Sanremo 2024, prima serata, i promossi e i bocciati, Mango e Irama spiccano su tutti, flop Sangiovanni

Sanremo 2024 - prima serata - Irama
Sanremo 2024 - prima serata - Irama

I giudizi dei 30 brani presentati nella prima serata del Festival di Sanremo 2024, Angelina Mango la migliore, peggiore Sangiovanni, spiccano le ballate

Ci si aspettava il pezzo da discoteca e, a sorpresa, colpiscono le ballate nella prima serata del Festival di Sanremo. Sarà che quel palco, da sempre, valorizza pezzi malinconici con l’apporto dell’orchestra ma restano di più rispetto alle proposte up tempo (che sono comunque la maggioranza. La proposta più originale è quella di Angelina Mango, aumentano le chance di una vittoria. Ecco i giudizi.

Clara – Diamanti Grezzi: Ne sentiremo parlare

A Sanremo giovani l’avevamo vista mega emozionata, qua mostra una sicurezza inaspettata. Il testo non è scontato e ha spunti interessanti, la vocalità è degna di nota, mette da parte l’autotune e ci mostra di avere qualità sotto questo punto di vista.  Da rivedere l’arrangiamento, in particolare il ritornello con questo beat martellante in sottofondo, avrei optato su un vestito più melodico.

Piacerà ai fan, un buon biglietto da visita per presentarsi al grande pubblico. Diamanti grezzi parla di lei, del lavoro che ha fatto per accettare che le imperfezioni le appartenessero. Brutta bestia l’autocritica costante. Dormirà sogni tranquilli o recriminerà su qualche sottigliezza? Gli orari serrati dei prossimi giorni richiedono riposo.

Sangiovanni – Finiscimi: Il peggiore senza se e senza ma

Ascolti il brano di Sangiovanni e noti il pathos di un ragazzo che non digerisce la fine di una relazione (storia realmente vissuta con Giulia Stabile, ballerina conosciuta ad Amici). Apprezzabile il tentativo di mostrarsi in una veste più matura ma il problema di fondo è la mancanza totale di credibilità. Brano che se avesse proposto un Maninni sarebbe stato cestinato senza nemmeno ascoltare il ritornello. Una base per niente valorizzata dall’orchestra, con una batteria leggera a dominare 2/3 del pezzo, senza nessun guizzo. Non si può cantare il drama in corsivo. Farfalle era spanne sopra, quella sì che era un’evoluzione sensata.

Sanremo 2024 - prima serata - Sangiovanni
Sanremo 2024 – prima serata – Sangiovanni

Fiorella Mannoia – Mariposa: Sensuale ma manca il brivido

Fiorella Mannoia ci porta in Sud America con la sua Mariposa, una versione gitana inedita per lei. Coerente con la battaglia che da qualche anno sta portando avanti riguardo alla violenza di genere, necessario ribadire il tema su un palco importante mediaticamente parlando come quello dell’Ariston. L’eleganza colpisce. Potrebbe però finire fuori dalla top 10, manca l’effetto emotivo che la Rossa spesso riesce a trasmettere.

Sanremo 2024 - prima serata - Fiorella Mannoia
Sanremo 2024 – prima serata – Fiorella Mannoia

La Sad – Autodistruttivo: Punk all’italiana

La Sad doveva fare la rivoluzione. Manco per scherzo. Il che non significa che sia un male. Compromesso sensato tra la loro produzione finora (che difficilmente il dittatore artistico avrebbe preso in considerazione) e la tradizione punk italiana, quella che non ti spettina i capelli ma si lascia cantare senza farsi portatrice di ideali di cambiamento. Suona molto Finley il ritornello. Il testo è più profondo di quanto si possa pensare e il messaggio finale è tutt’altro che autodistruttivo.

Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, vocalmente si salva solo testa blu, stonature vistose ma di solito alla seconda migliora tutto, vedi Ariete lo scorso anno. Quota Zanotti autore, non finiranno in alto come Leo Gassmann ma non meritano affatto l’ultimo posto.

