C’è ancora domani, recensione RoFF18: Paola Cortellesi esordisce con un’opera prima convincente

C'è ancora domani - Paola Cortellesi
C'è ancora domani - Paola Cortellesi

Dalla Festa del Cinema di Roma la nostra recensione di C’è ancora domani, il film d’apertura opera prima di Paola Cortellesi con Valerio Mastandrea ed Emanuela Fanelli: s’intravedono sprazzi della grande commedia all’italiana

La Festa del Cinema di Roma è diventata maggiorenne e ad aprire il RoFF18 ci ha pensato C’è ancora domani, l’esordio registico di Paola Cortellesi. Un compito di grande prestigio e piuttosto arduo per la talentuosa attrice (e ora anche regista) romana, con in più la responsabilità di trasportarci nell’Italia dell’immediato secondo dopoguerra per raccontarci una storia di riscatto femminile, amore materno e speranza. Ad affiancarla Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Vinicio Marchioni, Giorgio Colangeli e Paola Tiziana Cruciani in un racconto in bianco nero che oscilla continuamente tra commedia, favola un po’ nera e realismo magico con un pizzico di dramma.

D come Delia

Delia (Paola Cortellesi) è la moglie di Ivano (Valerio Mastandrea) e la madre di tre figli nella Roma della seconda metà degli anni ’40. Ivano è capo supremo e padrone della famiglia, è un uomo violento e a suo modo patetico. Ha rispetto solo per la canaglia del padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è la badante. L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. L’imminente fidanzamento della primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano) con il benestante Giulio (Francesco Centorame) potrebbe però cambiare il destino della famiglia, una volta per tutte.

C'è ancora domani - Paola Cortellesi
C’è ancora domani – Paola Cortellesi

D come Donna

Ci sono diversi motivi di interesse in questa opera prima di Paola Cortellesi, in primis anche solo il coraggio nel cimentarsi con un periodo storico del nostro paese così complesso come quello del secondo dopoguerra, qui raccontato chiaramente in una chiave molto più intimistica in cui la Storia resta sullo sfondo e serve ad alimentare il contesto sociale, economico e culturale. C’è ancora domani all’apparenza potrebbe anche sembrare un film dichiaratamente femminista, sulla scia di un Barbie aggiornato ai codici e al periodo storico del nostro paese, ma potrebbe essere una lettura fuorviante: è piuttosto un film di donne più che sulle donne, in cui le donne lottano per essere in primis viste. Considerate.

La Cortellesi non ha paura perciò di scavare nel torbido, di rimestare il fango, senza annullare il sopruso o la violenza e invece trasformandoli in un passo a due che ne amplifica il valore semantico e diegetico. È una delle sequenze più forti e incisive del film, quella del ballo di Delia e Ivano, ed è anche una scena che evita la trappola del didascalismo per riempirsi di significato, di dolore, di paura e di resistenza. C’è ancora domani però non si limita a raccontare la determinazione, la forza e le fragilità del mondo femminile, ma agisce come cartina di tornasole anche per quanto riguarda il mondo maschile, qui molto più sfaccettato e complesso che nel film della Gerwig.

C'è ancora domani - Valerio Mastandrea
C’è ancora domani – Valerio Mastandrea

Sulle tracce della commedia all’italiana

C’è anche un bel lavoro di recupero, sia in fase di scrittura che in fase di messinscena, di certi meccanismi, di alcuni simbolismi e argomenti della commedia italiana che poi sfociano tutti assieme nel tema di C’è ancora domani, un tema che ha a che vedere proprio con la forza dell’amore (e della libertà) che si oppone a quella della repressione. La Cortellesi, insieme a Giulia Calenda e a Furio Andreotti in sceneggiatura, riprendono le atmosfere e le situazioni di una certa commedia all’italiana degli anni ’60 e ’70, tra Scola e Monicelli, come nelle scene memorabili del primo pranzo con i futuri consuoceri o della veglia funebre.

Lo scontro tra due ceti sociali solo all’apparenza molto diversi, l’ipocrisia della morte che annulla tutte le malefatte compiute in vita, il cinismo spietato e nerissimo dell’uomo comune davanti alla tragedia, l’indifferenza, l’apatia o il maschilismo più gretto e ignorante sono solo alcuni delle idiosincrasie e dei difetti che l’attrice romana porta in scena, smontandoli pezzo per pezzo con una dose di sano cinismo che da troppo tempo non si vedeva nelle nostre sale. Cinismo che le permette anche di giocare con le sequenze più cupe e pesanti, in cui la violenza e la sopraffazione raggiungono picchi altrimenti molto meno tollerabili: è così che C’è ancora domani decide di depotenziarli, quasi ridicolizzandoli.

C'è ancora domani - Emanuela Fanelli e Paola Cortellesi
C’è ancora domani – Emanuela Fanelli e Paola Cortellesi

La speranza nel domani

In fondo la pellicola di Paola Cortellesi non è che uno sguardo di speranza su di un domani migliore, uno sguardo che si apre man mano come il formato del film che parte da un 4:3 per poi abbracciare tutta l’inquadratura e i personaggi imperfetti di questo mondo vivissimo, e mai così vicino. Aiutata da un cast in grande forma, con una menzione speciale ad un perfetto e odioso Valerio Mastandrea, ad una tenerissima Emanuela Fanelli e alla rivelazione Romana Maggiora Vergano, la neoregista fa quello che le riesce meglio dopotutto, cioè far ridere. E di risate ce ne sono parecchie, più di quanto ci si potesse aspettare, perché è il meccanismo comico a generare pathos e a dare rotondità.

Poi, certamente, non mancano i difetti tipicamente riscontrabili in un’opera prima, come un fuoco non sempre perfettamente calibrato su alcuni passaggi della storia, qualche momento un po’ sovrascritto e una durata un pochino eccessiva che toglie respiro ad alcune situazioni di sceneggiatura. Lo stesso terzo atto soffre di un’inaspettata rigidità, prima dell’approdo ad un finale di grande impatto che rovescia le gerarchie declinando la meschinità di certi uomini nel puro patetismo. Ed è proprio nel finale che sta il senso dell’operazione tutta, ridare voce e dignità agli oppressi, a coloro che stanno dietro le quinte e che fanno girare il motore di questa società: le donne soprattutto, ma non solo loro.

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TITOLO C’è ancora domani
REGIA Paola Cortellesi
CAST Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Vinicio Marchioni, Romana Maggiora Vergano e Francesco Centorame
USCITA 26 ottobre 2023
DISTRIBUZIONE Vision Distribution

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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