempo sublime e orribile, dove il confronto con l’oscura verità porta a una discesa nella follia.

ERA ORA
di Alessandro Aronadio, Italia, 2022, 109’ Cast: Edoardo Leo, Barbara Ronchi, Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz Degan, Massimo Vertmüller, Stella Trotta, Sofia Piacentini, Nina Bianchini Zoni, Noa Bianchini Zoni, Andrea Purgatori.
Prendendo spunto da Come se non ci fosse un domani/Long Story Short dell’australiano Josh Lawson, Aronadio lavora su un format di commedia e paradossi temporali che si può far risalire a Ricomincio da capo. Dante ha troppi impegni, è sempre in ritardo, ha l’impressione che la vita gli sfugga dalle mani. Ma a differenza di Bill Murray nel film di Harold Ramis, qui il protagonista non torna indietro nel tempo sempre allo stesso giorno (e ne approfitta), ma fa un salto in avanti di un anno – ed è l’unico a non sapere che cosa è successo nel frattempo. Grazie a un cast in gran forma (Edoardo Leo e Barbara Ronchi), Aronadio conduce la commedia verso orizzonti imprevedibili, mantenendo sempre alto il livello del divertimento.

THE LOST KING
di Stephen Frears, Regno Unito, 2022, 108’ Cast: Sally Hawkins, Steve Coogan, Harry Lloyd, Mark Addy.
Si apre con titoli di testa e una musica che ricordano quelli di Intrigo internazionale; e ha molto del thriller (come della commedia) l’avventura di Philippa Langley, piccolo borghese appassionata di storia, che nel 2012 riuscì a organizzare e finanziare con una sottoscrizione pubblica gli scavi per la ricerca dei resti di re Riccardo III, rinvenuti a Leicester sotto un parcheggio. Stephen Frears e Steve Coogan rinnovano il sodalizio di Philomena per raccontare uno di quegli episodi di eccentrica follia quotidiana che possono essere solo british, con Sally Hawkins che, dopo una serata a teatro, comincia a vedere sotto casa o in cucina il re in persona, si convince che non era quel sanguinario descritto da Shakespeare, che forse non era nemmeno gobbo, e comincia a cercare di rintracciare la sua tomba. Gli archeologi prima ridono, poi si accodano al progetto.

THE MENU
di Mark Mylod, Stati Uniti, 2022, 107’ Cast: Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy, Nicholas Hoult, Hong Chau, Janet McTeer, Judith Light, John Leguizamo.
“Non è uno chef. È uno storyteller”: il celebre Slowik, che considera la cucina un’arte concettuale e lavora con uno staff perfettamente addestrato nel suo ristorante esclusivo su una remota isoletta del Pacifico. Pochi, ricchi eletti sono ammessi ai suoi menu di cucina molecolare: “Noi raccogliamo; noi fermentiamo; noi congeliamo”. Laconico, soavemente elegante, inquietante, Ralph Fiennes riceve con sorniona ambiguità Ana-Taylor Joy, Nicholas Hoult, John Leguizamo e gli altri gli ospiti paganti della serata. Non sanno quello che li aspetta. Black comedy culinaria (a un passo dall’horror), diretta da Mark Mylod con un occhio alla commedia e uno al thriller (si è cimentato in entrambi, in Ali G e The Big White), riserva molte sorprese, agli spettatori come agli avventori.

MRS. HARRIS GOES TO PARIS | LA SIGNORA HARRIS VA A PARIGI
di Anthony Fabian, Regno Unito, Ungheria, 2022, 115’ Cast: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Lambert Wilson, Alba Baptista, Lucas Bravo, Ellen Thomas, Rose Williams, Jason Isaacs.
Un abito rosa che sembra una nuvola, fatto di trasparenze e gemme di fiori, un vaporoso Dior new look, appeso in casa della cliente dalla quale Ada Harris va a fare le pulizie. Il desiderio di un vestito come molla che cambia la vita: a metà degli anni 50, Ada riesce a mettere insieme il denaro necessario (anche grazie a una sorpresa “dall’altro mondo” del marito morto in guerra) e da Londra vola a Parigi, dritta alla Maison Dior. Dove incontra però la snobissima direttrice: Lesley Manville (habituée di Mike Leigh ma anche la principessa Margaret nelle stagioni 5 e 6 di The Crown) vs Isabelle Huppert, uno scontro epico. Ma Parigi riserva tante altre sorprese all’eroina nata nel romanzo del 1958 di Paul Gallico, tanto popolare da avere ispirato altre tre avventure letterarie, tre adattamenti televisivi e un musical.

L’OMBRA DI CARAVAGGIO
di Michele Placido, Italia, Francia, 2022, 120’ Cast: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah.
Al suo quattordicesimo film da regista, Michele Placido riprende un’idea che risale al 1968 quando, appena arrivato a Roma, frequentava l’Accademia d’arte drammatica. E per raccontare la vita di Michelangelo Merisi da una prospettiva inedita, inventa un personaggio, quello dell’Ombra (Louis Garrel): un investigatore che spia il pittore per conto di Paolo V e deve verificare la sua ortodossia. Il Caravaggio di Placido non è solo una rockstar ante litteram e un genio maledetto, ma anche un ribelle contro un potere che non può accettare la sua urgenza di verità. E il “vero” è quello che cerca il film, ricostruendo un passato sporco, lontano da una rappresentazione patinata, per restituire tutta la dimensione terrena umana, dolorosa e carnale – del pittore e del suo tempo. Una ricerca di autenticità evidente nella scelta delle locations, nelle ricostruzioni scenografiche, nei costumi e anche nelle tecniche sofisticate usate per riprodurre celebri quadri evitando sia l’approssimazione della copia sia la piattezza della fotografia.

IL PRINCIPE DI ROMA
di Edoardo Falcone, Italia, 2022, 92’ Cast: Marco Giallini, Giulia Bevilacqua, Filippo Timi, Sergio Rubini, Denise Tantucci, Antonio Bannò, Liliana Bottone, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti, Giuseppe Battiston.
Non facciamo paragoni con Il marchese del Grillo. E neanche con Il conte Tacchia. Anche se siamo nella Roma papalina del 1829 e il protagonista è uno dei più grandi mattatori del cinema contemporaneo: Marco Giallini. Edoardo Falcone ha dichiarato di amare molto il cinema di Luigi Magni, ma il vero, impensabile punto di partenza il film che ha scritto con Mario Martani e Paolo Costella, è il Canto di Natale di Charles Dickens. E a far cambiare le idee a questo Scrooge trasteverino sono niente meno che le ombre di Giordano Bruno (Filippo Timi), di papa Borgia (Giuseppe Battiston) e di Beatrice Cenci (Denise Tantucci). Riviste da un occhio che tiene contro dei sonetti del Belli e delle stampe di Bartolomeo Pinelli.

