The Dazzled racconta la storia di una ragazzina di 14 anni che, insieme ai fratelli e ai genitori, vive in una comunità religiosa che ha assunto i contorni della setta: scelto come vincitore ad Alice nella città 2019, la pellicola si dimostra sensibile ma determinata.
The Dazzled, ovvero “gli abbagliati”
Camille (Celeste Brunnquell) è la primogenita di quattro figli. I suoi genitori (Camille Cottin ed Éric Caravaca), presi dallo sconforto a causa di una situazione economica precaria, decidono di andare a vivere nella cattolicissima Comunità della Colomba. Questa offrirà loro una stabilità lavorativa e, di conseguenza, una profonda serenità. Se la madre e il padre di Camille saranno sempre più coinvolti dalla comunità, lo stesso non accadrà per lei. Ma la ragazzina non sarà la sola a pagare il prezzo di questo apparente idillio: quando si accorgerà del malessere dei suoi fratelli, allora Camille deciderà di prendere i più drastici dei provvedimenti.
Una vita in trappola
La protagonista di The Dazzled è una ragazzina di soli 14 anni che si lascia inevitabilmente trascinare dalle decisioni dei genitori. Sono loro a costringerla ad abbandonare i suoi sogni, a partire dalla scuola di circo che tanto la stava aiutando ad aprirsi al mondo. La vita nella Comunità della Colomba è scandita da regole precise e disubbidire significa finire in soffitta oppure essere costretta ad umiliarsi davanti a tutti. La pellicola riesce ad immortalare in modo emozionante un certo processo di maturazione: Camille saprà capire cosa vuole davvero e cosa gli impedisce di raggiungerlo, costi quello che costi. È proprio lei una delle più grandi ricchezze del film. Camille possiede la forza sufficiente per inseguire i suoi sogni e a prescindere da tutto e saprà trasmettere quella stessa forza a tutti ragazzi che assisteranno alla sua storia.
Affondo ad un certo tipo di Chiesa
La Chiesa e il mondo delle comunità religiose non escono benissimo dalla pellicola. Ovviamente tutti gli eccessi, a qualsiasi religione appartengano, sono tendenzialmente da allontanare. Questo è il caso della Comunità della Colomba, più simile ad una setta che non ad una centro pronto ad accogliere sulla base dei valori cattolici. Se gli uomini della Chiesa appaiono corrotti e senza morale, i fedeli danno l’impressione di essere totalmente assoggettati. Alcuni adepti belano in attesa del parroco (loro ‘pastore’), altri si chiedono pubblicamente perdono per motivi a dir poco futili. Persino l’essere genitori viene messo al secondo posto, dando prova immediata che l’ambiente descritto è marcio nella sua struttura. Ciò che ne esce è uno sguardo carico di amarezza, visto che è la fede ad essere sfruttata come mezzo di oppressione anziché come accoglienza e via di salvezza.
Una regia sensibile
Sarah Suco, regista di The Dazzled (al suo esordio dietro la macchina da presa), riesce a delineare personaggi e dinamiche familiari con contorni delicati ma nitidi. Appare estremamente chiaro quali siano le influenze ricevute da Camille: qual è il ruolo dei genitori, quello dei fratelli, quello del suo primo amore (interpretato da Spencer Bogaert), quello della comunità e persino quello di un Dio in cui lei non riesce a credere fino in fondo. Tutto ha un peso e, alla resa dei conti, saprà far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Da apprezzare la sensibilità con la quale la Suco ha pensato a tutto (in collaborazione con il co-sceneggiatore Nicholas Silhol), mettendo al posto giusto i vari elementi del film e creando una giovanissima eroina pronta a spiccare il volo. Non a caso la storia è parzialmente autobiografica: la regista, proprio come la sua protagonista, ha vissuto in una comunità cattolica fondamentalista. Ed è evidente che sa di cosa sta parlando.
The Dazzled (titolo originale: Les Eblouis) ha vinto il premio della giuria ad Alice nella città 2019, sezione autonoma ed indipendente della 14ª Festa del cinema di Roma. La motivazione: “per la capacità di raccontare una storia cruda e coinvolgente, attenta ai dettagli di una realtà tragica, cogliendo al tempo stesso in modo intelligente le sfumature comiche di una vita imprigionata. Un film travolgente che emoziona e fa riflettere su un contesto lasciato spesso in ombra, qui descritto dalla luce accecante di una lotta interiore verso la salvezza”.