Irama – Tu no: La ballata migliore per distacco

Partiamo da questo presupposto. Irama quando partecipa al Festival di Sanremo porta SEMPRE un bel pezzo. Il problema è fuori ma non è questo il momento di parlare di questo. Tu no segue la scia di Ovunque sarai, tocca le corde giuste, emoziona. Ballata struggente con un crescendo azzeccato, vocalmente ineccepibile. Da top 5.

Sanremo 2024 - prima serata - Irama
Sanremo 2024 – prima serata – Irama

Ghali – Casa mia: Tutto giusto, ritorna come doveva

Con questo Sanremo Ghali si gioca tanto. Casa mia è una sorta di Cara Italia 2.0, tra i testi più politicamente impegnati di quest’edizione, con la presenza dell’alieno in platea come simpatica trovata per trasmettere il messaggio della canzone. La musica, d’altronde, serve anche per abbattere il razzismo. Non è decifrabile in classifica, non ha velleità di Top 5, conta ritrovare il grande pubblico che lo aveva un po’ messo in sordina.

Sanremo 2024 - prima serata - L'alieno di Ghali
Sanremo 2024 – prima serata – L’alieno di Ghali

Negramaro – Ricominciamo tutto: Non arrivano alla pancia dell’ascoltatore

Nutrivo grandi aspettative nei confronti del pezzo dei Negramaro. Alcuni colleghi avevano addirittura anticipato che si trattasse della migliore canzone del loro ventennale (e di valore) repertorio. A malincuore non condivido. Rispetto agli ultimi singoli, toppati completamente con il tentativo di avvicinarsi all’urban, siamo in una zona brit/rock band più congeniale (echi di Coldplay nel finale).

A un primo ascolto non lascia molto. Sangiorgi la interpreta senza dei cambi di registro, questo la fa risultare piatta. Il testo ha un bel messaggio, c’è molta Puglia, voglia di tornare alla normalità post Covid ma non emoziona. Per fare un confronto ascoltatevi Un’altra estate di Diodato per capire la differenza per fare un accostamento di contesto. Non mi stupirei non entrassero nella cinquina finale.

Sanremo 2024 - prima serata - Negramaro
Sanremo 2024 – prima serata – Negramaro

Annalisa – Sinceramente: Hit ma non troppo

Tocca alla pop star italiana del momento, la re Mida delle hit. C’è una continuità con gli altri successi radiofonici dell’ultimo anno e mezzo (e sarebbe stato strano il contrario) però l’effetto è meno d’impatto rispetto a una Mon Amour che alle prime note pensavi già a quanto l’avresti ascoltata ovunque fino allo sfinimento, come un vero tormentone ha il dovere di fare. Annalisa ha trovato dopo quindici di carriera il suo posto d’onore nella musica italiana e non ha intenzione di cedere la corona. Siamo di fronte forse alla voce migliore della sua generazione. Potrebbe cantare anche l’elenco telefonico. Però Sinceramente sarebbe ingiusto vederla trionfare.

Che poi i testi di queste leggere canzoni dichiaratamente Pop (nell’accezione anche buona del termine) sono sì banali ma le situazioni per niente. Dal threesome di Mon Amour, alla ragazza che si innamora e trova un senso alla sua vita (Ragazza sola) fino all’emancipazione femminile, al messaggio di libertà di una donna che sì è sottona ma che non vuole rotture di scatole e non risponde ai messaggi ogni tre per due di Sinceramente. Contemporanea, niente da dire. Pur sempre banalità ma contemporanea. Top 5 volenti o nolenti, vincitrice anche no.

Mahmood – Tuta Gold: Goodbye Malinconia

Brividi era una canzone di Blanco cantata con Mahmood. Tuta Gold è una canzone di Mahmood. Tanti avranno reagito con sconcerto o perplessità. Ricordo che Soldi aveva avuto un’accoglienza analoga. Questo non significa che vincerà il Festival. Mi stupirei anche della top 5. Però è perfettamente coerente con lo stile innovativo e internazionale di questo artista, una cifra riconoscibile e personale. Lo farà rilanciare? Dubito.