RAPINIAMO IL DUCE
di Renato De Maria, Italia, 2022, 98’ Cast: Pietro Castellitto, Matilda De Angelis, Tommaso Ragno, Isabella Ferrari, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi, Lorenzo De Moor, Luca Lo Destro, Filippo Timi.
Milano, aprile 1945. Siamo agli sgoccioli della Seconda Guerra Mondiale. La città è in macerie. Nel caos della guerra Isola è diventato il re del mercato nero, guidato da un’unica legge morale: la sopravvivenza. Yvonne è la sua fidanzata clandestina, cantante del Cabiria, l’unico locale notturno rimasto aperto in città. Ma anche Borsalino, gerarca fascista, torturatore spietato, è innamorato perdutamente di Yvonne e disposto a tutto pur di averla. Isola e i suoi intercettano una comunicazione cifrata e scoprono che Mussolini ha nascosto il suo immenso tesoro proprio a Milano – nella “Zona Nera” – in attesa di fuggire per la Svizzera, scampando alla cattura e alla forca. Isola non può lasciarsi sfuggire l’occasione della vita – il colpo più ambizioso della Storia – e decide perciò di mettere in atto un’impresa folle: rapinare il Duce.

RHEINGOLD
di Fatih Akın, Germania, Paesi Bassi, Marocco, Messico, 2022, 140’ Cast: Emilio Sakraya, Kardo Razzazi, Mona Pirzad, Arman Kashani, Hüsein Top, Sogol Faghani.
Nel 2010, in Iraq, tre uomini vengono scaricati da un camion, incarcerati e torturati brutalmente. Sono ricercati per aver rapinato un carico d’oro in Germania. Uno di loro, Xatar, ricorda, dall’infanzia da curdo ai confini con l’Iraq, l’arresto dei genitori musicisti, poi Parigi, Bonn, l’emarginazione, la passione per la musica, il rap, Londra, il traffico di droga, l’amore, l’idea del colpo che ti risolve la vita, la caccia. Ma la storia di Xatar non finisce qui. Fatih Akin scrive e dirige con tutta l’energia del giovane rapper, mescola generi, stili e suggestioni, attraversa due continenti, colora, smorza, rallenta, accelera. Tutto guidato dalla musica, da L’oro del Reno al rap (composto e registrato nelle maniere più impensabili e creative).

LA STRANEZZA
di Roberto Andò, Italia, 2022, 103’ Cast: Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma, Aurora Quattrocchi, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Filippo Luna, Tuccio Musumeci, Luigi Lo Cascio, Renato Carpentieri.
Come venne a Pirandello l’idea di “Sei personaggi in cerca d’autore?” Grazie anche a due becchini di Girgenti (che nel 1920 non si chiamava ancora Agrigento), che dimenticano il loro lavoro scrivendo e interpretando farse irresistibili con la loro scalcinata compagnia, e che il drammaturgo incontrò in Sicilia nel 1920. Un giorno, l’imprevisto sconvolge una loro rappresentazione, e Pirandello ne prende debitamente nota. Dopo Una storia senza nome, Andò continua a mescolare invenzione e storia, finzione e realtà, teatro e vita. Facendo interagire attori amatissimi dagli spettatori ma che finora non si sono mai incontrati: Toni Servillo nella parte di Pirandello, Ficarra e Picone in quelle di Onofrio e Sebastiano, al centro di un cast eccezionale.

WAR – LA GUERRA DESIDERATA
di Gianni Zanasi, Italia, Francia, 2022, 130’ Cast: Edoardo Leo, Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli, Stefano Fresi, Antonella Attili, Massimo Popolizio.
A causa di una rissa tra ragazzi sfociata in violenza, l’Italia è in guerra con la Spagna. A Roma, le vite dell’allevatore di vongole Edoardo Leo, della psicologa Miriam Leone, di suo fratello aviatore che ogni anno a Natale rivede Top Gun, del pacato barista Giuseppe Battiston, e di Stefano Fresi, Carlotta Natoli e gli altri, dagli affanni, i disagi e le gioie normali scivolano a poco a poco nella paranoia bellica. Come tutto ciò che li circonda: ecco armi, tute mimetiche, pattugliamenti, allerta. Consueto piglio surreale e attenzione al lato umano dei personaggi, Gianni Zanasi scrive e dirige una commedia romantica sullo sfondo di un mondo distopico che ha elementi e tracce fin troppo vicine alla nostra realtà quotidiana, dove le fisionomie più familiari cominciano a risultare inquietanti e gli umori collettivi minacciosi e instabili.

WHAT’S LOVE GOT TO DO WITH IT?
di Shekhar Kapur, Regno Unito, 2022, 109’ Cast: Lily James, Emma Thompson, Shazad Latif, Shabana Azmi, Sajal Aly, Oliver Chris, Asim Chaudhry, Jeff Mirza, Alice Orr-Ewing. Matrimonio d’amore o matrimonio combinato? Matrimonio interrazziale o matrimonio all’interno della propria etnia? Lily James e Shazad Latif (Spooks, Penny Dreadful, Star Trek: Discovery), vicini di casa nella Londra della buona borghesia multietnica e amici fin da bambini, battibeccano sul tema, tra la colorata famiglia di lui e la mamma eccentrica di lei (Emma Thompson). Finché tutti partono per il Pakistan, dove Lily riprenderà il matrimonio di Shadaz, “arrangiato” dalla sua famiglia. Abbandonati i drammi elisabettiani, Shekhar Kapur gioca con identità, credenze orientali, pregiudizi occidentali, amori inaspettati, ispirato dalla sceneggiatura di Jemima Kahn, celebrità british della moda, il giornalismo, la tv, l’attivismo politico e sociale. Risultato: un mix delle commedie di Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, I Love Radio Rock) e i musical indiani di Mira Nair.


PROIEZIONI SPECIALI

Sezione non competitiva per un totale di 11 titoli.

LES ANNEES SUPER-8 | THE SUPER 8 YEARS
di Annie Ernaux, David Ernaux-Briot, Francia, 2022, 60’ | Doc |
In un’opera familiare ma allo stesso tempo universale fatta di inedite immagini in movimento accompagnate da una suadente voce narrante, la nota scrittrice francese Annie Ernaux ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981, quando suo marito Philippe Ernaux comprò una cinepresa Super-8 per filmare la loro vita e quella dei loro due giovani figli. The Super Eight Years è un lavoro intimo, un assemblaggio cronologico realizzato da Annie e da uno dei figli, David Ernaux-Briot. Difatti, il continuo racconto di Annie Ernaux incapsula non solo il trascorrere del tempo della sua vita e della sua famiglia, ma anche quello di mezzo secolo di storia, intercettando gli affascinanti e tumultuosi cambiamenti in atto nella Francia e nel mondo di quegli anni.

A COOLER CLIMATE
di James Ivory, Giles Gardner, Regno Unito, 2022, 75’ | Doc |
James Ivory fruga tra i libri e gli scaffali della sua casa e ritrova le bobine di un documentario girato in Afghanistan durante un suo viaggio nel 1960. Virate e immalinconite dal tempo, le immagini di Bamiyan e Kabul si mescolano con quelle della sua infanzia nell’Oregon, sempre accompagnate dalla voce narrante dell’autore, che racconta le motivazioni, le scoperte e le conquiste di quel viaggio e che contemporaneamente legge, come fosse una fiaba iniziatica, pagine dell’autobiografia di Babur, il discendente di Tamerlano che nel 500 fondò la dinastia Moghul e dominò India e Afghanistan. E poi, a New York, nel 1961, ecco Ismail Merchant, compagno, produttore e socio di una vita, che gli fa leggere The Householder di Ruth Prawer Jhabvala, che diventerà il primo film della Merchant/Ivory. Un preludio alla vita, al cinema, le passioni culturali, gli umori, gli amori, tracciato con malinconico affetto, con la collaborazione del montatore Giles Gardner.

