Samuel ha presentato il nuovo album da solista Brigata bianca in conferenza stampa e ha raccontato il suo voler sperimentare unendo cantautorato a hip hop ed elettronica
Samuel ha presentato il nuovo album da solista Brigata bianca in conferenza stampa, anticipata da un mini-live con la band. Il front-man dei Subsonica ha parlato dell’elettronica e dell’hip-hop presenti nel suo lavoro: «Con il mio primo album da solista Il Codice Della Bellezza ho voluto staccare dal mio mondo sonoro, e la produzione mi ha aiutato a renderlo pop. Con Brigata bianca invece ho sentito la necessità di tornare all’elettronica, da sempre il mio alfabeto, alla musica tribale e all’hip hop, che ascoltavo già moltissimi anni fa. Il codice della bellezza era qualcosa di nuovo per me, entrando nel genere pop da classifica. E sono riuscito a costruire un disco di grande intensità. Con questo album ho gestito la mia musica come ho sempre fatto, curandola dall’inizio alla fine. La pandemia mia ha concesso il lusso di fare musica non da assembramento. L’elettronica è veramente difficile da mettere insieme alla musica cantautorale perché non prevede la voce, la melodia, ma una ripetizione fino alla stremo per entrare in quel ritmo».
La copertina gioca sul concetto di bandiera: «In questo album volevano parlare di bandiere a livelli grafico. Da qui il nome dell’album, Brigata bianca. Con Francesco Pignatelli abbiamo costruito questa giacca militare da parata. Il colbacco lo avevo preso anni fa a Reykjavik. La bandiera rappresenta un linguaggio arcaico, un graffito, qualcosa che hai visto e che devi ridisegnare. Quest’estate rincontrando i miei amici ognuno ha voluto lasciare un segno, quindi è diventata segno di unità».
L’ultimo singolo Cocoricò, attualmente in radio, ha una storia molto particolare: «Avevo tantissimo materiale ma molto simile tra sé, avevo voglia di avere qualcosa di diverso. Organizziamo un incontro con il produttore Nardelli per scrivere e arriva anche Lorenzo Colapesce che seguo dagli inizi e ho sempre apprezzato nella capacità di leggere l’emotività umana, abbiamo iniziato a chiacchierare e ho raccontato a lui di una serata a questo storico locale romagnolo chiamato Velvet, era un periodo in cui sia i Subsonica che i Bluvertigo stavamo esplodendo e spesso suonavamo insieme perché avevamo la stessa etichetta e lo stesso booking. Siamo saliti sullo stesso furgone dopo la fine del concerto e siamo andati al Cocoricò dove c’erano amici che suonavano lì. Volevamo arrivare alla consolle e siamo stati lì tutta la sera, poi siamo andati in albergo a Rimini. Quando raggiungo il mio letto all’alba, sento bussare dalla finestra ed era Morgan che bussava a tutte le finestre. Era stata una serata magica e non voleva che finisse».
Io e te e Felicità sono nate prima della pandemia ma sembrano perfette per rappresentare questo momento di profonda incertezza: «Anche nei 10 anni precedenti gli artisti hanno sempre parlato di non futuro. Questo momento drammatico mette in rilievo le problematiche di costruzione del nostro Paese. Ho preso parte a tante manifestazioni contro i tagli della cultura. Ora ci ritroviamo con la sanità alla corde e la cultura lo è sempre stata. Queste due canzoni raccontano questa sensazione. Io e te è un percorso. Sei talmente preso dal correre, che poi quando sei a casa cogli le sfumature e con la maturità ti accorgi di cose diverse. Felicità parla di quanto sia bella la ricerca stessa della felicità. Oggi mi rendo conto che è il percorso che ho fatto a rendermi felice, non l’averla raggiunta. Un brano scritto parecchio tempo fa a Roma, avevo costruito il mio mondo nella bellissima Capitale. Una canzone che racconta i miei inizi e del mio apprezzamento artistico per grandi nomi del cantautorato come De André, De Gregori, Conte. La vena cantautorale è rimasta sempre dentro di me ed emerge con prepotenza in questo brano. Tutte le mie canzoni hanno una vena cantautorale, e in questo caso dovendo pensare a un disco in un periodo in cui l’assembramento è un delitto, mi sono concesso questa libertà.»
La forza dei Subsonica sta proprio nel concedersi momenti di libertà individuale, come testimoniano i dischi pubblicati negli scorsi mesi anche dagli altri componenti Boosta e Max Casacci: «Abbiamo imparato che il segreto per la nostra longevità è quello di non porre limiti alla nostra creatività e alle nostre scelte, prendersi dei momenti di pausa dalla band è sacrosanto.»
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