Alla fine dei conti il mercato italiano lo ha sempre trascurato, Sanremo a parte. Non siamo pronti o forse non lo vogliamo. Che poi è tanto bella la melodia italiana, perché contaminarla con ritmi orientaleggianti, clap hands e una gran voce. Il tour europeo dimostra che deve emigrare, non sarebbe l’unico giovane italiano di talento a farlo. Questo il perché del titolo, canzone di Caparezza feat Tony Hadley che anticipava, più un decennio fa, quella che oggi è una triste prassi.

Diodato – Ti muovi: Bella canzone ma non delle sue migliori

L’accoppiata Diodato-Rodrigo D’Erasmo (direttore d’orchestra e addetto alla sezione archi) alzava e di tanto le mie aspettative. Quando nel 2014 ho ascoltato la loro Babilonia per la prima volta mi sono innamorato di questo raffinato artista. Ti muovi è una bella canzone ma non aggiunge niente al suo repertorio, non provoca un movimento emozionale di cui parla il testo. Non c’è un crescendo che avrebbe cambiato (forse) il giudizio nel finale e la coreografia prova a tappare questa lacuna. Fai rumore è tra le vittorie più meritate degli ultimi anni del Festival. Qua siamo di fronte a un’occasione persa.

Sanremo 2024 - prima serata - Diodato
Sanremo 2024 – prima serata – Diodato

Loredana Berté – Pazza: Premio consolatorio della Critica

Non sappiamo se sarà l’ultimo Festival della sua carriera, fatto sta che Pazza sa molto di testamento. Non ha il Mood da funerale, tutt’altro, però è la descrizione perfetta di ciò che è stata la Bertè nella sua vita umana ed artistica. Musicalmente sembra una canzone di Enrico Ruggeri, scritta per essere protagonista ma ha rivali troppo agguerriti per ambire anche a una top 5, salvo sorprese. Anche per questo motivo è la papabile candidata a ricevere il Premio della critica e non solo perché è dedicato a sua sorella.

Geolier – I’ pe’ te, tu pe’ me – Figlio illegittimo di Nino D’Angelo 

Geolier segue il coraggio dei bambini, citando il titolo del suo disco d’esordio e dai risultati record, presentando una canzone in napoletano. I’ pe’ te, tu pe’ me unisce l’urban, l’elettronica a un arrangiamento orchestrale, creando un connubio molto interessante dal punto di vista del suono anche se di non facile comprensione per l’italiano medio. Il titolo ripetuto all’infinito me lo immagino cantato da tutto lo Stadio Diego Armando Maradona. Sarà votatissimo dal pubblico dato il forte seguito anche sui social. Per fortuna non vota solo quello.

Alessandra Amoroso – Fino a qui: Tutto giusto, ritorna come doveva

Debutto in gara anche per Alessandra Amoroso con Fino a qui, tra le proposte più sanremesi nell’accezione classica del termine. Tanta autobiografia in questo pezzo che racconta di un momento difficile ma anche della consapevolezza di essersi rialzati. A colpire è la resa vocale dell’interprete pugliese che emoziona e si emoziona. Lotta per il podio.

Sanremo 2024 - prima serata - Alessandra Amoroso
Sanremo 2024 – prima serata – Alessandra Amoroso

The Kolors – Un ragazzo, una ragazza: Obiettivo centrato, le radio apprezzeranno

I The Kolors si esibiscono con Un ragazzo, una ragazza. Una hit che passerà molto in radio nei prossimi mesi. Ritornello martellante per una base tra funk e dance che può bissare il successo di Italo disco e che può portare la band campana nei primi posti della classifica finale.