GOOD MORNING TEL AVIV
di Giovanna Gagliardo, Italia, 2022, 91’ | Doc |
Tel Aviv è la città che non dorme mai, la più laica e cosmopolita di tutto il Medio Oriente, capitale del gay pride e del business, della creatività e della finanza, dell’innovazione scientifica e del culto della tradizione, città-laboratorio, in perenne evoluzione. Strutturato come un racconto visivo che si snoda in 24 ore, il film prende avvio nelle notti della città, proseguendo nelle albe rigorose dove pulizia e decoro predispongono la città al tradizionale dinamismo quotidiano. Il racconto di una lunga giornata- tipo con numerose interviste, a partire dal sindaco di Tel Aviv, alla guida della città dal 1998. Ma anche incontri con grandi economisti, architetti, imprenditori, commercianti, filosofi, cineasti, artisti, scrittori. C’è, infine, la domanda delle domande: come sarà Tel Aviv, fra dieci o venti anni? Tutti concordi sul suo ruolo di unicum, forse difficile da capire, ma con molto da imparare, ascoltando i suoi abitanti.

KILL ME IF YOU CAN
di Alex Infascelli, Italia, 2022, 90’ | Doc |
Il 31 ottobre del 1969, un Marine diciannovenne pluridecorato in Vietnam dirotta un jet della Twa in partenza da Los Angeles per San Francisco. Vuole andare al Cairo, in Egitto. Si accontenta di Roma, Italia. Si chiama Raffele Minichiello, è emigrato bambino dall’Irpinia dopo il terremoto del 1962 ed è cittadino americano. Oggi, davanti alla macchina da presa di Alex Infascelli, racconta la sua vita, tra Italia e Stati Uniti (dove anni dopo ritornò a vivere), tra il dirottamento più lungo della storia e la popolarità mediatica che ne conseguì, tra una normale vita familiare e lavorativa (aprì una pompa di benzina a Roma) e qualche mistero sottostante. Un personaggio sereno, sorridente, quasi surreale, inquadrato dall’autore anche attraverso le testimoniane di membri dell’equipaggio e di passeggeri del volo e materiali di repertorio.

КОРДОН KORDON (CONFINE)
di Alice Tomassini, Italia, 2022, 67’ | Doc |
Alice Tomassini segue quattro donne ucraine, quattro volontarie, che fanno la spola tra il loro Paese e l’Ungheria, cercando di fare qualcosa per ridare speranza a un popolo sotto assedio. Quattro persone sugli oltre sette milioni di donne e bambini che sono fuggiti dalla guerra. E intanto si chiede che cosa significhi, nel mondo d’oggi, varcare una linea tanto invisibile quanto concreta come il confine tra due Stati. Riflette su tutto ciò che ci si lascia alle spalle. E mostra l’importanza del ruolo delle donne come operatrici di pace di fronte a un mondo impazzito.

ORA TOCCA A NOI – STORIA DI PIO LA TORRE
di Walter Veltroni, Italia, 2022, 102’ | Doc |
Quarant’anni fa, la mattina del 30 aprile 1982, Pio La Torre, politico, sindacalista, segretario regionale del Pci in Sicilia, fu assassinato insieme al suo amico e collaboratore Rosario Di Salvo mentre si recava in ufficio a Palermo. Mandanti, concluse il processo svoltosi quasi dieci anni dopo nell’aula del carcere dell’Ucciardone: i boss della Cupola di Cosa Nostra. Tre attori per interpretare La Torre nelle diverse fasi della vita, dall’infanzia al sostegno alle lotte dei braccianti all’ingresso nel Pci, e tante interviste a materiali di repertorio per il film tra realtà e ricostruzione con cui Walter Veltroni, insieme alla sceneggiatrice Monica Zappelli (da I cento passi a Nour), ricorda un uomo che si ostinava a voler cambiare il mondo e la sua terra. “Ora tocca a noi” è la frase che La Torre disse a Emanuela Macaluso pochi giorni prima di essere ucciso.

POLAŃSKI, HOROWITZ. HOMETOWN
di Mateusz Kudła, Anna Kokoszka-Romer, Polonia, 2021, 75’ | Doc |
Due uomini camminano, i grandi ombrelli sottobraccio, in una giornata di sole. Chiacchierano, ridono, vanno spediti attraverso Cracovia, che fu capitale della Polonia e che oggi, dice uno dei due, sembra Disneyland. 70.000 abitanti ebrei prima della Seconda guerra mondiale, poche centinaia oggi. I due uomini hanno i capelli grigi, gli abiti sportivi e, rispettivamente, 89 e 83 anni, ma sembrano ragazzini. Sono Roman Polanski e Ryszard Horowitz, un grande regista e un grande fotografo, che furono amici da ragazzi in quella città e poi separati dalla persecuzione nazista degli ebrei: Polanski nascosto in campagna dopo la deportazione dei genitori e Horowitz finito ad Auschwitz e salvato da Oskar Schindler. Riaffiorano i ricordi, attraverso foto di famiglia, materiali di repertorio scarni e intensi e, soprattutto, l’ininterrotto dialogo punteggiato di momenti ilari e surreali.

RITRATTO DI REGINA
di Fabrizio Ferri, Italia, 2022, 77’ | Doc |
Settant’anni di regno e di presenza pubblica attraverso i ritratti ufficiali di Elizabeth I: Fabrizio Ferri, rinomato fotografo (e scrittore, compositore, videomaker, imprenditore culturale) affronta il mistero della regina attraverso la sceneggiatura della scrittrice e giornalista Paola Calvetti (dal suo libro) e le parole e soprattutto le immagini dei grandi della fotografia che si sono trovati faccia a faccia, in studio, nei palazzi reali o all’aperto, con The Queen, la donna più fotografata del mondo. Cosa ha significato fotografarla e quale elemento, segno, idea hanno voluto catturare con i loro scatti: lo raccontano i protagonisti, uno dopo l’altro, davanti alla macchina da presa; e ogni tanto appare, incastonato in uno sfondo nero, Charles Dance che legge le parole dei fotografi di corte leggendari e scomparsi: Bryan Adams, Anthony Armstrong-Jones, Yousuf Karsh e l’inimitabile diario di Cecil Beaton. Una signora stretta tra regalità e humour, come ci racconta Julian Calder, che la portò, con ermellino e corona, in mezzo ai prati di Balmoral.

RULES OF WAR
di Guido Hendrikx, Paesi Bassi, 2022, 53’ | Doc |
Un’impostazione documentaristica semplice e coincisa ci conduce a confrontarci con un film da tematiche complesse eppure quanto mai attuali: un delegato della Croce Rossa e un gruppo di soldati sudanesi si scontrano sulla loro visione della guerra e del conflitto. Rules of War, il nuovo film di Guido Hendrikx, ci porta in un Paese devastato dalla guerra, seguendo il delegato della Croce Rossa ed ex soldato Albert Schoneveld, che viaggia nelle zone di conflitto del mondo per insegnare ai soldati incalliti le regole della guerra giusta. In un allestimento minimalista che permette di far emergere con chiarezza le complessità e i contrasti degli scambi tra i partecipanti, Hendrikx ragiona sulle guerre e le sue regole, cercando di affrontare la questione sulla volontà delle parti di accettarle e seguirle.

UMBERTO ECO – LA BIBLIOTECA DEL MONDO
di Davide Ferrario, Italia, 2022, 80’ | Doc |
Stanze, corridoi, saloni tappezzati di libri, tra i quali si aggira un amante, collezionista e soprattutto lettore di libri: Umberto Eco nella sua biblioteca privata. Più di 30.000 volumi contemporanei e più di 1.500 libri rari e antichi. Libri grandi, importanti, fondamentali, ma anche curiosi, eccentrici, in qualche maniera magici, cabalistici, stregati. Eco era un divoratore di tutto, compresa la narrativa, nella quale sosteneva non si sarebbe mai cimentato, fino al fatidico 1980 di Il nome della rosa (best seller tradotto in 47 lingue e vincitore del Premio Strega). Davide Ferrario, che aveva collaborato con Eco nel 2017 per un’installazione sul tema della memoria al padiglione Italia della Biennale di Venezia, ricostruisce il rapporto del “Professore” con i libri, con la collaborazione di famigliari e amici, ma soprattutto facendo parlare il protagonista, caustico, pungente, profondo: “L’insieme delle biblioteche è l’insieme della memoria dell’umanità. Senza memoria non si progetta nessun futuro”.

VIA ARGINE 310
di Gianfranco Pannone, Italia, 2022, 70’ | Doc |
2021: 426 operai in cassaintegrazione della multinazionale di elettrodomestici Whirlpool di Napoli rischiano di essere licenziati e lottano per il loro posto. Questa, infatti, è la storia di una fabbrica che potrebbe scomparire entro l’anno, di un nucleo agguerrito di operai specializzati sull’orlo del licenziamento e anche di un personaggio del nostro cinema che non ha dimenticato le proprie origini proletarie. L’attore e regista Alessandro Siani, figlio di operai campani, solidarizza con i cassaintegrati fermandosi davanti ai cancelli di Via Argine 310, al presidio, scambiando con loro opinioni, battute, storie di vita intorno al fuoco che riscalda le ancora fresche giornate di tarda primavera. E partendo da quel fuoco simbolico, prendono vita le vicende di alcuni operai, ciascuno di loro intervistato sulla propria vicenda personale e “pedinato” durante le giornate passate al presidio.


BEST OF 2022

Sezione non competitiva composta da 11 film provenienti da altri festival internazionali, considerati tra i migliori della stagione.

ALL THAT BREATHES
di Shaunak Sen, India, Stati Uniti, Regno Unito, 2022, 94’ | Doc |
Il nibbio è un uccello bellissimo, elegante, intelligente, con un ruolo essenziale nell’ecosistema della città, capace di adattarsi al devastante inquinamento urbano. Ma ogni tanto paga le conseguenze del disastro ambientale. Per decenni, i fratelli Mohammad Saud e Nadeem Shehzad, veterinari autodidatti che credono nell’interconnessione tra la vita umana e quella animale, si sono occupati della cura degli uccelli. Un documentario ipnotico, toccante, con il quale il regista Shaunak Sen, residente a Nuova Delhi, si immerge con Saud e Shehzad nella loro lotta per il cambiamento, che si trasforma in una diagnosi di una città in subbuglio. Vincitore del Gran Premio della Giuria per il miglior documentario al Sundance 2022 e poi dell’OEil d’or per il miglior documentario a Cannes.

LES AMANDIERS
di Valeria Bruni Tedeschi, Francia, 2022, 126’ Cast: Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot, Clara Bretheau, Noham Edje, Vassili Schneider, Sarah Henochsberg, Eva Danino, Liv Henneguier, Baptiste Carrion-Weiss, Alexia Chardard, Léna Garrel, Oscar Lesage, Suzanne Lindon.
Il sesto lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi mescola armoniosamente, senza soluzione di continuità, il teatro della vita con la fisicità e creatività della pratica teatrale. Bruni Tedeschi affronta i suoi ricordi personali e ripercorre i suoi inizi come attrice, negli anni ‘80, nella scuola di teatro Amandiers di Nanterre, una struttura moderna e sperimentale creata da Patrice Chéreau (Louis Garrel) e Pierre Romans (Micha Lescot). Aperto da un casting variegato e irriverente che deve stabilire chi saranno i giovani attori ammessi a far parte della scuola e a essere addestrati dal leggendario regista, Les Amandiers racconta l’energia e le delusioni di un gruppo di amici, dalle prove di Platonov di Čechov a una trasferta a New York per imparare dall’Actors’ Studio di Strasberg, dalle feste ai pianti, il sesso, gli amori, i drammi, il panico. Il teatro.

AS BESTAS
di Rodrigo Sorogoyen, Spagna, Francia, 2022, 137’ Cast: Luis Zahera, Marina Fois, Diego Anido, Denis Menochet.
Francese, spagnolo e galiziano litigano, urlano e si combattono nella colonna sonora del nuovo film di Rodrigo Sorogoyen, autore feroce e umanissimo, spigoloso e coinvolgente. Una coppia di coniugi francesi si è trasferita nella campagna della Galizia per praticare agricoltura ecoresponsabile e aprire un agriturismo. I locali, soprattutto i nerboruti fratelli della fattoria confinante, non li amano, e quando i francesi votano contro l’installazione di pale eoliche, scoppiano le ostilità. In stile Sorogoyen: rare esplosioni, ma una tensione che continua ad accumularsi; minacce suggerite da sguardi e posture aggressive, dai dialoghi calibrati di una sceneggiatura perfetta; tutte le frustrazioni represse che piano piano salgono in superficie fino a esplodere in violenza. Gli altri: il male, i nemici. Oscuro come Che dio ci perdoni, teso come Il regno.

CORSAGE
di Marie Kreutzer, Austria, Lussemburgo, Germania, Francia, 2022, 112’ Cast: Vicky Krieps, Florian Teichtmeister, Katharina Lorenz, Colin Morgan, Jeanne Werner, Alma Hasun, Manuel Rubey, Finnegan Oldfield.
Un valzer contemporaneo di grande impatto visivo attraverso la vita della stravagante imperatrice Elisabetta d’Austria, la cui bellezza ed eleganza sono al centro del nuovo film della regista austriaca Marie Kreutzer. L’imperatrice asburgica Elisabetta ‘Sissi’ d’Austria nel 1877 sta per compiere quarant’anni, che a quell’epoca per una donna segnavano l’inizio della fine. E Sissi si agita, si arrabbia, stupisce la corte. Stretta sempre, appunto, nel rigido corsetto che imprigionava la femminilità. Interpretato da Vicky Krieps (Il filo nascosto, Sull’isola di Bergman, Old), accompagnato da una colonna sonora contemporanea e dissonante, uno studio sulla rabbia e fragilità di un’immagine storica tanto austera quanto misteriosa, tanto ribelle quanto gloriosa. Premio come migliore attrice a Vicky Krieps al Certain Regard di Cannes 2022.

COUPEZ! | CUT! ZOMBI CONTRO ZOMBI
di Michel Hazanavicius, Francia, Giappone, 2021, 112’ Cast: Romain Duris, Bérénice Bejo, Grégory Gadebois, Finnegan Oldfield, Matilda Lutz, Sébastien Chassagne, Raphaël Quenard.
Una troupe sta girando un film di zombie a bassissimo budget, uno Z movie: location fatiscente tipo hotel abbandonato, coloracci giallo-rossastri, un unico piano sequenza con macchina a mano. Buona alla prima, senza possibilità di ripetizioni. E, com’è ovvio, a un certo punto arrivano gli zombie veri e affamati. Stop. Titoli di coda. E una successione di flashback rivela le ragioni di alcune bizzarre incongruenze: perché, per esempio, Romain Duris, Bérénice Bejo e Matilda Luz hanno nomi giapponesi? Perché a volte la macchina da presa sembra fare esercizio di cinema sperimentale? Hazanavicius, nella sua vena parodistica e pop, fa un remake letterale di Zombie contro zombie, cult movie di diploma di Ueda Shinichiro del 2018, aggiungendo alla follia dell’originale surreali ingorghi franco-giapponesi e una strizzata d’occhio alle casualità delle invenzioni cinematografiche.