Angelina Mango – La noia: Perché merita la vittoria

– Originale. Non è uguale a nessun altro brano in gara.
– Sposa il Mood di questa edizione ma senza risultare una scontata hit radiofonica.
– Parla della sua generazione affrontando un tema, la noia, quanto mai adatto a descriverla.
Come mai passiamo troppo tempo sui social? Noia
Come mai ci lamentiamo e proviamo invidia nei confronti degli altri? Noia

Potrei continuare l’elenco ma questo stato va sfruttato trasformandolo in qualcosa di costruttivo. E perché non trasmettere questo con il ritmo, irresistibile, di una cumbia. Da ballare in discoteca o nelle migliori sagre di quest’estate con le peggiori orchestre liscio ad eseguirla.

Sanremo 2024 - prima serata - Angelina Mango
Sanremo 2024 – prima serata – Angelina Mango

Il Volo – Capolavoro: Operazione intelligente

Il Volo sorprende con CapolavoroA cinque anni di distanza dall’ultimo podio, il trio mostra ancora di avere ugole d’acciaio ma si presenta con una veste meno classica e più pop, senza però che ne risenta la resa vocale. Un compromesso intelligente per arrivare a un pubblico più giovane e al pubblico italiano, più tiepido nell’accoglienza rispetto a quello internazionale.

BigMama – La rabbia non ti basta: Credibile

Lascia da parte il rap. Elettronica e pop, tanta sincerità. Messaggio positivo dopo aver convissuto con anni di bullismo. La più grande rivincita è aver portato questa canzone a tutta Italia. Credibile nella sua proposta.

Sanremo 2024 - prima serata - BigMama
Sanremo 2024 – prima serata – BigMama

Emma Marrone – Apnea: Il miglior pezzo up tempo

Emma Marrone ha perseguito la strada dell’urban (dance) e questa veste le calza a pennello (complimenti per l’outfit a proposito). È oggettivamente il pezzo migliore che ha mai presentato su questo palco. Nelle tante proposte up tempo spicca perché il testo ha una logica, un racconto, perché lo canta proprio Emma. Auspica una storia che le faccia mancare il respiro, non scende in basso come Arisa a fare un casting sui social per trovare il suo principe azzurro (grigio anzi pensando alle 50 sfumature) ma canta un desiderio che le leggiamo negli occhi.

Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita: Moderni da sempre

Divertenti, frizzanti, bello l’outfit, la presenza dei ballerini. Hanno scritto la storia della dance italiana e questo pezzo è un nuovo tassello di una carriera già ricca di brani cantati da più generazioni. Una bella sorpresa.

Renga e Nek – Pazzo di te: Trascurabili, il testo più banale

Peccato. Avevano fatto un disco e lo avevano portato in giro per l’Italia. Se avevano lasciato un brano nel cassetto ci si aspettava che fosse forte. Il connubio delle voci c’è, l’arrangiamento, seppur sia qualcosa di già sentito, ci sta. Ma il testo cavolo, di una banalità disarmante. Passeranno in sordina ed è giusto così.

Mr. Rain – Due altalene: Ho paura che finisca di nuovo in alto

Innegabile, bel pezzo. Poi che sia un po’ sempre il solito del suo repertorio è un altro discorso. Stavolta tira fuori pure la voce nel finale. Emoziona, anche se con qualche verso scontato. Piacerà tanto alle mamme, al pubblico di Rai1, alle ragazze sensibili, ai genitori. Un po’ a troppi. Rischia di bissare il successo di Supereroi.

Sanremo 2024 - prima serata - Mr. Rain
Sanremo 2024 – prima serata – Mr. Rain

Bnkr44 – Governo punk: I Colla Zio toscani

Da ieri la campagna toscana non sarà conosciuta solo per Pacciani. In provincia si può fare musica e trasformarla in un mestiere. Perché sì, la musica può essere un mestiere, tutta questione di attitudine e di costanza. Portano loro stessi e la voce di una generazione che aspira alla metropoli ma poi ritorna a casa perché si è abituata alla nebbia e la nostalgia la fa da padrone. Cantano di una generazione incollata di fronte al televisore, meglio una serie Netflix che la vita sociale giusto?