L’ENVOL | LE VELE SCARLATTE
di Pietro Marcello, Francia, Italia, Germania, 2022, 99’ Cast: Juliette Jouan, Raphaël Thiery, Noémie Lvovsky, Louis Garrel, Yolande Moreau.
Un giorno arriveranno dal fiume delle vele scarlatte che ti porteranno lontano da qui: è questa la profezia della maga alla giovane Juliette, ragazza intelligente e indipendente, orfana di madre e cresciuta da una volitiva vicina di casa e da un padre reduce dalla Prima guerra mondiale. Ambientato negli anni ‘20 del ‘900 in un villaggio del nord della Francia e liberamente ispirato al romanzo del 1923 “Le Vele Scarlatte” dello scrittore russo Aleksandr Grin, il nuovo film di Pietro Marcello si muove tra le suggestioni del nazional-popolare e un’assoluta modernità di linguaggio, tra la burbera grandezza di Raphaël Thiery (che pare Michel Simon uscito da L’Atalante) e l’originale utilizzo del materiale d’archivio (quasi un fattore identitario del cinema di Marcello). Film d’apertura della Quinzaine des Realisateurs di Cannes 2022, un romanzo storico con l’anima e lo sguardo immersi nostro presente.

L’INNOCENT
di Louis Garrel, Francia, 2022, 99’ Cast: Roschdy Zem, Anouk Grinberg, Louis Garrel, Noémie Merlant.
Louis Garrel da sempre affascina e diverte con la sua leggerezza e il suo camaleontico estro, senza farci dimenticare come riesca spesso a restituire personaggi che hanno profonde risonanze anche su un piano di vita reale e personale. Non fa eccezione L’Innocent, un thriller romantico, commovente e gioioso, che contrappone vari temi, oscillando tra la commedia romantica e il film d’azione. Come nei suoi tre lavori precedenti, l’attore-regista attinge alla propria storia di vita per raccontare quella di Abel, che si oppone al matrimonio della madre Sylvie con un detenuto. Un’avventura spensierata che vanta un cast di prim’ordine che va da Roschdy Zem, nei panni del romantico galeotto, ad Anouk Grinberg e Noémie Merlant.

KLONDIKE
di Maryna Er Gorbach, Ucraina, Turchia, 2022, 100’ Cast: Oxana Cherkashyna, Sergey Shadrin, Oleg Scherbina, Oleg Shevchuk, Artur Aramyan, Evgenij Efremov.
Tra i film che sono arrivati quest’anno dall’Ucraina, quello di Maryna Er Gorbach si situa in un momento e in un luogo molto particolare: una piccola fattoria nel Donbass, al confine con la Russia, nel luglio 2014. Il marito, per pavidità e interesse, è servile verso gli invasori, mentre la moglie incinta si ostina a resistere, anche dopo che i russi, “per sbaglio”, hanno distrutto una parte della loro casa e abbattuto un jet della Malaysia Airlines. Piccole e grandi tragedie. La progressione verso il peggio è osservata con occhio lucido e spassionato, amaramente ironico, e con un grande controllo formale, come prova il premio per la regia al Sundance Festival. Il finale è di quelli che non si dimenticano, al tempo stesso sconvolgente e con un barlume di speranza.

RABIYE KURNAZ GEGEN GEORGE W. BUSH | MAMMA CONTRO G. W. BUSH
di Andreas Dresen, Germania, Francia, 2022, 119’ Cast: Meltem Kaptan, Alexander Scheer, Charly Hübner, Nazmi Kirik, Abdullah Emre Öztürk, Şafak Şengül.
Rabiye Kurnaz, amorevole madre e casalinga di Brema, è disperata: suo figlio, Murat, è stato rinchiuso a Guantanamo. Si rivolge alla polizia, contatta le autorità ma non può niente di fronte alla loro impotenza. Poi conosce Bernhard Docke, avvocato per i diritti umani: l’uomo, riservato e pacato, e l’agguerrita donna di origini turche decidono di lottare insieme per il rilascio di Murat. Procederanno, fianco a fianco, fino alla Corte Suprema, per intentare un’azione legale contro George W. Bush. Bernhard si prende cura di lei, Rabiye lo fa ridere, con il cuore e con l’anima. Alla fine, contro ogni probabilità, accade qualcosa di veramente straordinario. Due premi al Festival di Berlino: a Laila Stieler per la Miglior Sceneggiatura e a Meltem Kaptan, Miglior Attrice.

TRIANGLE OF SADNESS
di Ruben Östlund, Svezia, Germania, Francia, Regno Unito, 2022, 142’ Cast: Harris Dickinson, Charlbi Dean, Woody Harrelson, Vicki Berlin, Henrik Dorsin, Zlatko Burić, Jean-Christophe Folly, Iris Berben, Dolly De Leon, Sunnyi Melles, Amanda Walker, Oliver Ford Davies, Arvin Kananian, Carolina Gynning, Ralph Schicha.
Un modello e una modella, belli, giovani, eleganti, fidanzati, conflittuali e parecchio litigiosi. Una crociera sul Mediterraneo, alla quale la coppia partecipa insieme a miliardari, oligarchi, imprenditori. Una brutta tempesta. I superstiti del naufragio su una spiaggia deserta. Sono i tre momenti nei quali si articola il film vincitore della Palma d’oro di Cannes 2022, uno scatenato collage grottesco, sulla falsariga dei film precedenti di Östlund, Forza maggiore e The Square (altra Palma d’oro). Alto e basso, saloni da crociera e cucine, risate e sberleffi, bianchi, neri e asiatici, capitalismo e marxismo, lotta di classe in salsa sessual-surreale. Corale e spudorato, con dialoghi brillantissimi e un Woody Harrelson in stato di grazia, soprattutto nei dibattiti alcolici con il ricco passeggero russo.

WALAD MIN AL JANNA | BOY FROM HEAVEN
di Tarik Saleh, Svezia, Francia, Finlandia, Danimarca, 2022, 126’ Cast: Tawfeek Barhom, Fares Fares, Yunud Albayrak.
Lo scrittore e regista Tarik Saleh, con il suo film del 2017, The Nile Hilton Incident, si è fatto conoscere come un autore che usa abilmente il genere per esplorare l’intricato stato politico, morale e psicologico dell’Egitto dei giorni nostri. Questa volta si concentra sui legami contorti tra religione e politica, ambientando i suoi intrighi all’interno della moschea e dell’università Al-Azhar del Cairo, una delle principali istituzioni mondiali di insegnamento dell’Islam sunnita e per molti secoli una componente importante della società egiziana. Film di formazione, che segue un giovane e promettente studioso musulmano, Adam, mentre si fa strada con una borsa di studio dal suo villaggio di pescatori alla prestigiosa scuola, ma anche un abile intreccio spionistico, un intrigo memore di Le Carré, dove tutti devono imparare le regole del gioco.


STORIA DEL CINEMA

Sezione non competitiva dedicata agli omaggi, ai film in versione restaurata e all’approfondimento della storia del cinema italiano e internazionale con 23 titoli.

TRENI
Il cinema è l’arte del movimento e cinema e treni sono le due invenzioni che hanno sconvolto il XIX secolo e rivoluzionato la storia dell’uomo. Non casualmente i pittori impressionisti hanno sperimentato la loro nuova lingua nelle allora nuove stazioni parigine, inseguendo il movimento delle locomotive e del fumo che da essere fuoriusciva. Non casualmente il film più famoso dei fratelli Lumière, non il primo ma quello che in qualche modo rappresenta la loro invenzione, è L’Arrivée d’un train à La Ciotat. Per questo, in occasione della mostra “La memoria delle stazioni”, realizzata da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con Fondazione FS Italiane e curata dalla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia, abbiamo immaginato due Blob, in apertura e chiusura della Festa: apriremo con una raccolta (della stessa durata dei programmi Lumière, ossia trenta minuti) delle più iconiche scene di “arrivi” della storia del cinema, e chiuderemo con le più famose “partenze”. Forse potete immaginare con quale scena apriremo e con quale chiuderemo…

OMAGGIO A JAMES IVORY, PREMIO ALLA CARRIERA 2022

MAURICE
di James Ivory, Regno Unito, 1987, 140’ | Versione restaurata Cast: James Wilby, Hugh Grant, Rupert Graves, Ben Kingsley, Denholm Elliott, Simon Callow.

Retrospettiva Ms. Woodward and Mr. Newman
MR. & MRS. BRIDGE
di James Ivory, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, 1990, 126’ Cast: Paul Newman, Joanne Woodward, Blythe Danner, Simon Callow, Kyra Sedgwick, Robert Sean Leonard.

THE REMAINS OF THE DAY | QUEL CHE RESTA DEL GIORNO di James Ivory, Stati Uniti, Regno Unito, 1993, 134’ Cast: Anthony Hopkins, Emma Thompson, James Fox, Christopher Reeve, Peter Vaughan, Hugh Grant.

A ROOM WITH A VIEW | CAMERA CON VISTA
di James Ivory, Regno Unito, 1985, 117’ Cast: Helena Bonham Carter, Maggie Smith, Julian Sands, Daniel Day-Lewis, Judi Dench, Simon Callow.

OMAGGIO A MARISA PAREDES Giurata del Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia

TACONES LEJANOS | TACCHI A SPILLO
di Pedro Almodovar, Spagna, Francia, 1991, 112’ Cast: Victoria Abril, Marisa Paredes, Miguel Bosé, Ana Lizaran, Mayra O’Wisiedo, Cristina Marcos, Miriam Díaz Aroca.
Versione restaurata da TF1. Per gentile concessione di Cecchi Gori Entertainment

OMAGGIO A JEAN-LUC GODARD

Scelto e presentato da Michel Hazanavicius
UNE FEMME MARIÉE | UNA DONNA SPOSATA
di Jean-Luc Godard, Francia, 1964, 95’ Cast: Bernard Noël, Macha Méril, Philippe Leroy, Christophe Bourseiller, Roger Leenhardt.
Restauro: Gaumont

RESTAURI

L’ANATRA ALL’ARANCIA
di Luciano Salce, Italia, 1975, 105’ Cast: Ugo Tognazzi, Monica Vitti, Barbara Bouchet, John Richardson.
Restauro: Infinity+

A NOI!
di Umberto Paradisi, Italia, 1922, 55’ | Doc |
Restauro: Archivio Luce

AMORI DI MEZZO SECOLO – EP. 3 “DOPOGUERRA 1920”
di Mario Chiari, Italia, 1954, 15’
Copia proveniente da: CSC-Cineteca Nazionale. Per gentile concessione di Minerva Pictures.
Presentato da Ruben Östlund e Ricky Tognazzi

LA GRANDE BOUFFE | LA GRANDE ABBUFFATA
di Marco Ferreri, Francia, Italia, 1973, 130’ Cast: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Andréa Ferréol, Monique Chaumette.
Restauro: Cineteca di Bologna e Cité Films. Per gentile concessione di Myra Films

Presentato da Gianni Amelio
IL LADRO DI BAMBINI
di Gianni Amelio, Italia, Francia, 1992, 134’ | Cast: Enrico Lo Verso, Valentina Scalici, Giuseppe Ieracitano, Renato Carpentieri, Florence Darel, Marina Golovine.
Restauro promosso da Giovanni Saulini per Red Post Production. Realizzato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata con la supervisione di Gianni Amelio.

Presentato da Christian De Sica
LA PORTA DEL CIELO
di Vittorio De Sica, Italia, 1945’, 88’ | Cast: Marina Berti, Elettra Druscovich, Giuseppe Forcina, Massimo Girotti, Giovanni Grasso, Roldano Lupi.
Restauro realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Associazione Officina Cultura e Territorio, in collaborazione con Azione Cattolica Italiana, nei laboratori di Cinecittà, ed è stato promosso da Centro Internazionale di Ricerca CAST – Catholicism and Audiovisual Studies di UniNettuno con il supporto dell’ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI.

DOCUMENTARI

In occasione della proiezione de La porta del cielo sarà presentato:
ARGENTO PURO
di Matteo Ceccarelli, Italia, 2022, 42’ | Doc |
Nel 1944, durante l’occupazione di Roma, viene girato il film di Vittorio De Sica La porta del cielo. Da quel momento inizia un viaggio che arriva fino a noi. Un viaggio fatto di difficoltà ma anche di speranza. Un viaggio che dura decine di anni, portandosi dietro ancora oggi tutta la profondità dei personaggi. Il film, o almeno i negativi originali, composti di nitrato d’argento infiammabile, sono scomparsi, poi un positivo d’epoca viene ritrovato e da qui inizia il recupero di questo film con il suo restauro. È questo il meccanismo che ha innescato la volontà di raccontare la storia produttiva del film e il suo restauro che gli dona nuova vita. Il documentario, attraverso un narratore onnisciente seduto su un vecchio cinema di provincia, ci porta tra le vite delle persone che oggi lavorano al restauro del film. Quello che sembra un documento visivo perduto diventa portatore di una memoria universale. Si alternano studiosi di storia del cinema, archivisti, gli stessi restauratori e la testimonianza di Christian De Sica, che racconta cosa si narrava del film in famiglia. Vittorio De Sica e Cesare Zavattini, alle prese con questo film che non volevano fare, ma che aprì le porte ad un altro viaggio fondamentale nella cinematografia italiana e mondiale, quelle del Neorealismo.

C’ERA UNA VOLTA IL CINEMA AZZURRO SCIPIONI
di Lorenzo Negri, Italia, 2022, 95’ | Doc |
Quarant’anni di Cinema Azzurro Scipioni in 120 minuti. Un cast di grandi registi, attori e compositori a confronto col pubblico della storica sala fondata da Silvano Agosti. Vita, crisi e morte annunciata di un cinema con le poltrone d’aereo, dagli anni ‘80 alla chiusura imposta dal Covid-19, fino al trasloco degli interni dell’Azzurro Scipioni nella sala museale della Cineteca Lucana. Una corsa avanti e indietro nel tempo che rievoca il realismo magico del mondo di Silvano Agosti. Infine il salvataggio ad opera di BNL BNP Paribas, che progetta il rilancio del Nuovo Cinema Azzurro Scipioni.