Peccato che ci sono stati già i Colla Zio a fare scoprire un collettivo pop alle casalinghe di Voghera, sarebbero risultati più qualcosa di nuovo all’occhio (e orecchio) del pubblico medio di Rai1. Non aumenteranno il loro bacino ma alla fine di musica riusciranno a vivere (sempre se resteranno coerenti a se stessi).

Gazzelle – Tutto qui: Stupisce in parte, romanticismo a fiumi

Gazzelle sa scrivere canzoni. Ci ha abituati a testi tristi. Qua stupisce in chiave Bacio Perugina ma versione indie. C’è tutto il quotidiano di una coppia che si ama. Invidia per chi si sentirà rappresentato da questo testo (o forse no). Immagini efficaci, dal proiettore al panda. Dal vivo momento torce dei cellulari accesi (gli accendini sono passati di moda).

Sanremo 2024 - prima serata - Gazzelle
Sanremo 2024 – prima serata – Gazzelle

Dargen D’Amico – Onda alta: Non scende a compromessi

Canna completamente la prima strofa. Emozione o problemi tecnici? Però ha le palle. Parla di attualità con il suo stile volutamente cazzone. Fare riflettere a ritmo di dance è la sua prerogativa da quasi vent’anni. Non avrà il successo di Dove si balla ma non importa. Stima.

Sanremo 2024 - prima serata - Dargen D'Amico
Sanremo 2024 – prima serata – Dargen D’Amico

Santi Francesi – L’amore in bocca: Animali da palcoscenico

Sono la dimostrazione che si può fare pop di classe, che la gavetta è ancora necessaria. Sono anni che suonano, che vincono contest e questo palco se lo meritano come pochi. Il pezzo è perfettamente in stile Santi Francesi e questo significa avere un’identità precisa. Il testo è scritto da Cecilia, altra artista da tenere d’occhio per lo stesso discorso, ha un’identità (e un modo di scrivere) preciso. Non so pronunciarmi su un loro posizionamento, i Santi sono animali da palcoscenico, sanno giocare con le telecamere ed X Factor è stato un’ottima palestra in merito ma andate a un loro live per apprezzarli fino in fondo.

Rose Villain – Click Boom!: Rovina tutto con il ritornello

Di solito il ritornello valorizza un brano, qua lo distrugge. Tira fuori la voce, l’inciso è molto interessante, poi parte il chorus e anche la voglia di invocare i santi (non francesi, quelli suoneranno dopo). Solo una domanda, perché?

Fred De Palma – Il cielo non ci vuole: Almeno non è reggaeton

Partecipa con l’obiettivo di fare una hit per le giostre delle prossime feste paesane dell’estate o per le discoteche. Un passo indietro a livello di impatto ma almeno di reggaeton non c’è traccia. I tempi di Despacito e company sembrano essere finalmente lontani.

Maninni – Spettacolare: Senza infamia e senza lode

Pop genuino quello di Maninni con Spettacolare. C’è la voglia di cantare le piccole gioie del quotidiano che rendono una giornata normale qualcosa, appunto, di spettacolare. Molte incognite al momento dell’annuncio del suo nome, sconosciuto ai più. Resta il dubbio se riuscirà ad aumentare in maniera cospicua il suo bacino d’utenza ma non sfigura.

Alfa – Vai!: Buon viaggio che sia un’andata o un ritorno

Alfa mette allegria con il suo pop folk dal sapore internazionale. Vai! è un invito al viaggio, alla ricerca, a uscire dal guscio. Tra le voci più pulite della Gen Z, il cantautore genovese non ha una hit ma resta coerente alla sua proposta artistica. Passa abbastanza inosservata.

Il Tre – Fragili: Scetticismo annullato, merita almeno la metà classifica

Chiude Il Tre con Fragili. L’unico a portare l’hip hop a questo giro. Bel ritornello, molto orecchiabile, con un bel messaggio. Parte conclusiva con un accenno elettronico, l’orchestra entra in gioco e dialoga con la base strumentale. Un buon esordio per il cantautore romano.

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