CLAUDIA
di Franck Saint-Cast, Francia, 2022, 75’ | Doc |
Nel 1961, Alberto Moravia realizza un’intervista a Claudia Cardinale per il periodico americano Esquire. Tempo presente. Nell’intimità di uno studio di registrazione, due attori, Pauline e Albert, rimettono in scena l’intervista. È un’intervista su commissione, ma Moravia vuole farla a modo suo. Visto che l’obiettivo è quello di realizzare un ritratto della Cardinale, Moravia la tratterà “come un oggetto nello spazio”, ne scriverà “una carta d’identità dettagliata”: circonferenza della vita, forma del ginocchio, espressione della bocca. Lo scrittore fa mille e mille domande, ed è rispondendo spontaneamente che Claudia scivola a poco a poco con lui nelle riflessioni sulla bellezza, il sonno, il tempo, i sogni e la morte. Il regista mette in scena una delle più famose interviste della storia del cinema con un colpo a sorpresa, l’apparizione della vera Claudia Cardinale.

L’ESTATE DI JOE, LIZ E RICHARD
di Sergio Naitza, Italia, 2022, 86’ | Doc |
Era l’agosto del 1967 quando una produzione all stars – protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton, regia di Joseph Losey, sceneggiatura di Tennessee Williams, musica di John Barry, il commediografo Nöel Coward fra gli interpreti – si insediava in un angolo incontaminato della Sardegna, vicino ad Alghero, per dare inizio alle riprese di Boom (uscito in Italia con il titolo La scogliera dei desideri). Perché un film prodotto con budget altissimo per l’epoca, sotto l’ombrello dello Studio Universal, e che aveva tutte le carte in regola per diventare un successo internazionale, fu invece uno storico flop al botteghino? La risposta è nei piccoli e grandi dettagli inediti che emergono dall’intrigante ritorno su quel set, nella scogliera di Capo Caccia, ritrovando le tessere di un puzzle complesso e sorprendente: le memorie e gli aneddoti dei protagonisti superstiti, intrecciate ai ricordi della gente del posto che fu coinvolta nella lavorazione del film; le potenti suggestioni di una location selvaggia e unica, dove venne costruita e poi distrutta una incredibile villa a strapiombo sul mare e che per tre mesi ospitò la coppia di divi più acclamata del pianeta; il racconto di un originale incontro artistico e l’atmosfera dei turbolenti e creativi anni Sessanta.

I MAGNIFICI 4 DELLA RISATA
di Mario Canale, Italia, 2022, 90’ | Doc |
Nella storia della comicità del cinema italiano c’è un prima e un dopo. E loro sono lo spartiacque. I magnifici 4 della risata ricostruisce, attraverso gags, backstage e interviste, quella stagione del nostro cinema e i meccanismi di quella comicità che decretò l’enorme successo di Roberto Benigni, Francesco Nuti, Massimo Troisi, e Carlo Verdone. In un momento in cui le operazioni nostalgiche, specialmente di omaggio agli anni ‘80 americani, sono i maggiori successi delle piattaforme di streaming, I magnifici 4 della risata intende analizzare un fenomeno tutto italiano, che ha cambiato per sempre il nostro approccio alla commedia, che ha rivoluzionato il mercato dei film, e che ha modificato il nostro modo di ridere. Non si tratta di un mero omaggio a quattro grandi autori comici: il documentario, raccontando la loro storia, ci fa scoprire non solo come abbiano segnato una svolta nel mercato cinematografico della commedia italiana ma ci rivela anche i meccanismi propri della risata.

PASOLINI, CRONOLOGIA DI UN OMICIDIO POLITICO
di Paolo Angelini, Italia, 2022, 120’ | Doc |
Un film inchiesta, “itinerario istruttorio” dal 1960 al 1975, nella vicenda di Pasolini vivo, alla ricerca della verità politica del suo omicidio. Una morte violenta nel mondo della prostituzione omosessuale. E la “verità” viene scritta definitivamente nero su bianco. Ma che fine hanno fatto le testimonianze degli abitanti dell’Idroscalo? Attraverso testimonianze e materiale d’archivio visivo, nel documentario viene ricostruita la vera vicenda dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini.

IL SOGNO DI UNA COSA di Leonardo Ferrari Carissimi, Italia, 2021, 46’ | Doc |
Qualcuno sostiene che Pier Paolo Pasolini sia stato ammazzato da un ragazzetto di borgata a seguito di un rapporto omoerotico finito male. Altri sostengono che sia stato fatto fuori dalla politica perché era un personaggio troppo scomodo. C’è poi un pittore, suo fraterno amico, che è invece stato convinto che lo scrittore si sia immolato alla sua volontà di aderire a un ponderato e lucido progetto mortifero, in cui la morte è da intendersi come ultimo capolavoro, finale rappresentazione di un’esistenza artistica senza precedenti. Dopo la morte del poeta, egli ha fatto dell’elaborazione e della ricerca di prove corroboranti la sua teoria, un’ossessione che lo ha animato fino alla fine dei suoi giorni. Questo pittore si chiama Giuseppe Zigaina e a lui è dedicato questo cortometraggio.

STENO
di Raffaele Rago, Italia, 2022, 75’ | Doc |
Ha scritto oltre cento sceneggiature e girato settantacinque film in quarantotto anni di carriera. Stefano Vanzina, in arte Steno, è stato uno dei registi più prolifici del cinema italiano. Il figlio Enrico, insieme a molti che lo hanno conosciuto e ci hanno lavorato, regalano il ritratto affettuoso e commovente di un talento straordinario.

I VESTITI DEI SOGNI di Luan Amelio, Italia, 2022, 20’ | Doc |
Nel 2015 Cineteca di Bologna e il Comune di Roma organizzarono a Palazzo Braschi una grande mostra dedicata a cento anni di costumi cinematografici italiani. Si cominciava con i costumi per Francesca Bertini e Lyda Borelli fino ad arrivare alla giacca di Gep Gambardella per La grande bellezza, dalle creazioni di Tirelli Costumi, Annamode, Farani alle più recenti invenzioni di Danilo Donati, Gabriella Pescucci e Massimo Cantini Parrini. Fu una mostra magica e a verificare l’allestimento ricevemmo la visita di Piero Tosi e Milena Canonero. Luan Amelio, oggi affermato direttore della fotografia, curò un back-stage che sarebbe dovuto servire come documentazione di servizio. Visto oggi è un bellissimo omaggio alla grande tradizione del costume cinematografico italiano e a Piero Tosi che ci ha lasciato.

VIRNA LISI – LA DONNA CHE RINUNCIÒ A HOLLYWOOD
di Fabrizio Corallo, Italia, 2022, 82’ | Doc |
Un viaggio sentimentale nella vita e nella carriera di Virna Lisi, l’affascinante attrice marchigiana scomparsa nel 2014 dopo aver recitato per 50 anni in cinema, teatro e fiction tv, attraverso brani d’archivio e interviste inedite su un’esistenza dedicata alla famiglia. Per tornare da marito e figlio abbandonò Hollywood dopo tre film americani di successo ma continuò ad interpretare in Italia e all’estero opere d’autore e di genere in grado di esaltarne il talento multiforme oltre al fascino.

RETROSPETTIVA

MS. WOODWARD AND MR. NEWMAN
Paul Newman e Joanne Woodward, la coppia di divi più romantica del cinema moderno americano, insieme nella vita e sullo schermo, sono protagonisti di una retrospettiva di 15 film dal titolo “Ms. Woodward and Mr. Newman”, a cura di Mario Sesti. Le opere in programma raccontano sia la loro carriera individuale che l’intreccio di cinema, amore, recitazione e regia che ha dato vita a pellicole di raffinata costruzione narrativa e di puro divertimento cinematografico: film che appartengono a quello che sembra un percorso di ricerca drammaturgica comune ad entrambi e altri che sono semplicemente entrati nell’antologia dei classici. Dalla vita al set dal set alla vita, Joanne Woodward e Paul Newman non hanno mai smesso di guardarsi come un regalo per entrambi: questa retrospettiva racconta quanto lo sono stati per noi.

BUTCH CASSIDY AND THE SUNDANCE KID
di George Roy Hill, Stati Uniti, Messico, 1969, 110’ Cast: Paul Newman, Robert Redford, Katharine Ross, Strother Martin, Henry Jones, Jeff Corey.

EFFECT OF GAMMA RAYS ON MAN-IN-THE-MOON MARIGOLDS | GLI EFFETTI DEI RAGGI GAMMA SUI FIORI DI MATILDA
di Paul Newman, Stati Uniti, 1972, 100’ Cast: Joanne Woodward, Nell Potts, Roberta Wallach, Judith Lowry, David Spielberg, Richard Venture.

A FINE MADNESS | UNA SPLENDIDA CANAGLIA
di Irvin Kershner, Stati Uniti, 1966, 104’ Cast: Sean Connery, Joanne Woodward, Jean Seberg, Patrick O’Neal, Colleen Dewhurst, Clive Revill.

THE FUGITIVE KIND | PELLE DI SERPENTE
di Sidney Lumet, Stati Uniti, 1960, 119’ Cast: Marlon Brando, Anna Magnani, Joanne Woodward, Maureen Stapleton, Victor Jory, R.G. Armstrong.

THE GLASS MENAGERIE | LO ZOO DI VETRO
di Paul Newman, Stati Uniti, Canada, 1987, 134’ Cast: Joanne Woodward, John Malkovich, Karen Allen, James Naughton.

HUD | HUD IL SELVAGGIO
di Martin Ritt, Stati Uniti, 1963, 112’ Cast: Paul Newman, Melvyn Douglas, Patricia Neal, Brandon De Wilde, Whit Bissell, Crahan Denton.

THE HUSTLER | LO SPACCONE
di Robert Rossen, Stati Uniti, 1961, 134′ Cast: Paul Newman, Jackie Gleason, Piper Laurie, George C. Scott, Myron McCormick, Murray Hamilton.

A KISS BEFORE DYING | GIOVANI SENZA DOMANI
di Gerd Oswald, Stati Uniti, 1956, 94’ Cast: Robert Wagner, Jeffrey Hunter, Virginia Leith, Joanne Woodward, Mary Astor, George Macready.

THE LONG HOT SUMMER | LA LUNGA ESTATE CALDA
di Martin Ritt, Stati Uniti, 1958, 117’ Cast: Paul Newman, Joanne Woodward, Anthony Franciosa, Orson Welles, Lee Remick, Angela Lansbury.

Omaggio a James Ivory – Premio alla Carriera 2022
MR. & MRS. BRIDGE
di James Ivory, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, 1990, 126’ Cast: Paul Newman, Joanne Woodward, Blythe Danner, Simon Callow, Kyra Sedgwick, Robert Sean Leonard.

RACHEL, RACHEL | LA PRIMA VOLTA DAI JENNIFER
di Paul Newman, Stati Uniti, 1968, 101’ Cast: Joanne Woodward, James Olson, Kate Harrington, Estelle Parsons, Donald Moffat, Terry Kiser.

RALLY ‘ROUND THE FLAG, BOYS! | MISSILI IN GIARDINO
di Leo McCarey, Stati Uniti, 1958, 106’ Cast: Paul Newman, Joanne Woodward, Joan Collins, Jack Carson, Dwayne Hickman, Tuesday Weld.

SOMETIMES A GREAT NOTION | SFIDA SENZA PAURA
di Paul Newman, Stati Uniti, 1971, 114’ Cast: Paul Newman, Henry Fonda, Lee Remick, Michael Sarrazin, Richard Jaeckel, Linda Lawson.

THE THREE FACES OF EVE | LA DONNA DAI TRE VOLTI
di Nunnally Johnson, Stati Uniti, 1957, 91’ Cast: Joanne Woodward, David Wayne, Lee J. Cobb, Edwin Jerome, Alena Murray, Nancy Kulp.

THE VERDICT | IL VERDETTO
di Sidney Lumet, Stati Uniti, 1982, 129’ Cast: Paul Newman, Charlotte Rampling, Jack Warden, James Mason, Milo O’Shea, Lindsay Crouse.


INCONTRI CON IL PUBBLICO

Agli incontri con il pubblico, uno dei momenti più apprezzati del programma della Festa, saranno dedicate due sezioni: Absolute Beginners, un approfondimento sugli esordi che hanno cambiato la storia del cinema, raccontati dagli autori in prima persona, e Paso Doble, un dialogo tra due autori sul cinema. Il programma completo di Paso Doble sarà annunciato successivamente.

ABSOLUTE BEGINNERS

Paolo Virzì presenta
LA BELLA VITA | Director’s cut
di Paolo Virzì, Italia, 1994, 97’ Cast: Claudio Bigagli, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Giorgio Algranti, Emanuele Barresi, Paola Tiziana Cruciani.
Restauro: Motorino Amaranto / Cineteca di Bologna

Luc Besson presenta
LA DERNIER COMBAT
di Luc Besson, Francia, 1983, 92’ Cast: Pierre Jolivet, Jean Bouise, Fritz Wepper, Jean Reno, Maurice Lamy.

James Gray presenta
LITTLE ODESSA
di James Gray, Stati Uniti, 1994, 98’ Cast: Tim Roth, Edward Furlong, Moira Kelly, Vanessa Redgrave.

Mario Martone presenta
MORTE DI UN MATEMATICO NAPOLETANO
di Mario Martone, Italia, 1992, 108’ Cast: Carlo Cecchi, Anna Bonaiuto, Renato Carpentieri, Toni Servillo, Antonio Neiwiller, Licia Maglietta.
Restauro: Cinecittà

Stephen Frears presenta
MY BEAUTIFUL LAUNDRETTE
di Stephen Frears, Regno Unito, 1985, 97’ Cast: Daniel Day-Lewis, Gordon Warnecke, Saeed Jaffrey.

CSC – CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA
Vivere un festival non soltanto come un luogo di visione, ma anche – se non soprattutto – come un’occasione di formazione: è quanto propone ai propri allievi il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, che ha scelto di sospendere le normali attività didattiche per permettere a tutti gli studenti di partecipare alla Festa del Cinema di Roma, partecipando alle attività in programma attraverso i percorsi didattici preparati dai docenti della Scuola Nazionale di Cinema. La collaborazione con la Festa si focalizzerà in particolare sulle due sezioni dedicate agli incontri con il pubblico: Absolute Beginners e Paso Doble. Le registrazioni delle Masterclass andranno a nutrire nuovi strumenti di e-learning attualmente in fase di progettazione, finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa e al rafforzamento dei rapporti internazionali del CSC – Scuola Nazionale di Cinema.

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